BOTTERI
Lo Statuto più antico dell’Arte risale al 1271; la sede era situata di fronte alla chiesa dei Crociferi, oggi dei Gesuiti presso le Fondamente Nuove, nel sestiere di Cannaregio e la Vergine della Purificazione ne era la patrona. Poiché non era considerato un mestiere troppo faticoso, potevano diventare apprendisti anche bambini di sette anni. Dopo cinque o sette anni di garzonato, e questo vale per tutte le arti, si diventava lavorante; in seguito, superata la prova d’arte si accedeva al rango di maestro e si poteva aprire bottega in proprio. Il gastaldo, eletto tra i maestri più capaci, durava in carica un anno e aveva il compito di controllare l’esatto e onesto funzionamento dell’attività. A lui spettava anche la riparazione gratuita delle botti per la corte dogale, ma il Doge, fin che durava il lavoro, doveva provvedere a pranzo e cena per tutta la squadra di artigiani.
Dal XIII secolo le doghe potevano essere acquistate solo a Venezia: quelle di rovere nelle rivendite tra il ponte di Rialto e il traghetto di S.Sofia e quelle di abete in Barbaria delle tole e a S.Basilio.
Considerato il pericolo di incendi, era proibito lavorare di notte e tenere il legname vicino ai camini. Una volta completato il manufatto ogni maestro doveva apporvi il proprio marchio.