"Sono orgoglioso di affermare che Venezia è la città italiana che accoglie il maggior numero di persone richiedenti asilo o rifugiati e lo fa offrendo strutture adeguate": con queste parole l'assessore comunale alle Politiche sociali, Giuseppe Caccia, ha aperto oggi a Ca' Farsetti, la conferenza stampa sulla Giornata internazionale del rifugiato, affiancato da una delegazione di richiedenti asilo, dalla responsabile del progetto "Fontego", Rosanna Marcato, dal direttore Opere riunite Buon Pastore, Alberto Donaggio, dal responsabile della Cooperativa sociale Cogess, Settore immigrazione Antonio Boschin.Caccia ha ricordato che il Comune di Venezia accoglie rifugiati, perché perseguitati nei loro Paesi, fin dal 1994; attualmente è in grado di ospitare, in strutture diversificate, 155 persone tra singoli, famiglie e bambini, provenienti da Turchia, Afghanistan, Libia, Iran, Iraq, Sudan, Congo, ecc., in collaborazione con la Cogess e il Buon Pastore. Oltre agli interventi di sostegno sociale, mediazione culturale e consulenza legale - ha annotato l'assessore - le attività svolte dagli operatori comprendono interventi culturali mirati a favorire la conoscenza reciproca di ospiti, operatori e cittadini del nostro territorio. Caccia ha sottolineato due aspetti di questa problematica: il primo, positivo, riguarda i fondi stanziati dal Ministero degli Interni che oggi coprono circa l'80% delle spese per l'accoglienza contrariamente a quanto avveniva fino al 2002 dove erano gli Enti locali e la Comunità europea a farsi carico dei costi; il secondo, negativo, è causato dall'inefficienza della Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato che a fronte di un iter previsto di 45 giorni per la convocazione dei richiedenti asilo, impiega attualmente dai 15 ai 24 mesi, provocando attese che hanno pesanti ripercussioni sulla vita delle persone e sui servizi che se ne fanno carico. Oltre a questi cronici ritardi e alla dispersione di circa 8.000 domande (dati del Ministero per il 2003: su 11.319 domande 10.706 dinieghi dei quali 7.348 per irreperibilità) di richiedenti asilo, non più rintracciabili a causa dei lunghi tempi di convocazione, vanno segnalate - ha aggiunto Caccia - le modalità totalmente discrezionali e non controllabili delle audizioni e di tutto l'iter che rendono impossibile qualsiasi tutela del richiedente asilo.
L'incontro è stato concluso da Labu Ndula, giovane donna del Congo il cui volto appare sui manifesti di annuncio della Giornata internazionale del rifugiato. "Non voglio raccontare la mia storia - ha dichiarato Ndula - perché è troppo dolorosa e il solo ricordo mi fa stare male, desidero ringraziare tutti e invitarvi alla festa che si terrà domani, al Centro Boa Villaggio solidale a Tessera in via Pezzana dove a partire dalle 17 ci saranno musiche e danze e 'parole' che permetteranno a noi rifugiati di farci conoscere e consentiranno a noi di conoscere voi".
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