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29/07/2004

Categoria: Urbanistica

La giunta ha approvato la Variante al Prg per Burano, Mazzorbo, Torcello e Campalto


La Giunta comunale di Venezia nella seduta di oggi ha adottato due varianti al Prg, il Piano regolatore generale, che riguardano le isole di Burano, Mazzorbo e Torcello e il progetto preliminare per l’area significativa di Campalto. L’assessore comunale all’Urbanistica Guido Zordan ha illustrato le caratteristiche e gli obiettivi degli interventi.


Seguono le due relazioni dell’assessore Zordan sulle varianti approvate.



1) VARIANTE GENERALE AL P.R.G. PER L’ISOLA DI BURANO MAZZORBO E TORCELLO - Presentazione


Il territorio del Comune di Venezia, data la sua complessità, è stato pianificato per parti.
Ne è risultato un mosaico di piani dai contenuti anche molto diversi, che di volta in volta hanno riguardato la Città Antica di Venezia, la Terraferma, il Lido, la Laguna e così via.
Tale mosaico è stato più volte ritoccato con Varianti, per adattarlo all’evolvere dei bisogni e, per essere completato, manca ancora di tre tessere: la Variante della Laguna che è attualmente all’attenzione del Consiglio Comunale, la Variante di Pellestrina che è in corso di redazione e la Variante di Burano, Mazzorbo e Torcello oggi presentata in Giunta.
L’inquadramento organizzativo e l’impostazione metodologica di quest’ultima, si rifanno al Progetto preliminare per il nuovo P.R.G.  di Venezia, redatto nel 1996 dall’Amministrazione comunale con la consulenza di Leonardo Benevolo, mentre i suoi contenuti normativi sostituiscano e/o integrano quelli della strumentazione urbanistica vigente che sono: il Piano Regolatore approvato nel 1981 e il Piano Particolareggiato di Burano approvato nel 1990 e prorogato fino al 2003.
Il primo strumento risente della scarsa attenzione che al tempo di prestava ai problemi dell’ambiente.
Il secondo, che è frutto di una logica molto rigorosa, risente per alcuni versi di un’impostazione eccessivamente vincolistica e tale da risultare, proprio per questo, non del tutto efficace nei riguardi di quella stessa tutela del patrimonio storico-edilizio che si prefiggeva.
Il territorio oggetto della Variante presenta caratteristiche fisiche e d’uso alquanto diverse tra loro. In base ad esse, si possono individuare degli ambiti abbastanza nettamente distinguibili, come ad esempio quello prettamente urbano di Burano, quello in parte urbano e in parte agricolo di Mazzorbo, quello monumentale di Torcello incorniciato da un sistema ambientale di grande pregio in cui si intrecciano orti, peschiere e barene e così via.
Per ciascuno di tali ambiti sono stati individuati, con criteri tipologici in gran parte derivati dal Piano della Città Antica, tutta una serie di unità di spazio costruito o aperto, che vengono normate con l’obiettivo di consentire l’intervento diretto in relazione alle loro valenze effettive edilizie, ambientali e d’uso.
Laddove queste valenze si relazionano in modo complesso, gli interventi vengono invece subordinati alla predisposizione di progetti unitari di iniziative pubblica che coinvolgono unità di spazio di diversa natura.
Alcuni degli interventi edilizi ammessi (anche sulla scorta delle verifiche fatte in merito agli abusi e  ai condoni), derivano da un compromesso tra le esigenze di tutela e quelle d’uso, nella convinzione che le prime possano aver successo solamente a condizione che, almeno in parte, vengano contemperate  con le seconde.
Così, ad esempio, per fronteggiare il fenomeno dell’acqua alta, si prevede che a Burano (come del resto accadeva con il Piano Particolareggiato), in alcuni pochi e ben individuati casi, sia possibile innalzare il pavimento del piano terra e, di conseguenza, per renderlo abitabile, riposizionare i solai.
Parimenti, per compensare la modesta dimensione degli spazi offerti mediamente dalle singole unità abitative, in cui tra l’altro molto spesso occorre adeguare i servizi igienici e le scale, si prevede la possibilità di accorpamento di due unità limitrofe mediante l’apertura di una porta.
Ancora: laddove ciò corrisponda all’effettiva necessità abitativa di un nucleo familiare, è consentita la realizzazione di abbaini disposti a filo facciata, a condizione che la loro previsione venga debitamente verificata in rapporto ai risultati formali indotti nel contesto in cui si collocano e purchè rispettino in modo rigoroso, specifiche norme dimensionali e costruttive ricavate dalla tradizione edilizia di Burano.
Nell’area interessata dalla Variante, abitano oggi poco più di 3500 abitanti che erano 4400 nel 1991 e quasi 5200  nel 1981.
Il calo demografico non ha un andamento molto diverso da  quello che interessa anche le altri parti del Comune di Venezia. Qui tuttavia ha una causa in più che si ritrova ad esempio anche a Pellestrina: una accentuata difficoltà di accesso che induce molte persone ad abbandonare queste isole.
Gli abitanti che rimangono, spinti da un  profondo attaccamento a questi luoghi e alle loro culture, si adattano a non pochi disagi, contando tuttavia su una dotazione di servizi essenziali e di prima necessità abbastanza soddisfacenti e addirittura sovrabbondanti per quanto riguarda il verde e lo sport
Sul piano economico, permangono anche se con importanza via via decrescente le attività legate alla pesca, all’orticoltura e alla cantieristica. La Variante le considera come risorse preziose.
Infatti si propone di salvaguardarle e di integrarle con alcune nuove prospettive di sviluppo turistico legate alla valorizzazione dell’ambiente (siamo in presenza di aree vincolate dal P.A.L.A.V. e di aree SIC) e ad un tipo di vacanza orientata non solo alla visita giornaliera, ma anche al pernottamento breve, con la conseguenza che ciò comporta sul piano delle destinazioni d’uso ammesse e sull’organizzazione di itinerari volti alla scoperta di paesaggi ed ambienti oggi trascurati.



