BOMBASERI
Lo Statuto risale al 1278; la sede, prima del XVI secolo, era nella chiesa dell’Ascension; in seguito nei pressi della chiesa di S.Bartolomeo nella quale gli artigiani avevano diritto di essere sepolti. Patrono era s.Michele Arcangelo. La calle dei Bombaseri si trova proprio dietro la chiesa. In questa zona della città nel XVII secolo c’ era una dozzina di botteghe.
L’ attività dei bombaseri, il cui garzonato durava quattro anni, consisteva nel battere la bambagia di cotone (da cui il nome veneziano) in modo che da grezza diventasse soffice e si potesse filare Oltre che come filato si adoperava come imbottitura di vesti e coperte. In origine appartenevano all’ arte anche i tessitori che in seguito formarono una confraternita a sé.
L’ attività dei bombaseri era suddivisa tra i batteri che appunto battevano il cotone e le donne della campagna veneta che provvedevano alla filatura sotto il controllo diretto dei mercanti che, a date stabilite , nei mercati di Mestre, Mirano e Gambarare ritiravano il lavoro fatto dalle filiere, le pagavano e ne distribuivano di nuovo. Questo sistema dava lavoro nei mesi invernali, quando le attività agricole subivano una pausa, a circa diecimila persone. Tale equilibrio ad un certo punto si ruppe per l’ intervento dei cosiddetti filoni, cioè speculatori che assoldavano le filatrici senza passare per gli abituali mercati.La qualità del prodotto ne risentì a tal punto che l’ attività finì con l’ estinguersi.
In occasione della visita del re di Francia Enrico III nel 1574 (immortalata anche in un dipinto di A.Vicentino nella sala delle Quattro Porte in Palazzo Ducale), l’ Arte si distinse allestendo una imbarcazione a 12 remi, dipinta di bianco e rosso e ornata da drappi di damasco, con la quale accompagnò il re da Murano a Venezia.