E' stato firmato oggi a Ca' Farsetti, con una conferenza stampa, il protocollo d'intesa per il diritto di difesa e il gratuito patrocinio dei detenuti. All'incontro sono intervenuti l'assessore comunale alle Politiche sociali, Delia Murer, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Venezia, Mauro Pizzigati, e per il Ministero della Giustizia, la direttrice degli Istituti di pena di Venezia, Gabriella Straffi, e la direttrice dell'Ufficio Esecuzione penale esterna di Venezia, Treviso, Belluno (Uepe), Chiara Ghetti.
L'assessore ha ricordato il forte e storico impegno dell'Amministrazione comunale per migliorare la qualità della vita all'interno degli Istituti di pena veneziani e favorire il reinserimento sociale dei detenuti. "Grazie ai finanziamenti Urban Italia è stata ammodernata la ludoteca, installato un impianto di climatizzazione al nido, attrezzato un'area verde per i bambini delle recluse al carcere femminile, inoltre sono stati avviati diversi corsi di formazione e orientamento al lavoro dalle cooperative sociali e attivate 18 borse lavoro; sono stati realizzati sportelli-carcere nell'Istituto di pena femminile, alla Casa di reclusione e uno spazio in campo Santa Margherita quest'ultimo accessibile anche ai familiari dei detenuti. Oggi - ha aggiunto Murer - con la disponibilità dell'Ordine degli avvocati a sostenere la consulenza legale negli sportelli carceri per l'accesso al patrocinio a spese dello Stato e sulla difesa d'ufficio abbiamo fatto un ulteriore passo avanti: anche questo rappresenta un elemento di civiltà".
Pizzigati ha rilevato che è stata l'avvocato Monica Gazzola la prima a occuparsi di questa problematica condivisa poi dall'intero Ordine che ha ritenuto interessante e qualificante operare affiancando l'attività degli sportelli per garantire l'effettività del diritto di difesa sancito dalla Costituzione. Pizzigati ha rammentato che a tale scopo tra poco si terranno due prime giornate di formazione all'utilizzo del gratuito patrocinio per gli operatori del Comune, del Ministero e di Urban Italia coinvolti nel progetto.
Ghetti e Straffi hanno ribadito l'importanza per i detenuti di ricevere una corretta informazione perché la mancanza di cultura e di denaro è una condizione comune alla maggior parte dei reclusi che invece possono sperare in questi servizi per vedere tutelati i propri interessi. Entrambe le rappresentanti del Ministero hanno valutato che questo è un modo di operare per il pieno riconoscimento del diritto di cittadinanza, sottolineando estremamente positiva la collaborazione dell'Ordine degli avvocati, che non ha precedenti nel Triveneto e probabilmente nemmeno a livello nazionale.

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