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08/09/2006

Categoria: Legge speciale

Presentato il restauro del Giardino delle sculture di Scarpa

Il sindaco sollecita la fine dell'occupazione del Negozio Olivetti



"Con il recupero di quest'opera molto bella, del quale sono lieto, e grato a quanti vi hanno operato, la città salda oggi un primo debito con Carlo Scarpa, ma ce ne sono altri da saldare". Così il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha aperto il proprio intervento alla presentazione del restauro del Giardino delle sculture di Carlo Scarpa, al Padiglione Italia della Biennale. E ha quindi prima accennato al basamento galleggiante del monumento alla Partigiana di Augusto Murer, sulla Riva dei Giardini, il cui recupero incontra problemi tecnici, e si è poi soffermato su quello che ha definito "lo scandalo degli scandali", la occupazione mercantile del Negozio Olivetti in Piazza San Marco, architettura di estrema raffinatezza, della quale oggi è impedita la lettura e il godimento. Il sindaco ha affermato che la città deve rimuovere tale "obbrobrio" e ha auspicato a tal fine la collaborazione delle Assicurazioni Generali, proprietarie dell'immobile.

La cerimonia è stata introdotta dall'assessore comunale ai Lavori pubblici di Venezia, Mara Rumiz, che ha inquadrato il recupero del Giardino delle sculture nel più vasto piano del Comune per la tutela e la valorizzazione delle opere di Scarpa ai Giardini di Castello, confermando l'impegno a proseguire su questa strada in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni architettonici. Obiettivi e  tecniche del restauro del Giardino (su progetto dell'arch. Luciano Gemin, e studi, rilievi, ricerche preliminari dell'arch. Maura Manzelle) sono stati illustrati dal responsabile unico del procedimento, arch. Roberto Benvenuti, che era accompagnato dal direttore dei lavori, arch. Ruggero Munarin: i due tecnici, della Direzione Progettazione ed esecuzione lavori del Comune, sono stati vivamente complimentati dalle autorità e dalle personalità presenti per la qualità dei lavori - costati circa 200 mila euro, finanziati con fondi della Legge speciale - che hanno consentito l'arresto dei fenomeni di degrado, e la ricomposizione della struttura e dell'immagine originarie del Giardino, con interventi minimi essenziali, rispettosi del progetto di Scarpa.

La soprintendente ai Beni architettonici, Renata Codello, ha annunciato il completamento del restauro della Biglietteria dei Giardini, anch'essa opera di Scarpa, finanziato dal Ministero dei Beni culturali come omaggio al Comune, che ne è il proprietario. Il restauro del Giardino è stato elogiato dal direttore della Direzione Beni e attività culturali del Comune, Giandomenico Romanelli, che ha annotato come lo spazio sia stato restituito alla originaria delicatezza e insieme al ruolo di momento di riposo, di pausa, di meditazione lungo il percorso di visita delle Mostre della Biennale, così come lo aveva pensato Carlo Scarpa.

Di seguito, una scheda sull'opera e sull'intervento di restauro.
Carlo Scarpa ideò e realizzò il Giardino delle sculture per gli allestimenti della XXVI Biennale, nel 1952. Dopo la demolizione di una sala di passaggio, Scarpa creò uno spazio completamente diverso, che si rende elemento di cerniera tra gli ambienti con diversa destinazione d'uso del Padiglione Italia. Racchiusi dagli alti muri perimetrali, con i mattoni lasciati a vista, tre bassi pilastri con sezione a mandorla, intonacati con coccio pesto, sostengono una pensilina in cemento armato, modellata a curve circolari con l'interposizione di tre elementi sferici in metallo. La pavimentazione, sfalsata in due livelli, è strutturata su una maglia a base quadrata dove lastre di calcestruzzo lavato, rettangolari e quadrate, si inseriscono con diverso orientamento. Alcuni basamenti in mattoni fungono da panca e da perimetro delle zone a verde. A completamento dell'opera, una sapiente distribuzione dell'acqua, unitamente al gusto per la vegetazione, rende il giardino un luogo di pausa, giusto momento di relax tra gli spazi espositivi.

Nel corso degli anni, nonostante alcuni interventi di manutenzione, quel senso di armonia che governava l'intera opera è venuto meno e l'ambiente si è completamente degradato. Prima di affrontare il restauro del Giardino delle sculture, l'arch. Manzelle ha svolto un importante lavoro di rilevazione e di studio sull'opera e sulla sua costruzione mediante il rilievo scientifico, geometrico, fotogrammetrico, indagini chimiche, biologiche, microstratigrafiche, a ultrasuoni, e con l'aiuto di testimonianze e documenti d'archivio. Il progetto di restauro dell'arch. Gemin ha restituito l'immagine originaria del Giardino, con la ricomposizione della continuità del muro di cinta in cui era stata aperta una via di fuga, il tamponamento di fori, la rimozione di rampe in lamiera, la riproposizione nella configurazione iniziale delle lastre in calcestruzzo della pavimentazione; il progetto non si è posto come obiettivo l'eliminazione definitiva dei fenomeni di degrado, ma ha optato per azioni meno radicali di arresto di tali fenomeni, assumendo la naturale condizione di precarietà dell'opera, che necessita di continua attività di manutenzione per preservarne l'integrità, in modo da poterne tramandare l'immagine.


scarpa 1


 


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