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19/01/2006

Categoria: Ambiente

Porto Marghera: incontro col sindaco sul futuro dell'area


 


Gremita la sala della Municipalità di Marghera ieri sera in occasione dell’incontro con il sindaco, Massimo Cacciari, l’assessore all’Ambiente, Laura Fincato, i rappresentanti della Municipalità di Marghera e la cittadinanza. All’incontro – convocato al fine di presentare l’intesa sottoscritta con la Regione Veneto e la Provincia di Venezia sul futuro di Marghera – erano presenti anche numerosi rappresentanti del Consiglio comunale, e in particolare della IX e della X Commissione (Attività produttive / Ambiente), alle quali l’intesa era stata presentata nel pomeriggio di ieri.


 


L’area produttiva di Marghera – ha spiegato Cacciari – si estende su 2200 ettari, movimenta 45 milioni di tonnellate di merce, ha 13.000 addetti (esclusi i dipendenti di imprese in appalto) e occupa 45 km di banchine: “se non riusciamo a sviluppare queste immense potenzialità faremmo, tutti indistintamente, meglio a cambiare mestiere”. Ha continuato poi sottolineando l’importanza di “fare squadra, perché la complessa realtà di Porto Marghera non può essere gestita da singoli soggetti: se non si riesce a intervenire a Porto Marghera si rischia che i capitali vadano via, magari a costruire Veneto city, una prospettiva folle perché servirebbe solo a distruggere altra campagna”. La vocazione industriale di Marghera non viene messa in dubbio da nessuno, ma bisogna pensare a una nuova Marghera – direzionale, terziaria, logistica e anche produttiva – e in quest’ottica è prioritario effettuare le bonifiche e avere imprese produttive compatibili con l’ambiente.


 


L’intesa sottoscritta traccia prospettive generali sullo sviluppo di Marghera (mentre l’accordo del ’98 contemplava solo la chimica) e l’accordo vero e proprio dovrà contemplare tutti i dettagli degli intenti previsti e va stilato nel più breve tempo possibile. E’ fondamentale guardare oltre la chimica e puntare anche su altri settori: il programma va gestito e governato per evitare un tragico processo di dismissione e graduando la dismissione qualora non ci siano possibilità di riconversione. Questo – ha continuato il sindaco – è il ruolo principale dell’Amministrazione comunale che deve porsi come garante dell’occupazione e dello sviluppo tutelando contemporaneamente la salute dei cittadini: sviluppo e salute non vanno posti in contraddizione. Nello stesso tempo però bisogna capire che c’è ancora spazio per l’industria chimica in questo paese: una dismissione a Marghera provocherebbe un effetto domino su altri settori dell’industria manifatturiera italiana, senza la quale in questo paese non c’è un futuro.


 


Cacciari non ha nascosto le difficoltà che ancora persistono sulla via di un accordo operativo: innanzitutto quella di capire quale sia veramente la prospettiva delle imprese operanti a Porto Marghera, ma anche quella di avere la certezza che le aziende vogliano veramente perseguire ciò che hanno sottoscritto. Infine il destino della lavorazione del cloro e del fosgene. Tutti gli obiettivi individuati sono al momento solo sulla carta: il passo successivo è trasformarli in programmi di investimento per sostituire l’esistente. Per quanto concerne il referendum, richiesto da oltre 13.000 cittadini e che rappresenta perciò un dovere istituzionale, il sindaco si è detto ottimista sulla possibilità che gli stessi firmatari possano rinunciarvi, una volta verificate e approvate le prospettive aperte dall’intesa.


 


Fincato ha precisato che tutte le questioni relative all’intesa sono state affrontate con una metodologia che sarà travasata nella commissione che si insedierà oggi, nella quale confluiranno i tre gruppi di lavoro che hanno predisposto l’accordo analizzando cosa è stato fatto e cosa manca dal ’98 a oggi, verificando anche la possibilità di realizzare nuovi insediamenti.