Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha rivolto oggi ai cittadini di Venezia un messaggio di auguri per l’anno nuovo. Questo il testo del messaggio.
Cari concittadini,
i miei auguri per il nuovo anno sono rivolti anzitutto a quanti tra noi vivono in condizioni di grande disagio, non sempre dovute a condizioni economiche, ma a difficoltà più generali legate alle condizioni dei nostri servizi di assistenza, di recupero, di cura. E’ un periodo in cui si fa di giorno in giorno più arduo garantire una politica di autentica solidarietà, che a mio avviso è l’essenza stessa del servizio politico e amministrativo. Ma, nonostante mancati trasferimenti e tagli, questo continuerà a essere l’obiettivo fondamentale del Comune di Venezia.
Sulle difficoltà di bilancio, sugli assurdi limiti alle spese imposti dalla Finanziaria, sul mancato rifinanziamento della Legge Speciale (che mette a rischio il sistema delle imprese edili e artigiane veneziane, volano dell’intera economia della città) abbiamo detto e ridetto nelle ultime settimane. Sono tristissimi dati di fatto, dei quali si può dubitare solo in malafede. D’altronde tutte le forze politiche, culturali ed economiche della città hanno collaborato per impedire che tali decisioni venissero assunte in sede di Finanziaria. E io riconosco volentieri il contributo che tutti in sede locale, al di là delle diverse appartenenze, hanno cercato di dare. Ma non staremo certo a piangerci addosso; in passato abbiamo superato insieme momenti anche peggiori. Insieme supereremo anche questo; dobbiamo assumere le attuali difficoltà come una sfida positiva, per lavorare di più e meglio per aumentare l’efficienza di tutti i nostri settori, per contenere le spese andando sempre e comunque al “necessario”, sia negli obiettivi dell’Amministrazione che nelle richieste e nelle proposte dei cittadini.
E’ per questo che il metodo della concertazione e della collaborazione tra le forze sociali, economiche, culturali e l’Amministrazione comunale diventa oggi più che mai indispensabile. Credo di averlo dimostrato con i fatti già in questi primi mesi del mio mandato: si sono aperti tavoli di concertazione con la presenza attiva di tutte le categorie interessate sui temi fondamentali della città: dal piano del traffico acqueo al rilancio di Murano, dalla chimica e Porto Marghera alla salvaguardia di Venezia e della sua laguna, dai problemi della pesca a quelli dell’ambiente, ecc. Con lo stesso metodo si sta lavorando con il sistema delle società controllate e partecipate dal Comune; questo sistema è stato profondamente riordinato e ancor più lo sarà allorché il Consiglio comunale approverà le due fondamentali delibere presentate dalla Giunta, la prima sulla “authority” di controllo delle stesse società, e la seconda sugli indirizzi strategici che esse saranno tenute a seguire. I risultati di questa impostazione sono già avvertibili, anche in quella società-cardine per il bilancio comunale che è il Casinò di Venezia.
La strategia che questa Amministrazione ha da tempo adottato per esaltare l’autonomia e la capacità decisionale dei diversi territori del Comune e che ha condotto alla costituzione delle Municipalità, è parte integrante e fondamentale di questa visione strategica. Le Municipalità non sono “decentramento”, ma una riorganizzazione dell’intera struttura comunale. Ciò ha comportato difficili discussioni in sede sindacale e il reperimento di nuove risorse anche finanziarie (malgrado qualcuno in passato cianciasse di “riforme senza spese”). Ma anche a questo proposito abbiamo raccolto la sfida e ormai possiamo dire di averla in grande misura superata. Vorrei qui ricordare, tra l’altro, che la presenza dei presidenti delle Municipalità ai lavori della Giunta è stata continua e di rilievo, dimostrando che la Municipalità non è assolutamente un organismo di raccolta di esigenze e di richieste, ma sa già svolgere una funzione “centrale” di amministrazione e di gestione.
E’ evidente che solo una Amministrazione capace di fare sistema, di organizzare intorno a sé una fitta rete di relazioni e collaborazioni può attrarre gli investimenti privati necessari per i suoi programmi di sviluppo. La possibilità infatti di perseguire strategie di trasformazione e riuso della città nei suoi grandi comparti produttivi e terziari, da Porto Marghera all’Arsenale di Venezia, da Forte Marghera a Tessera al Lido, senza l’apporto di finanza di progetto e quindi di grandi investitori privati, è oggi uguale a zero. Certo, il Comune deve mantenere saldamente al suo interno l’elaborazione del disegno complessivo e l’indicazione della prospettiva generale, ma la loro realizzazione concreta non potrà mai più fare affidamento esclusivamente, e neppure principalmente, su risorse pubbliche. Anche su questo versante dei rapporti di cooperazione, chiara e trasparente, con i legittimi interessi di investitori privati a me pare che in questi primi mesi si siano fatti concreti passi in avanti.
Dovunque possibile occorre cercare l’intesa. Occorre farla finita con ogni genere di pregiudizi e paraocchi ideologici. L’augurio che faccio alla Città, e che mi faccio, è che tutti sappiano assumersi le proprie responsabilità, senza nascondersi dietro alle emergenze, che pure ci sono. Non solo ogni istituzione deve saperlo fare e ogni associazione di categoria, ma anche e davvero ciascuno di noi individualmente. La straordinaria attenzione con la quale sono stati seguiti i recenti confronti pubblici in materia di salvaguardia mi danno la certezza della volontà di partecipazione, di capire, di discutere e infine di decidere insieme che anima la mia Città. Questa è la risorsa fondamentale, il “cuore” di un sistema democratico. E se questo “cuore” funziona davvero, anche ogni augurio diviene superfluo.
Massimo Cacciari sindaco di Venezia
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