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02/11/2005

Categoria: Cultura

Sabato al Teatrino Groggia “Canzoni nella notte”


Quarto appuntamento, sabato 5 novembre, alle ore 21, della stagione autunnale del Teatrino Groggia, con “Canzoni nella notte / Gesänge in der Nacht”, il recital della cantante-attrice-autrice Raffaella Benetti dedicato alle musiche su testi di Bertolt Brecht di Kurt Weill, Hans Eisler, Paul Dessau, i tre compositori in diversa misura legati all’opera e alla personalità del grande drammaturgo tedesco che, negli anni fra le due guerre, fu un importante catalizzatore di talenti nati nel fermentante clima culturale della Germania di Weimar.


Il direttore artistico del Teatrino Groggia, Mario Perez, annota che “accompagnata dal sapiente e raffinato pianoforte di Giannantonio Mutto, la Benetti renderà un doveroso omaggio al mitico binomio Brecht-Weill (in realtà più fugace e saltuario di quanto non si creda) e ai preziosi contributi degli altri due musicisti, illuminando con il suo inconfondibile stile di ‘interprete totale’ una delle costellazioni creative più brillanti e amate del ’900. Il programma completo è accessibile in http://www.comune.venezia.it/teatrinogroggia. Biglietti: intero euro 6, ridotto euro 3 (ragazzi fino a 18 anni, anziani sopra i 65 anni, operatori con richiesta di accredito).


La gran parte di questo materiale – prosegue la presentazione – nasce sul finire degli anni ’20 e ha il suo massimo sviluppo negli anni del nazismo e della seconda guerra mondiale. L’atmosfera è quella della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), sorta in Germania nel secondo decennio del XX secolo, in cui si afferma l’ideale di una musica sottratta a suggestioni letterarie e programmatiche e impegnata verso temi di attualità. Personaggio di spicco di questa corrente, attiva a Berlino, è Bertolt Brecht.


Per quanto riguarda l’elemento puramente musicale, i tre compositori si sono formati nel clima dell'Espressionismo e della Scuola di Vienna, ma se ne sono allontanati giudicando questo linguaggio una manifestazione della decadenza del Capitalismo. Ecco perché, in queste canzoni, assumono stilemi propri della musica “leggera”, dei cabaret e delle operette, insieme a materiali comuni come le canzoni folcloristiche, corali protestanti, moduli jazzistici. L’uso di uno stile “basso”, popolare, ha lo scopo di far presa sul pubblico, affinché il massaggio sociale e politico possa essere colto da tutti. Alla pari del teatro di Brecht, anche la musica di Weill, Eisler, Dessau ha una funzione didattica: deve colpire, shoccare. La canzone deve creare angoscia per scuotere dal suo torpore l’ascoltatore e spingerlo ad agire, a diventare soggetto di cambiamento.