A margine della conferenza stampa sui problemi dell’ordine pubblico, di cui si è riferito in un precedente comunicato, il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, si è soffermato con gli operatori dell’informazione sui disordini e sulle violenze che stanno turbando la Francia.
Il sindaco ha premesso che la situazione storico-sociale della Francia non può essere rapportata a quella dell’Italia di oggi, ma che la anticipa di una generazione: i protagonisti della ribellione appartengono alla seconda generazione degli immigrati, e quindi sono francesi a pieno titolo ma che vivono in condizioni di palese ineguaglianza; quanto accade oggi in Francia è già accaduto nei grandi ghetti delle metropoli degli Stati Uniti d’America, e sicuramente accadrà anche in Italia, se non si sapranno cogliere la strutturalità e la epocalità del problema della immigrazione e non si saprà dare risposta con serie politiche di accoglienza e di integrazione e con politiche di cooperazione con i Paesi di provenienza; anche perché soltanto la prevenzione evita il rischio di future situazioni esplosive.
I Comuni – ha detto Cacciari – devono avere la possibilità di affrontare in modo serio e decente il problema della immigrazione, specialmente nel settore di più immediata competenza, quello dei nomadi: devono avere fondi adeguati, la possibilità di una speciale attenzione a queste persone nella politica della casa e della residenza, la possibilità di attivare una politica di formazione e di scolarità; altrimenti, rimane la strada della ghettizzazione, al momento la più semplice, in realtà quella che a distanza crea disastri. Occorre invece una strategia a lungo termine e con stanziamenti adeguati, che deve essere concertata a livello europeo: siamo di fronte a un cambio d’epoca che non può essere affrontato nei ristretti ambiti dei singoli Paesi, ma a livello europeo, perché è l’Europa, e non un singolo Paese europeo, la terra cui gli immigrati anelano e in cui arrivano.
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