L’assemblea della Consulta delle Cittadine per i tempi, la qualità della vita, i servizi della città e la valorizzazione della differenza del Comune di Venezia, ha approvato un documento con il quale si oppone alla proposta di legge regionale che vuole rendere obbligatoria la presenza, nei consultori e nei reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali, dei rappresentanti dei movimenti per la vita. Infatti, durante l’ultima seduta, l’assemblea ha espresso ferma contrarietà a iniziative legislative come questa all’ordine del giorno del Consiglio regionale del Veneto: “Questo progetto di legge – afferma il presidente della Consulta, Franca Marcomin – è lesivo della libertà femminile, delle conquiste dei movimenti delle donne che hanno portato all’approvazione della 194, legge che ha permesso di ridurre drasticamente il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza, e ha riconosciuto ai Consultori familiari il compito di informare le donne sui rischi e sulle possibili alternative all’aborto”.
Inoltre, nel documento, la Consulta delle Cittadine invita il Consiglio comunale di Venezia a tenere conto delle indicazioni pervenute in materia di rappresentanza politica femminile alla Commissione consiliare VII, da parte del Coordinamento delle Donne elette nelle Municipalità, e degli emendamenti deliberati dai Consigli delle Municipalità di Mestre-Carpenedo, Venezia-Murano-Burano, Favaro Veneto, Chirignago-Zelarino e a recepire, in particolar modo, l’emendamento all’articolo 21 del Regolamento delle Municipalità. Tale emendamento prevede che, all’interno dell’esecutivo, la presenza di ciascun sesso non sia inferiore a un terzo dei nominati. Dove, a causa di forza maggiore, ciò non fosse possibile, deve essere garantita la presenza di almeno una donna delegata.
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