E’ stato firmato questa mattina a Ca’ Farsetti un accordo di programma tra il Comune di Venezia, il Comune di Trebaseleghe e Vesta per il risanamento dell’area dei pozzi di Sant’Ambrogio e la creazione di un Museo dell’Acqua.
Erano presenti: per il Comune di Venezia, l’assessore al Patrimonio, Giorgio Orsoni; per il Comune di Trebaseleghe, il sindaco, Roberto Tosetto, e gli assessori alla Cultura, Lorenzo Zanon, e alle Attività commerciali, Agricoltura, Industria, Luigi Favaro; per Vesta Spa, il presidente, Andrea Lolli.
Il progetto, predisposto per conto di Vesta dall’architetto Pietro Mainardis, ha un duplice obiettivo. Da un lato quello di aumentare il grado di sicurezza degli impianti e di riqualificare i manufatti di archeologia industriale che sono una importante testimonianza storica dell’uso delle risorse idriche della città di Venezia. Dall’altro quello di rendere fruibile il territorio del campo acquifero più meridionale di Sant’Ambrogio, che potrà diventare nel tempo un parco urbano e insieme un museo dell’acqua. Un modo per sensibilizzare, soprattutto i giovani, su una risorsa indispensabile, ma purtroppo non inesauribile, come è appunto l’acqua. Basti pensare, ha spiegato il presidente Lolli, che attualmente per pescare dai pozzi di Sant’Ambrogio l’acqua che poi finisce nei rubinetti delle case del Comune di Venezia, bisogna scendere sino a quasi 300 metri di profondità, contro i 30 metri di soli pochi decenni fa.
L’intesa, hanno sottolineato sia l’assessore Orsoni sia il sindaco Tosetto, è anche una sorta di “prova di città metropolitana”, ovvero di collaborazione fattiva tra più Comuni per la tutela e la valorizzazione del territorio: un modo per superare concretamente particolarismi locali che ormai non hanno più ragione di essere.
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