La produzione di Porto Marghera, ed in particolare la cosiddetta “filiera del cloro”, nasce come ciclo integrato, per avere a disposizione la materia prima (il cloro appunto) vicino agli impianti consumatori, per evitare le problematiche relative alla sicurezza ed all’economicità del trasporto. Non a caso in origine tutti gli impianti, strettamente interconnessi sia per quanto riguarda materie prime/prodotti, sia per quanto riguarda le utilities, erano appartenente alla stessa proprietà. Negli ultimi anni però vi è stato di fatto una moltiplicazione dei soggetti coinvolti, e nello specifico per il “ciclo del cloro” attualmente vi sono 3 distinti attori:
- Syndial (ex Enichem), proprietaria degli impianti “clorosoda” CS23-25, di produzione del cloro, e DL1 di produzione del dicloroetano (DCE) - DOW Poliuretani Italia, che pur non producendo una molecola clorurata (toluendiisocianato, TDI) necessita del cloro nel suo ciclo produttivo per formare il fosgene, che serve da intermedio per una reazione di scambio. Di fatto poi la quasi totalità del cloro immesso nel ciclo viene reso come acido cloridrico o acido muriatico (acido cloridrico al 33%). - INEOS Italia, che produce polivinilcloruro (PVC) partendo da etilene e acido cloridrico
Impianto di produzione cloro CS 23-25 e produzione di dicloroetano DL1 (Proprietà Syndial)
La produzione del cloro a Porto Marghera è stata avviata negli anni ‘50; i primi impianti sono stati fermati definitivamente nel 1994, mentre quelli attualmente in funzione sono stati costruiti negli anni ‘70. Il cloro prodotto da Syndial, previa vaporizzazione, viene attualmente trasferito mediante tubazioni (pipe-line) alle utenze sempre di proprietà Syndial per la produzione di dicloroetano (DCE), alla DOW POLIURETANI ITALIA per la sintesi del fosgene nel reparto TD4, ed alla INEOS ITALIA per produzione di cloruro di vinile monomero (CVM) mediante rottura della molecola di dicloroetano (cracking).
Impianti TDI (Proprietà DOW Poliuretani Italia)
Il toluendiisocianato (TDI) è un prodotto fondamentale per la produzione di schiume e poliuretani. La produzione a Porto Marghera è stata avviata nel 1972, secondo il processo tradizionale di sintesi: le materie prime utilizzate sono il toluene, l’acido nitrico, il cloro e ossido di carbonio che attraverso specifiche reazioni porta alla produzione del TDI. All’interno di queste reazioni particolare rilevanza ha quella tra la metatoluendiammina (MTD) ed il fosgene, ottenuto a sua volta per reazione diretta tra cloro e ossido di carbonio. Il cloro viene poi restituito sotto forma di acido cloridrico o acido muriatico ed inviato ad INEOS.
Impianti CV 22/23 e CV 24/25 (Proprietà INEOS ITALIA)
INEOS Italia produce polivinilcloruro (PVC), uno dei materiali plastici più diffusi al mondo e che trova una vasta gamma di applicazioni in numerosi settori. Il PVC è ottenuto dalla polimerizzazione del cloruro di vinile monomero (CVM), prodotto dalla stessa INEOS per cracking di dicloroetano (DCE), che viene sintetizzato per reazione tra etilene, acido cloridrico e aria. INEOS impiega, oltre al DCE prodotto nei propri impianti, anche DCE acquistato da Syndial , mentre il surplus di monomero che non è trasformato in PVC viene inviato ad altri stabilimenti fuori Porto Marghera. Infine il PVC prodotto viene trasformato in polvere, e quindi in granuli plastificati e rigidi per mezzo del processo di estrusione.
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