CALEGHERI
Lo Statuto dell’arte dei fabbricanti di scarpe risale al 1278, il patrono era S.Aniano. La sede inizialmente era ubicata a S.Samuele, nel sestiere di S.Marco. Dalla metą del XV secolo venne trasferita in campo S.Tomą, nell’edificio che ancora adesso si chiama “Scuola dei calegheri” e che reca, sopra la porta d’ ingresso, un rilievo in marmo, opera di Pietro Lombardo, che raffigura la guarigione del ciabattino Aniano ad opera di S.Marco. I confratelli, per antica tradizione, assistevano alle funzioni religiose nella chiesa della Caritą anziché nella vicinissima chiesa di S.Tomą dove era custodita una pala d’altare con l’effigie di S.Aniano dipinta da Jacopo Palma il Giovane. Ancora adesso in calle delle botteghe a S.Samuele č visibile un rilievo trecentesco in pietra d’Istria riproducente delle calzature, rilievo che si ripete all’angolo che la stessa calle forma all’incrocio con la salizada S. Samuele. Sempre negli stessi paraggi esiste una corte detta “della pelle” nella quale trovavano posto i depositi di pellame. A questo proposito si deve ricordare che i calegheri dovevano utilizzare solo cuoio nuovo mentre i zavateri, cioč i fabbricanti di ciabatte e zoccoli (che comunque appartenevano alla stessa corporazione) avevano l’obbligo di adoperare cuoio usato, fatto che provocava accese dispute sulla maggiore o minore abilitą necessaria per lavorare l’uno o l’altro. Per l’approvvigionamento del pellame quest’arte dipendeva dal Magistrato delle Beccarie. Anche i calegheri come le altre arti esponevano in Piazza, durante la fiera della Sensa (dell’Ascensione), i loro manufatti. Ogni anno essi dovevano offrire alla Dogaressa un paio di calzature del valore di 22 lire venete. Si trattava di un’arte molto fiorente che alla fine del XVIII secolo contava 340 botteghe aperte per un totale di 1172 persone occupate.