Sei in: il cittadino > cercare informazioni > sala stampa > comunicati stampa
Contenuti della pagina


Torna all'elenco

15/11/2005

Categoria: Mose

Il sindaco ha presentato la relazione del Gruppo di lavoro sulle linee progettuali per gli interventi alle bocche di porto


 La relazione del Gruppo di lavoro “Confronto interventi alternativi alle bocche di porto” è stata presentata oggi pomeriggio nella Sala consiliare del Municipio di Venezia, in una riunione congiunta delle Commissioni consiliari Lavori pubblici e Ambiente – Legge speciale, alla quale è intervenuto il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, accompagnato dagli esperti del Gruppo di lavoro.


Il sindaco ha parlato di una “giornata importante”, nella quale si conclude il lavoro delle Commissioni consiliari e si avvia il confronto pubblico su tutte le idee progettuali elaborate in questi anni per difendere Venezia dalle acque alte. Il sindaco ha quindi illustrato la relazione, definendola il frutto del lavoro impegnativo, appassionato, approfondito di alcuni tra i più importanti esperti in materia, che hanno lavorato gratuitamente, unendo alla competenza alto senso civico.


Per la prima volta – ha annotato Cacciari – si è fatto un confronto serio, con metodologia scientifica, tra tutte le diverse idee progettuali, quel confronto che si fa normalmente in tutto il mondo, e che soltanto a Venezia non c’era mai stato: una anomalia evidentissima, che va sottolineata. Ancora per la prima volta, il lavoro degli esperti ha sistematizzato tutte le critiche mosse in sede tecnica al progetto Mose: a queste critiche era, è, sarà necessario che si risponda in modo preciso e dettagliato nei confronti pubblici.


La relazione ha estratto dai dieci progetti e/o idee progettuali esaminati cinque linee progettuali (chiusure totali alle bocche di porto con paratoie mobili a spinta di galleggiamento; con paratoie mobili a gravità; con paratoie mobili a spinta meccanica e partizione temporanea della laguna; con barriere gonfiabili; parzializzazione delle bocche e chiusura con navi-porta o mezzi autoaffondanti). Ciascuna di queste linee progettuali è stata proiettata su cinque scenari (sociale-economico, di flessibilità, ingegneristico, di sostenibilità ambientale, dei costi di produzione e di gestione), ognuno dei quali articolato in indicatori qualificanti – in totale 44, in modo da prendere in considerazione tutte le possibili problematiche – a ciascuno dei quali è stato attribuito un “peso” specifico. La “griglia” così ottenuta obbligherà ciascuno a dire il proprio parere, entrando nel merito tecnico.


Il sindaco ha quindi espresso alcune valutazioni personali: ha individuato un limite di tutte le linee progettuali nell’intervenire alle tre bocche di porto allo stesso modo e non in modo differenziato; ha rilevato che a fronte delle previsioni di rialzo dei livelli marini e di subsidenza tutte le linee progettuali saranno superate nell’arco di due generazioni, e ha quindi auspicato un approfondimento degli studi per il rialzo e il sollevamento della città, per il quale cominciano a esserci adeguate tecnologie; ha sottolineato la sottovalutazione degli impatti negativi delle chiusure sulla portualità e quindi sulla vitalità economica della città.


Il sindaco ha quindi ricordato che i due confronti pubblici avverranno in sede puramente tecnica, per inviti ristretti, aperti al pubblico più vasto grazie a collegamenti, tipo maxi-schermi, con altre sedi. Sulla base di questi confronti e della informazione che tutti i cittadini ne riceveranno, la parola passerà infine al Consiglio comunale che potrà fondatamente pronunciarsi sul progetto Mose: se esso sia o no il più conveniente sotto i vari profili, ingegneristico, ambientale, economico; poi toccherà ad altri, non più al Comune, assumersi la responsabilità di continuare, o di correggere, o di cambiare. Ma la città di Venezia e le sue forze politiche – ha concluso con forza Cacciari – hanno il diritto e il dovere di dire se va bene così come si sta facendo o se era meglio fare diversamente: ne hanno la responsabilità politica, storica, etica di fronte alle generazioni future.


 Le conclusioni della relazione del Gruppo di lavoro.



 
6. Conclusioni


1. L’occasione del confronto proposto nella Relazione “Confronto Interventi Alternativi” costituisce di fatto la prima sede nella quale vengono esaminate comparativamente Linee Progettuali diverse per le opere alle bocche lagunari.


2. Si è preso atto che esiste una netta sperequazione tra l’unico progetto esaminato in sede statale e le proposte avanzate da altri soggetti.
Sino ad ora nessuna proposta alternativa è stata messa in condizioni di essere sviluppata almeno a livello di progetto preliminare.
Ciò non di meno alcune delle proposte presentate si dimostrano interessanti e meritevoli di un adeguato approfondimento.


3. La necessità di un adeguato confronto emerge con chiarezza dai risultati, sintetizzati nei grafici e nelle tabelle della  Relazione.


4. I principi ispiratori espressi dai testi legislativi non disgiungono gli interventi alle bocche lagunari dagli obiettivi generali di salvaguardia della laguna, di Venezia e dei centri storici minori. Occorre  un nuovo approccio, più articolato ed integrato, che delinei soluzioni coerenti con il complesso degli obiettivi della salvaguardia. In relazione agli interventi alle bocche lagunari, a giudizio del Gruppo di Lavoro (ex disposizione del Sindaco di Venezia 6 giugno 2005 n. 2004/200458) si ravvisa quanto segue.
Le tre bocche presentano caratteri diversi per motivi ambientali ed idraulici, e pongono problemi e priorità diversificati in riferimento agli insediamenti urbani ed alle attività umane, prima tra tutte l’attività portuale. Diversamente da quanto fino ad oggi avvenuto, vanno ricercate per le tre bocche soluzioni differenziate rispondenti alle peculiarità ambientali ed alle specifiche funzionalità.
Le opere in ciascuna bocca vanno progettate in integrazione col complesso di soluzioni capaci di portare al raggiungimento contestuale degli obiettivi di salvaguardia della residenzialità e della portualità, di contenimento delle maree, di riequilibrio lagunare, interessando anche aree lontane dalle bocche stesse.
Tra le soluzioni esaminate alcune possono essere non alternative, anzi tra loro integrate e sinergiche. In particolare le soluzioni di parzializzazione e di chiusura possono e/o devono integrarsi tra loro e, nei modi opportuni, essere sinergiche con soluzioni strategiche e con approcci sistemici a varia scala.


5. Particolare interesse rivestono le ipotesi progettuali che prefigurano scenari futuri di dislocazione di importanti traffici portuali dalla laguna.


6. La chiusura delle bocche lagunari non può rappresentare nel medio-lungo termine la soluzione per contrastare gli scenari di eustatismo e subsidenza attesi nel secolo. Le manovre di regolazione dei flussi di marea alle bocche dovrebbero risultare, gia al 2050,  talmente frequenti da compromettere la funzionalità ecosistemica lagunare e le funzionalità portuali.
In tale ottica vanno da subito recepite tutte le esperienze internazionali ed avviate analisi e indagini, teoriche e sperimentali, indirizzate a rendere possibili sollevamenti puntuali e di porzioni del territorio urbane e lagunari.