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14/12/2005

Categoria: Politiche sociali

Presentato il protocollo d’intesa tra Comune e Ministero di Giustizia


Un protocollo d’intesa tra Comune e Ministero della Giustizia, che sancisce una collaborazione duratura nel tempo per definire linee d’azione e formalità d’intenti a sostegno delle forme alternative alla detenzione nel territorio veneziano, è stato presentato oggi a Ca’ Farsetti. All’incontro sono intervenuti il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, l’assessore comunale alle Politiche sociali, Delia Murer, la responsabile del servizio Autonomia degli Adulti, Francesca Vingiani, la direttrice degli Istituti di pena di Venezia, Gabriella Straffi, la direttrice dell’Ufficio dell’esecuzione penale esterna di Venezia, Chiara Ghetti, il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Giovanni Tamburrino; erano presenti numerosi esponenti di enti, associazioni, cooperative sociali.


Murer ha spiegato che la realtà veneziana è sempre stata attenta e solidale verso queste problematiche, e che le prime iniziative congiunte tra Comune, Amministrazione penitenziaria e mondo del volontariato risalgono al 1995, sottolineando che questa grande esperienza ha permesso di realizzare dentro e fuori il carcere servizi assolutamente innovativi. L’assessore ha ricordato che attualmente, all’interno del carcere, vi sono stage formativi, lavoro, iniziative culturali e ricreative, mentre all’esterno per i detenuti in semilibertà e per coloro che hanno concluso la pena è possibile offrire lavoro. “Certo – ha dichiarato Murer – non è facile supportare il detenuto che ha concluso la pena e che ha bisogno di lavoro, di una casa, di stabilità emotiva, di reinserimento nella vita sociale”.


Il sindaco ha affermato che questa intesa è importante perché esprime la passione civile che ha animato e anima i dirigenti degli Istituti penitenziari. “Queste sono iniziative di grande valore etico e civile che rischiarano il panorama cupo della situazione delle carceri italiane. Gli sforzi che i volontari compiono possono attutire questa crisi istituzionale, ma bisogna che si operi una riforma radicale del sistema carcerario investendo e dando risorse agli Enti locali che per primi debbono dare opportune risposte”.
 
Straffi e Ghetti hanno ricordato che l’impegno del detenuto, a titolo gratuito, nelle associazioni, previsto nel protocollo, è una forma di risarcimento del danno arrecato e una modalità per il suo inserimento sociale, mentre Tamburrino ha messo in luce la pericolosità dell’attuale situazione carceraria dove i luoghi di detenzione scoppiano per i troppi detenuti. “In questo quadro le misure alternative sono le uniche percorribili, vi è la necessità di guardare avanti e immaginare una riforma che cambi il modo di concepire la sanzione penale. Mi pare che Venezia abbia attivato un circuito virtuoso e che quanto si è fatto finora si allinei in questa nuova idea di pena”. E’ stato infine ricordato che domani, alle ore 20, nelle Sale Apollinee, si terrà un concerto per contribuire alla realizzazione della lavanderia industriale nel carcere femminile della Giudecca.