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04/10/2006

Categoria: Cultura

Stagione autunnale del Teatrino Groggia

La presentazione del direttore artistico


Il direttore artistico del Teatrino Groggia, Mario Perez, ha scritto il seguente testo di presentazione della stagione autunnale del Teatrino, un ciclo di dieci spettacoli, che si aprirà sabato 7 ottobre per concludersi sabato 16 dicembre.


Inaugurazione sotto il segno del teatro e della voce solista sabato 7 ottobre, ore 21 con l’ultimo spettacolo di Patricia Zanco, una meditazione sul rapporto tra letteratura e vita, tra scena e realtà, ispirata dal “Quijote” di Miguel Cervantes, un testo che oggi più che mai sembra rivendicare il suo ruolo centrale nella costituzione dell’immaginario moderno, almeno a giudicare dal grande momento che il “cavaliere dalla triste figura” e il suo inscindibile alter-ego Sancho stanno vivendo sulle scene europee. All’inseguimento di uno smarrito senso del reale, sulle orme di un cavaliere che con la sua immortale fuga ha segnato uno dei tracciati più pregnanti e paradigmatici della civiltà occidentale, con i mezzi tecnici, la sensibilità interpretativa e lo strumento vocale di Patricia Zanco, coadiuvata dalla drammaturgia di Daniela Mattiuzzi e accompagnata in scena dal violoncello di Aya Shimura.


Sabato 21 ottobre, alle ore 21, ancora una voce solitaria che è anche voce d’autore: Riccardo Held in “In viaggio per rubare: da Heine a Celan”, poeti senza patria detti e recitati da un poeta-traduttore di lingua madre tedesca che anticiperà, in questa occasione, anche alcuni testi tratti dalla sua prossima raccolta ancora non pubblicata, “La Paura”. Le figure dello spaesamento e del furto, racchiuse nel titolo della serata, stanno a dirci che la poesia è il luogo che si definisce proprio al di là di ogni possesso e confine, come viaggio dunque e appropriazione di ciò che non ci appartiene ma a cui, propriamente, apparteniamo: la lingua, la tradizione, i maestri, la terra, la città e molto, molto altro. Straniera dentro ogni lingua, la lingua poetica, muovendo da un gesto intimo e personale realizza, quando riesce, una potenzialità linguistica latente in ognuno di noi ma raramente usata, una familiarità più larga e universale, inclusiva rispetto al mondo, a partire da quello a noi vicino. Scortati da viandanti che hanno la voce di Heine e Goethe, di Moerike e George, di Rilke e Benn; accompagnati dal riverbero musicale dei loro testi nella sublime intonazione del Lied tedesco e guidati dalla voce viva e presente di un autore d’oggi, vivremo qualcosa di diverso da una semplice lettura di testi: l’esperienza di un percorso lungo i confini che attraversano e alimentano l’anima poetica.


Ancora poesia sabato 4 novembre, ore 21, con “Love Poetry! Tour: perché la poesia s’ha d’amarla!” Nato nell’ambito delle attività di Torino Poesia e curato da Arsenio Bravuomo, Guido Catalano, Tiziano Fratus, il ‘tour poetico’ sguinzaglierà in giro per le città italiane una dozzina di poeti della generazione dei trentenni in una serie di tappe o, se si vuole, di veri e propri blitz destinati, nelle intenzioni dei giovani autori, a lasciare un segno. Anche in questo caso qualcosa di più di un semplice reading, ma un vero e proprio progetto itinerante, uno spettacolo poetico-musicale a più voci che mira a cambiare nello spettatore la percezione del fatto poetico e a ridefinirne il legame con la tradizione: un obiettivo ambizioso anche se perseguito in uno stile on the road e con un pizzico di baldanza giovanile. Tra letture di testi originali e omaggi ai maestri e ai padri riconosciuti, tra dissertazioni tendenziose sulla tecnica, i contenuti, gli usi della poesia e inserti musicali appropriati, quello che viene presentato nella tappa veneziana del tour, la prima a tutti gli effetti, è un atto d’amore per la poesia e di guerra ai luoghi comuni che la gravano, non la lettura di componimenti amorosi ma uno spettacolo militante sull’amore per la poesia.


