“Un nuovo accordo, dopo quello del 1998, da firmare al più presto col Governo, che non riguardi solo la chimica, ma l’intero futuro di Porto Marghera e che riesca a coniugare lavoro, innovazione e ambiente”. Questa la ricetta del sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, per il rilancio di Porto Marghera esposta ieri sera, nel corso dell’assemblea pubblica, tenutasi nella sede della Municipalità di Marghera, a cui ha assistito un folto pubblico.
“Molti dei punti previsti nell’accordo del 1988 – ha spiegato Cacciari – sono stati attuati, ma altri no, e non certo secondari. Col nuovo patto bisognerà anzitutto fissare le procedure per la bonifica dei siti dimessi e determinare i tempi di ammortamento della riconversione. A questo punto si dovrà creare una società di sviluppo a maggioranza pubblica che assegni queste aree sulla base di un master plan, perché queste possano essere utilizzate secondo un progetto logico e condiviso. L’area di Porto Marghera è molto appetibile, ma bisogna dare alle aziende che vogliono investire tempi e costi certi.”
Presenti alla riunione, con il sindaco, gli assessori Fincato, Miraglia, Bortolussi, Salvadori e il capo di Gabinetto Calligaro, nonché alcuni esponenti sindacali. Per la Provincia, ufficialmente invitata all’incontro (così come la Regione, che però non ha inviato nessun suo rappresentante) c’erano invece gli assessori Da Villa e Scaboro. Tra il pubblico non è mancato qualche momento di tensione tra i rappresentanti dell’assemblea permanente contro il rischio chimico e i lavoratori della chimica, sul futuro di queste lavorazioni.
“La vocazione industriale di Porto Marghera – ha risposto Cacciari – è fuori discussione anche per il prossimo futuro, anche se alle attività primarie bisognerà aggiungerne delle altre, a cominciare da quelle legate al terziario. La riconversione della chimica va gestita e governata, per non creare ulteriori traumi occupazionali. Bisognerà parametrare gli investimenti da fare per la sicurezza ai tempi necessari di ammortamento. Purtroppo la sperimentazione su alcuni cicli da riconvertire non ha dato esiti soddisfacenti, a Marghera si è addirittura fermata, anche se si è ora agganciata a uno studio finanziato dall’Unione Europea che mira a sostituire il fosgene col meno nocivo dimetilcarbonato.”
“Questi – ha concluso il sindaco – sono la posizione e gli impegni su Porto Marghera che il Comune intende assumersi, con trasparenza e nel massimo coinvolgimento dei cittadini, sperando di trovare l’appoggio anche di Regione, Provincia di Venezia e parti sociali.”
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