“Teatro Stabile Veneto, una risorsa da valorizzar con attenzione” è il titolo di un comunicato stampa congiunto, firmato oggi dai presidenti delle Commissioni consiliari Cultura del Comune di Venezia, Roberto Turetta, e del Comune di Padova, Giuliana Beltrame.
Questo, il testo del comunicato stampa:
«Ci siamo posti la stessa domanda di Giancarlo Marinelli riportata nel libro di Gian Antonio Cibotto uscito nel maggio 2004 “Elementi per una storia del teatro veneto”: se non viene valorizzato il teatro e gli autori veneti “qualcuno è in grado di spiegarmi che cosa differenzia il Teatro Stabile veneto da quello campano o da quello piemontese?” e la risposta è purtroppo che il Teatro Stabile del Veneto ha abdicato al suo ruolo istituzionale ormai da troppi anni.
Ciò che inoltre ci preoccupa sono le numerosissime questioni aperte e, malgrado le prese di posizione del sindaco e della Commissione Cultura di Padova e del Consiglio comunale di Venezia sembra che, al di là di piccole aperture, nulla si muova.
L’articolo 3 della Legge regionale 24 gennaio 1992, n. 9, che istituisce il Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” prevede che lo Stabile debba svolgere “attività di progettazione e di produzione d’iniziative teatrali con particolare riferimento al Veneto” e che dovrà garantire “il sostegno all’attività di ricerca e di sperimentazione, anche in collaborazione con le università, nonché alle connesse attività editoriali”. Riteniamo che su questo fronte ben poco sia stato fatto dalla direzione dello Stabile soprattutto per quanto riguarda le attività di ricerca e sperimentazione a cui si accompagna il non coinvolgimento degli attori veneti, la non valorizzazione degli autori veneti viventi (ne esistono diversi, alcuni anche premiati all’estero), la non volontà di creare una compagnia stabile di Teatro Veneto, che era il sogno del grande Cesco Baseggio.
Ma oltre a quanto sottolineato ci preoccupa molto anche l’aspetto finanziario: i nostri Comuni contribuiscono con un ingente esborso annuale alle attività legate alla produzione e alla gestione dei teatri Verdi e Goldoni che per il Comune di Padova significa circa 680 mila euro all’anno e per quello di Venezia di oltre 400 mila euro all’anno, con una lievitazione di questo contributo tale da creare evidente preoccupazione.
(segue)
Chiarezza e trasparenza nel bilancio, consequenzialità tra iniziative culturali e finalità statutarie sono criteri imprescindibili per valutare l’attività complessiva della Direzione dello Stabile. Noi riteniamo sia giunto il momento di un pronunciamento dei Consigli comunali di Padova e di Venezia, oltre che di un pronunciamento della Regione del Veneto, al fine di aprire un dibattito che coinvolga tutto il mondo teatrale regionale: è necessario aprire una “Questione Teatro Stabile” anche alla luce delle recente modifica statutaria intervenuta nell’Associazione Arteven che permetterà anche ad essa di dedicarsi alla produzione di spettacoli, quando in realtà è nata e si è sviluppata come circuito di distribuzione. Siamo convinti che sia arrivato il momento di giocare a “carte scoperte” tra i soggetti pubblici e privati nella costruzione di una ipotesi di sviluppo della cultura teatrale nella nostra regione».
Con viva cortese richiesta di pubblicazione / diffusione, se possibile nel testo integrale.
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