Torna il teatro e ritorna Céline sabato 11 novembre, ore 21, con la tappa conclusiva del progetto curato da Massimo Giovara e dedicato dal Teatrino Groggia al grande scrittore francese, lo spettacolo “Vi - Guerra Africa America: un Voyage au bout de la nuit” dedicato a Louis Ferdinand Céline. Il testo si deve al lavoro drammaturgico sul romanzo originale di Paolo Bignamini, Gian Maria Cervo, Valentina Diana, Tiziano Fratus mentre in scena saranno Massimo Giovara e Carlo Nigra oltre a Bip Gismondi con la sua musica live, a dar vita alle controverse visioni dell’Autore con i mezzi e le forme dello spettacolo moderno e della comunicazione di massa (il talk show, lo stand-up comedian, il nostro avanspettacolo, la situation comedy, il telegiornale d'impatto, ma anche il tip tap, il karaoke, il musical). La regia è di Massimo Giovara che ha diretto anche la realizzazione dei due step precedenti, il seminario per giovani attori e il primo saggio scenico presentati nel corso della stagione autunnale del 2005. Lo spettacolo è una coproduzione ‘O Zoo Nò - ScenAperta - Teatrino Groggia, Festival Quartieri dell'Arte, Mutamento Zona Castalia, Meec di Parigi, in collaborazione con Centre Culturel Français (Milano) e con il sostegno del Sistema Teatro Torino.


E’ quindi la volta di “Groggia Modern”, il contenitore tradizionalmente dedicato alla musica d’oggi, con due serate dal titolo comune: “Americana 1 & 2”, dedicate alla musica contemporanea americana, una delle tradizioni musicali più interessanti del nostro tempo e per questo sempre molto presente, assieme a quella ungherese, nella programmazione del Teatrino Groggia. Sabato 18 novembre alle ore 21 i complessi del Conservatorio “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto eseguiranno, nell’ambito di un accordo di collaborazione con il Teatrino Groggia che si profila interessante e produttivo, un programma dedicato ad autori americani d’oggi con musiche da Cage a Reich. Il sabato seguente, 25 novembre alle ore 21, sarà la volta del pianista e compositore statunitense Curt Cacioppo, ospite abituale delle stagioni del Groggia con programmi sempre caratterizzati dalla grande raffinatezza e forza comunicativa delle scelte musicali, oltre che dall’eccellenza dell’interpretazione pianistica: il programma presentato in questa occasione, “Dediche”, prevede l’esecuzione di musiche a lui dedicate da giovani compositori americani e musiche dello stesso Cacioppo, a loro volta scritte per altri musicisti.


Ritorna domenica 26 novembre alle 21, nell’ambito di Groggia Modern, un format ideato e sperimentato nelle precedenti stagioni del Teatrino, sempre con esiti più che felici: “Novamusica Varieté n° 4. Amour Fou” con musiche, films, documenti intorno al tema ardente della passione creativa. Il titolo, tratto dall'omonimo brano di John Zorn, rimanda a quell' amore folle che getta ponti tra linguaggi lontani, a quella passione che ispira la creazione di universi musicali o visivi inediti; l'ansia del nuovo come folle e tuttavia lucido, deliberato slancio verso il futuro sarà dunque il segno sotto il quale verranno presentate alcune tra le partiture più originale della nuova musica ed alcuni rarissimi documenti visivi (film di animazione e documenti filmati): fra gli altri, esponenti di punta della nuova musica americana come Annie Gosfield, John Zorn o l’anziano, raffinato e visionario maestro George Crumb; due maestri indiscussi del Novecento europeo quali Maderna e Ligeti, la cui ricerca appassionata ha contagiato dal dopoguerra due generazioni di compositori; tre autori di riferimento per l’animazione e il cinema sperimentale come Brakhage, McLaren, Svankmajer, viandanti appassionati sullo stesso cammino dei musicisti verso la costruzione di nuovi nessi linguistici, di assetti inediti della visione e del suono, nella folle e inarrestabile corsa a sempre nuovi ordini del senso.


