I presidenti della IV (Lavori pubblici) e della X (Ambiente) Commissione consiliare, Paolino D’Anna e Valerio Lastrucci, hanno diffuso oggi la seguente dichiarazione:
“Con riferimento al sopralluogo effettuato dalle Commissioni consiliari IV e X del Comune di Venezia alle bocche di porto, riteniamo opportuno precisare quanto segue. Il sopralluogo si è svolto nel rispetto del calendario preordinato dalle commissioni già da luglio che prevedeva: l’illustrazione di progetti alternativi al Mose, l’audizione del Magistrato alle acque sugli aspetti procedurali e amministrativi, l’audizione del Consorzio Venezia Nuova per l’illustrazione del progetto Mose, e l’audizione del gruppo di lavoro istituito dal sindaco.
Lunedì scorso, 11 ottobre, le Commissioni, ospiti del Magistrato alle acque, hanno eseguito il sopralluogo sul posto, si sono rese conto dello stato d’avanzamento dei lavori e hanno ascoltato attentamente l’illustrazione del presidente del Magistrato alle acque e dell’ing. Scotti, progettista del sistema di paratie mobili del Mose; di seguito si è svolto il dibattito con i commissari. Nel corso del dibattito è emerso però un aspetto che induce ragionevoli perplessità: nell’ultima seduta del Comitatone il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe dichiarato che il progetto non può più essere discusso e che quindi non sono più opportuni dibattiti o confronti. La cosa ci preoccupa. E’ nostra opinione invece che il dibattito deve continuare e continuerà anche senza Magistrato alle acque e Consorzio Venezia Nuova.
Il dibattito e il confronto in Consiglio comunale avrà lo scopo di chiarire alla cittadinanza la portata degli interventi progettati che assolutamente, e su questo non temiamo smentita, non sono reversibili. In tutti questi anni (più di trenta) sono cambiate molte cose: il porto mercantile si è notevolmente sviluppato e richiede manutenzioni che vanno programmate, immense navi da crociera passano per il Bacino di San Marco, la città discute sulla sublagunare, sul futuro dell’Arsenale, sulla rivitalizzazione dell’area est di Venezia, sulla necessità di maggiore attenzione alla sicurezza e sulla dualità fra porto e centro storico. Inoltre la tecnologia è in continuo progresso. Dovrà chiarirsi se il progetto Mose e in particolare quello delle paratie mobili sia migliorabile, debba rimanere quello di trent’anni fa o non si possa adeguare alle esigenze della nostra città così unica e fragile? Noi riteniamo che il dibattito deve continuare e che l’Amministrazione deve esprimersi conseguentemente e coscientemente”.
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