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INTRODUZIONE AI MESTIERI

 

A Venezia esistono ancora oggi moltissimi toponimi che fanno riferimento ad attività artigianali, le più varie, dalle quali in larga parte dipendeva l’esistenza della popolazione e quindi la vita stessa della città.

Esse spaziavano da quelle che coprivano le esigenze più quotidiane come il fruttarol e il pestrin (lattaio) a quelle più ricercate, con una produzione più diversificata per qualità e prezzi come i testori (tessitori) e gli orefici. Di tutto questo fermento di attività restano le tracce sui muri delle case sui quali sono dipinti questi nomi che definiscono la viabilità veneziana: ”calle botteri”; ”corte del remer” e così via.

L’intento del percorso al quale si dà inizio non è certo quello di offrire un quadro esaustivo per il quale sarebbero necessari spazi e tempo, ma di suscitare un qualche interesse a indagare con maggiore cura su aspetti della storia cittadina (quella minuta, non quella dei grandi gesti) sui quali l’attenzione corre via velocemente sia per i numerosi impegni che ogni giorno ci assillano, sia perché finiamo con il non vedere quello che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi e che è molto di più di quanto appare.

I vari mestieri erano raggruppati nelle Arti che facevano capo alle Scuole o confraternite le quali riunivano in sé elementi sia economici che religiosi. Esse infatti tutelavano chi vi apparteneva codificando i tempi e i modi dell’apprendistato e regolando diritti e doveri, ma si curavano anche dello spirito con l’assistenza ai malati e la beneficenza ai bisognosi. Per essere iscritti all’Arte bisognava saper fare bene il proprio mestiere e condurre una vita onesta. Ogni attività era posta sotto la protezione di un santo patrono la cui festa era celebrata con grande solennità. Sono le “Mariegole”, in pratica gli Statuti delle Arti, a fornirci le notizie più dettagliate poiché constano di tre parti fisse che riguardano le finalità assistenziali dell’Arte, le regole che ne stabiliscono la stabilità e lo sviluppo e infine l’esercizio e la tecnica propria di ciascuna. Naturalmente il Governo controllava l’attività artigianale attraverso magistrature specifiche: la Giustizia Vecchia e la Giustizia Nuova.