Sabato 2 dicembre alle ore 21 si rinnova l’appuntamento con la musica di Marino Baratello, un compositore veneziano sempre molto presente nella programmazione del Groggia, in occasione della prima esecuzione cittadina di una sua recente composizione: “Allologie (2005)” per due arpe e voci recitanti sull’omonimo testo di Luigi Cerantola. Si tratta di un testo corale costruito sugli scivolamenti fonetici progressivi delle parole che trapassano ed evolvono, di assonanza in assonanza, in forme sempre provvisorie del suono. A questo processo, perennemente sospeso e tendenzialmente ‘inconcludente’, corrisponde la forma musicale del moto perpetuo, dell’ostinato ritmico che riarticola in un flusso ininterrotto, ma vario e suggestivo, il continuo trasmigrare l’una nell’altra delle parole e del loro alone fonetico. Completa il programma della serata una originale scelta di musiche di autori contemporanei dedicata al duo d’arpe e interpretata dalle arpiste Alessandra Trentin e Tiziana Tornari, protagoniste della serata assieme al Gruppo vocale di Mensana X diretto da Elisa Vian.


Sabato 9 dicembre alle 21 è la volta di “6 x 4. Sei giovani compositori per il Quartetto”, una rassegna di nuove musiche dedicate alla più classica e alla più meditativa delle formazioni cameristiche, il quartetto d’archi, da parte di sei musicisti della generazione dei trentenni, tutti veneziani di formazione e perlopiù anche di nascita, che si misurano con una tradizione eccelsa ed accademica, ma vitale e radicata nel gusto e nel gesto compositivo contemporaneo: Federico Costanza, Giovanni Mancuso, Francesco Pavan, Filippo Perocco, Alessio Rossato, Davide Sibilla affideranno le loro musiche ai più giovani colleghi del Quartetto Novecento, il complesso in residence del Teatrino Groggia, per quella che nella maggior parte dei casi sarà una prima esecuzione assoluta. La formula sarà replicata in primavera e metterà a tema nuove composizioni per il pianoforte, accreditando così ulteriormente il ruolo del Teatrino quale punto di riferimento per la musica contemporanea e per le nuove generazioni di compositori e strumentisti dell’area veneziana.


Infine, sabato 16 dicembre ore 21, a chiusura di stagione, quello che si avvia a diventare il tradizionale appuntamento natalizio offerto dal Groggia, con il suo stile insieme informale e rigoroso, al pubblico più affezionato e attento: “Bach on the park II : un ruscello scorre ancora”, il ‘…quasi concerto di Natale’ di quest’anno che gioca, divertito ma riverente come sempre, con il significato tedesco di bach = ruscello. A dire che il Kantor è per noi come l’origine sempre aperta, la fonte che mai si esaurisce, un flusso inestinguibile di linfa creativa che alimenta anche l’attuale fioritura musicale. E non mancheranno quest’anno le occasioni per guardare alla musica di Bach come attraverso un prisma, con gli occhi dei compositori d’oggi: dalle prosciugate e incantate visioni dei Canoni di Aldo Clementi alla paradossale riduzione per flauto solo di quella monumentale icona della musica bachiana che è la “Toccata e fuga in re minore per organo”, dalle sottili e devote trascrizioni per pianoforte a quattro mani di György Kurtág agli Studien (1929-1932, b/n), vere e proprie ‘sinfonie visive’ del regista tedesco di animazione e autore sperimentale Oskar Fischinger, e ancora l’immortale disneyana “Fantasia” e l’immancabile cut-up filmico su Giovanni Sebastiano.