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01/06/2006

Categoria: Lavori Pubblici

Centenario di Carlo Scarpa, l'attività del Comune per salvaguardare le opere ai Giardini di Castello


In occasione del week-end (da domani venerdì 2 a domenica 4 giugno) dedicato a Carlo Scarpa, nel centenario della nascita, l'Amministrazione comunale di Venezia ricorda che Scarpa ha realizzato tra gli anni Cinquanta e Settanta varie opere nell'area dei Giardini a Castello, intervenendo con originalità e rispetto del luogo sia all'interno sia all'esterno di quello spazio particolare che è la Biennale, arrivando con una propria logica progettuale in prossimità del margine lagunare dei Giardini, fino al bordo dell'acqua.

L'Amministrazione comunale ha da tempo recepito l'appello e l'esigenza di salvaguardare quanto rimaneva di questa attività architettonica. Infatti nel 2002 è stato approvato il progetto preliminare inerente il restauro di tre opere site a Castello nell'area dei Giardini, di differente natura e importanza: il basamento per la statua in ceramica "La Partigiana" di Leoncillo Leonardi, realizzato nel 1955 e di cui resta la struttura in cemento armato sulla quale poggiava la statua, distrutta da un attentato fascista nel 1962; il patio-giardino nel Padiglione Italia, il cosiddetto "giardino delle sculture" (1952); il basamento galleggiante e le altre opere del Monumento alla Partigiana di Augusto Murer (1968). La redazione del progetto definitivo ed esecutivo è stata affidata all'arch. Luciano Gemin, mentre l'arch. Maura Manzelle è stata incaricata di eseguire gli studi di rilievo critico, indagini e ricerche storiche; l'arch. Roberto Benvenuti, insieme con l'arch. Ruggero Munarin, coordina progetti e lavori per conto dell'Amministrazione comunale. Una quarta opera di Scarpa in quell'area è la biglietteria della Biennale con la pensilina a forma di foglia, il cui restauro è curato dalla Soprintendenza. Opere di Scarpa in edifici di proprietà del Comune sono anche l'Aula "Manlio Capitolo" al Tribunale e l'allestimento permanente della Quadreria al Museo Correr, ambedue nel programma di visite del prossimo week-end.

Di seguito, schede tecniche delle tre opere a Castello oggetto dei restauri da parte del Comune.

Il basamento della Partigiana - Nei Giardini di Castello si trova il basamento per la statua in terracotta smaltata "La Partigiana" di Leoncillo Leonardi, distrutta da una bomba (la prima versione si trova alla Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro). Per la collocazione della statua, Scarpa realizzò un piedistallo in cemento armato a sviluppo verticale sorreggente una base orizzontale, sempre in cemento armato mediante l'interposizione di un elemento bronzeo trasversale a sezione esagonale. La diretta fuoriuscita dal terreno del basamento imprimeva alla statua maggior slancio, mentre materiali e forma del supporto la rendevano isolata e avulsa dal contesto spazio-temporale.
Il basamento per la statua, di cui resta la struttura in cemento armato ove questa poggiava, è stata oggetto di lavori di restauro sulla base del progetto approvato nell'aprile 2003 dalla Soprintendenza ai Beni architettonici. In pratica si è provveduto a recuperare il basamento mediante operazioni di pulizia del calcestruzzo e opportuni trattamenti dei ferri d'armo del piano d'appoggio, fuoriusciti in seguito all'esplosione. Successivamente, al fine di ridefinire un ambito di pertinenza chiaramente leggibile, l'opera è stata delimitata da una struttura in ferro trattato, che per una parte è quasi a filo terreno, realizzando così un quadrato d'erba di lato pari a circa quattro metri. All'interno del perimetro, che supporta un sistema d'illuminazione radente, è stata inserita una piastra in ferro, sulla quale è stato applicato un mosaico che ripropone l'immagine della scultura di Leoncillo. L'opera è stata riconsegnata alla cittadinanza in occasione delle manifestazioni ai Giardini per la ricorrenza del 25 aprile 2003, anniversario della Liberazione.


