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07/04/2006

Categoria: Cultura

Domani al Groggia Tucholsky Cabaret "Impara a ridere senza piangere"


Domani, sabato 8 aprile, alle ore 21, al Teatrino Groggia, andrà in scena "Tucholsky Cabaret. Impara a ridere senza piangere" da Kurt Tucholsky, per la regia di  Francesca Faiella; con Francesca Faiella, Michele Taccagno, Michele Nani; scelta e adattamento testi di Susanna Böhme-Kuby e Francesca Faiella; musiche di Matteo Manzitti. Biglietti: intero ? 6,00, ridotto ? 3,00 (ragazzi fino a 18 anni - anziani sopra i 65 anni) - operatori con richiesta di accredito.

Kurt Tucholsky (1890-1935) pubblicista e romanziere notissimo in ambito tedesco, scrittore satirico, poeta, autore di canzoni e cabarettista raffinato nonché pacifista militante, rappresentativo di "quell'altra Germania" che già negli anni immediatamente successivi alla prima Guerra Mondiale ha denunciato i segni premonitori della deriva autoritaria e militarista della società tedesca. Riparato in Svezia dal 1930, prima che i nazisti, nel 1933, lo privassero della cittadinanza e bruciassero i suoi libri, si tolse la vita nel dicembre 1935.

Lo spettacolo - è scritto in una nota di presentazione - è un carosello di incontri e scontri in esasperate e esasperanti situazioni quotidiane di mariti e mogli, di mantenute e amanti, di filosofi e soldati, grandi industriali e politicanti, ambiziosi arraffoni e ingenui sognatori sullo sfondo di una Berlino anni Venti che nelle parole di Tucholsky assume connotati incredibilmente attuali. L'iper-realistico e caricaturale balletto di uomini, farneticanti, meschini e divertenti allo stesso tempo che si muovono sul palcoscenico è commentato e osservato da due spiriti di trapassati che appollaiati sulle nuvole di un immaginario aldilà colpiscono con i fulmini del miglior umorismo tucholskyano la stupidità umana, i parvenus e l'atteggiamento servile di chi idolatra l'autorità. I due spiriti guardano gli umani con lo stesso sentimento con cui un giorno Tucholsky guardò la Monna Lisa e scrisse: "Come la torre di Pisa sei famosa / e il tuo sorriso si dice sia ironia / Già... chi lo sa perché sorride Monna Lisa? / Ride di noi, per noi, a dispetto di noi, con noi, contro / di noi o come? / Piano ci insegni quello che si approssima. / Perché Lisetta, la tua immagine ci mostra / che chi di questo mondo ha visto tanto / sorride, posa le mani in grembo / e tace." (traduzione Elisa Ranucci).