Il confronto promosso dal Comune sugli interventi per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte è stato il tema della conferenza stampa che il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha tenuto oggi a Ca’ Farsetti. Il sindaco è partito dalla constatazione che un vero confronto tra progetti (alternativi o meno a quello del Mose) non c’è mai stato; in parte per la procedura seguita, che sin dall’inizio non ha scelto il metodo di portare più idee progettuali a un medesimo livello di fattibilità per poi scegliere, come si fa normalmente in tutto il mondo, in parte per la scelta di operare attraverso un concessionario unico. Ma è altrettanto vero – ha annotato Cacciari – che nel corso di tutti questi anni la richiesta di confrontare diverse idee progettuali è stata guardata con fastidio e scartata come pretesto teso a impedire il “fare” e soprattutto il “fare velocemente”.
Di volta in volta – ha ricordato il sindaco – le proposte, le idee progettuali diverse da quella del Mose sono state scartate asserendo di averle valutate e trovate inidonee; ma non si trova traccia delle motivazioni di tali “bocciature” né delle istruttorie che hanno portato a tale “verdetto”. Non pare accettabile quella che pure si pone come una evidenza dei fatti: cioè che le “idee” diverse dal Mose siano state valutate e poi messe in un cassetto dagli stessi progettisti del Mose o da chi sul Mose aveva già dato un giudizio positivo.
Il sindaco ha rilevato che appare evidente l’esistenza di un forte gap che provoca proteste, imbarazzi, dietrologie e quant’altro proviene da operazioni che non poggiano su basi di assoluta trasparenza informativa. Quando poi tali operazioni sono capaci di decidere, in buona parte, del futuro di Venezia, del suo ambiente, delle sue attività economiche più importanti, il dovere primo dell’Amministrazione comunale è fare di tutto perché tutta la città possa conoscere e partecipare a un reale confronto tra più idee progettuali. Un confronto – ha detto Cacciari – che nasce tardi, forse troppo tardi, fortemente condizionato dal procedere degli interventi alle bocche di porto. Tuttavia questa non è una buona ragione per recedere dal dovere di promuovere il confronto, che per di più nasce con una oggettiva difficoltà: quella di rendere comparabili progetti arrivati a livelli diversi, da quelli alle soglie della esecutività, fino a semplici “idee” progettuali; Ma la disomogeneità delle proposte non è un buon motivo per considerare inattuabile il confronto. Il tentativo riuscito è stato quello di rendere possibile il confronto, creando le condizioni per un esame il più omogeneo possibile, estraendo le “idee progettuali” e valutandole per verificarne la corrispondenza alla legge speciale, e giungere a una griglia valutativa, che permette un confronto sulla base di indici e scenari.
Il fine del lavoro chiesto al gruppo di esperti nominati dal sindaco non è quello di fare le graduatorie, ha affermato Cacciari. Semmai esse sono parte accessoria di un più vasto esame, indirizzato a costruire un insieme di domande, cui tutti coloro che hanno avanzato proposte diverse, migliorative, alternative al Mose saranno chiamati a rispondere, se intenderanno partecipare al confronto. Il sindaco ha espresso la fondata speranza che vogliano rispondere anche il Magistrato alle Acque, il concessionario, i progettisti del Mose, perché la valutazione che emerge dal lavoro del Gruppo è che a molte domande non sia stata sino ad ora fornita una risposta. Il confronto che organizzerà l’Amministrazione comunale si baserà su queste domande, ha detto Cacciari, rilevando che sarà un confronto eminentemente tecnico, al quale sarà data la più vasta divulgazione possibile, mentre non vi saranno occasioni in cui scatenare il tifo da stadio, non vi saranno né applausi né fischi.
Il sindaco ha aggiunto che è intenzione del Comune avviare anche un approfondimento specifico sulla tematica dell’impatto della costruzione delle opere alle bocche di porto sull’attività portuale, ritenendo che tali impatti siano stati, e siano, sottostimati. Di qui, la richiesta che sarà fatta a tutti gli operatori portuali di valutare i dati sulle frequenze delle alte maree, e dire se ritengono l’impatto delle chiusure sopportabile o meno, così come se saranno sopportabili o meno gli impatti durante i lavori alle bocche, che si protrarranno per sette anni. Alla fine – ha ammonito Cacciari – ognuno assumerà la propria parte di responsabilità nelle decisioni, in modo tale che nessuno possa chiamarsi fuori, dicendo di non aver saputo o non aver capito.
Questo confronto pubblico, assieme a quello nelle commissioni consiliari, costituirà la base per il definitivo confronto nella sede decisionale rappresentativa della Città, il Consiglio comunale. La speranza – ha concluso Cacciari – è che ci possa essere un ordine del giorno, un presa di posizione chiara e inequivoca, che aiuti a fare un passo avanti su tutte le questioni della salvaguardia, che sono qualcosa di più e di più rilevante del “Mose sì” o “Mose no”.
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