Il Giardino delle sculture - Per gli allestimenti della XXVI Biennale, Scarpa ideò e realizzò il "giardino delle sculture", nel Padiglione Italia. Dopo la demolizione di una sala di passaggio, Scarpa creò uno spazio completamente diverso, che si rende elemento di cerniera tra gli ambienti con diversa destinazione d'uso del Padiglione Italia. Racchiusi dagli alti muri perimetrali, con i mattoni lasciati a vista, tre bassi pilastri con sezione a mandorla, intonacati con coccio pesto, sostengono una pensilina in cemento armato, modellata a curve circolari con l'interposizione di tre elementi sferici in metallo. La pavimentazione, sfalsata in due livelli, è strutturata su una maglia a base quadrata dove lastre di calcestruzzo lavato, rettangolari e quadrate, si inseriscono con diverso orientamento. Alcuni basamenti in mattoni fungono da panca e da perimetro delle zone a verde. A completamento dell'opera, una sapiente distribuzione dell'acqua, unitamente al gusto per la vegetazione, rendeva il giardino un luogo di pausa, giusto momento di relax tra gli spazi espositivi.

Nel corso degli anni, nonostante alcuni interventi di manutenzione, quel senso di armonia che governava l'intera opera è venuto meno e l'ambiente si è completamente degradato. Prima di affrontare il restauro del Giardino delle sculture, è stato svolto un importante lavoro di rilevazione e di studio sull'opera e sulle circostanze che hanno caratterizzato la sua costruzione mediante il rilievo scientifico, geometrico, fotogrammetrico, le indagini chimiche, biologiche, microstratigrafiche, a ultrasuoni, che sono state tradotte nella mappatura del degrado, e con l'aiuto di testimonianze e documenti d'archivio. Tutto ciò per un progetto di restauro approvato nel 2005, che non si pone come obiettivo l'eliminazione definitiva dei fenomeni di degrado, ma che si limita ad azioni meno radicali, assumendo la naturale condizione di precarietà dell'opera che necessita di continua attività di manutenzione per preservarne l'integrità, in modo da poterne tramandare l'immagine. Con l'esecuzione dei lavori, di cui è prevista l'ultimazione in tempo per l'apertura della Biennale Architettura 2006, si cerca di intervenire con la massima conservazione della materia eseguendo il necessario per arrestare i fenomeni di degrado e attuando i correttivi mirati a restituire l'immagine originaria del manufatto.

Il Monumento alla Partigiana - In seguito alla distruzione della scultura di Leoncillo, Augusto Murer vinse il concorso per la realizzazione di una nuova statua, un'opera in bronzo in cui l'artista raffigura il corpo di una partigiana steso a terra. Carlo Scarpa immagina che il modo più corretto e spontaneo di osservare l'opera sia quello di posizionarla in un punto più basso rispetto all'osservatore. La soluzione prescelta è quella di realizzare un cassone galleggiante in ferro-cemento con la superficie superiore rivestita in lastre di rame su cui appoggia il bronzo dell'artista in modo da far apparire la statua quasi adagiata sul pelo dell'acqua e renderla così partecipe al suo movimento. Dal bordo della riva dei Giardini, grazie a una sapiente interruzione nel parapetto in mattoni, il passante può entrare nell'area del monumento: vari pilastri a sezione quadrata in cemento armato sormontati da testate in pietra d'Istria, di altezza diversa e degradanti verso la laguna, consentono all'osservatore di variare continuamente il suo punto di vista. Purtroppo la tecnologia e i materiali non idonei impiegati all'epoca della costruzione unitamente all'aumento del moto ondoso e della sporcizia presente in laguna, hanno privato l'opera praticamente da subito del galleggiamento, prerogativa indispensabile di questa particolare esposizione che coniuga movimento e staticità. Il progetto di restauro, attualmente all'esame della Soprintendenza di Venezia, prevede il recupero di questa caratteristica dinamica del supporto all'opera, la pulizia della statua e un restauro degli elementi che contornano l'intera struttura.