2) Variante al P.R.G. per l’area significativa di Campalto -  Progetto preliminare
Presentazione


In sede di pubblicazione della Variante Generale per la Terraferma, per l’area di Campalto vennero presentate numerosissime osservazioni. Tra queste, assumevano particolare rilevanza quelle riguardanti l’esigenza di un incremento della capacità insediativa che risultasse sufficiente a garantire una dotazione di servizi ed una articolazione degli spazi all’altezza delle aspettative dei cittadini.
Il Consiglio Comunale, riconobbe la fondatezza di tale esigenza, e pur respingendo le osservazioni e, adottando il Piano così com’era stato predisposto, approvò un Ordine del Giorno con cui impegnava la Giunta a tradurla in progetto.
Di qui, la Variante che è in corso di elaborazione la quale prevede, oltre che la tutela dei valori testimoniali e ambientali in gioco e il riassetto di quei tessuti edilizi che oggi si presentano scompaginati, l’insediamento di circa 1300 nuovi abitanti, a cui ne vanno aggiunti circa altri 800 di un PEEP vigente, ma non ancora attuato.
Le linee guida principali sono contenute nel Progetto preliminare allegato, che presenta alcuni motivi d’interesse dallo spiccato carattere innovativo. Essi possono essere così riassunti:
a- lo strumento tradizionale dello Zoning che parcellizza il territorio, specializzandolo in parti funzionalmente e morfologicamente separate verrà per quanto possibile limitato per dar luogo ad un’organizzazione urbana in cui si realizzi :
- una diffusa integrazione tra spazi costruiti, spazi verdi urbani e spazi aperti di vario tipo tra i quali spiccano per il loro valore ambientale una grande area destinata alla fitodepurazione e la rinaturalizzazione di un canale scolmatore che oggi si presenta con le rive cementate;
- un calibrato intreccio tra edilizia convenzionata e sovvenzionata ed edilizia destinata al libero mercato, per evitare il rischio della ghettizzazione che abitualmente si accompagna ai PEEP concepiti come “altro” rispetto ai tessuti che li circondano.
b- per la prima volta nel nostro Comune si adotteranno a scala urbanistica criteri di ecosostenibilità.  Questi verranno sviluppati a partire dalla disposizione della nuova edificazione che, in gran parte, avrà le fronti più lunghe disposte a sud, in vista dell’impiego di pannelli fotovoltaici e pannelli e serre solari, che verrà promosso da appositi incentivi;
c- una parte significativa dei nuovi insediamenti consentirà, nel rispetto di specifiche regole, forme di addizione, per consentire alle singole unità abitative di potersi espandere in ragione del variare dei bisogni dei nuclei famigliari. Ne deriveranno tra l’altro, configurazioni innovative, improntate a quella freschezza e ricchezza compositiva che si ritrovano per lo più nei tessuti dell’edilizia minore dei Centri Storici;
d- in relazione alla nuova Legge Urbanistica Regionale si farà ricorso oltre che alla compensazione urbanistica già sperimentata nel nostro Comune con successo, a forme di credito edilizio. E ciò in particolare, per liberare l’abitato da insediamenti produttivi con esso incompatibili.
La Variante, in base alle linee guida del Progetto Preliminare, sarà strutturata in quattro fasce, assimilabili ciascuna a delle linee di forza. La prima si dispone parallelamente alla gronda lagunare, comprende il Passo di Campalto (vera e propria porta della Laguna) ed ha valenze di tipo prevalentemente naturalistico.
La seconda si dispone lungo il canale scolmatore che verrà “ rinaturalizzato” ed organizza, nell’alternanza di spazi verdi, spazi costruiti, piazze e strade ciclopedonali, gran parte della nuova edificazione.
La terza coincide con la Via Orlanda che verrà sgravata dal traffico di attraversamento diventando tra la nuova e vecchia chiesa l’asse “storico”, debitamente riorganizzato, di Campalto.
L’ultima infine, riguarda un nuovo tracciato stradale che consentirà al traffico di attraversamento di evitare l’abitato e che dovrà essere dotato di appropriate opere di mitigazione.


Guido Zordan
Luglio 2004