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29/11/2005

Categoria: Polizia Municipale

False autorizzazioni edilizie, la Polizia municipale identifica e denuncia un dipendente del Comune


La Sezione di Polizia giudiziaria della Polizia municipale di Venezia, al termine di accurate indagini e controlli, ha inviato alla Procura della Repubblica un rapporto a carico di un dipendente del Comune, il disegnatore G.M., ipotizzando reati di falsità materiale e ideologica, e di truffa aggravata, relativamente a quattordici episodi, riguardanti atti amministrativi (concessioni edilizie e autorizzazioni) e dodici persone presunte truffate, mentre altre sono in corso di identificazione: le indagini della Polizia municipale infatti proseguono, d’intesa con la Procura della Repubblica.


Poiché gli investigatori della Polizia municipale e l’Autorità giudiziaria ritengono possibile che altri cittadini possano aver avuto rapporti professionali con G.M. e ottenuto da lui atti amministrativi falsificati, sborsando somme di denaro, e aver quindi costruito manufatti abusivi, la Polizia municipale invita quanti fossero in queste condizioni a contattare senza alcun timore la Sezione di Polizia giudiziaria (telefoni 041.274.7070 e 041.274.4634).


La vicenda ha avuto inizio la scorsa estate, quando un dipendente comunale informava confidenzialmente la Sezione di Polizia giudiziaria della esistenza di autorizzazione edilizie presunte false, predisposte da un disegnatore del Comune di altro Ufficio. I primi accertamenti consentivano di appurare che non si trattava di vicende di corruzione: i cittadini che ricorrevano a G.M. e gli sborsavano denaro al dipendente erano infatti ignari che le autorizzazioni erano fasulle.


L’indagine della Polizia municipale si è avviata quando un dipendente comunale ha visto che era sbagliato il cognome del dirigente preposto al rilascio dell’atto (l’autorizzazione a costruire un pontile per barche) ottenuto tramite G.M. contro il quale sporgeva denuncia-querela. Dopo una prima informativa alla Procura, la Polizia municipale chiedeva e otteneva un decreto di perquisizione domiciliare, che eseguiva sia in casa sia in ufficio di G.M., rinvenendo materiale dal quale risaliva a ulteriori presunte truffe o tentate truffe: autorizzazioni per un altro pontile, per un rustico, per una casetta in legno e altro ancora, fino alle pratiche non completate per una lottizzazione edilizia da quaranta appartamenti.