Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, è intervenuto oggi in Consiglio comunale con una relazione informativa sulla situazione della salvaguardia, dopo la riunione del Comitato interministeriale (Comitatone) e la presentazione della bozza di legge finanziaria. In premessa, il sindaco ha ricordato che il Comune considera sbagliato nel metodo e nel merito il fatto che dagli ultimi due anni i finanziamenti per la manutenzione e la salvaguardia della città e della laguna non siano più stanziati sulla base della legge speciale (la 798 del 1984) ma siano diventati una variabile dipendente dagli stanziamenti per le opere alle bocche di porto (sistema Mose), oltretutto con una drastica riduzione dei fondi disponibili.
In sede di Comitatone è stata la stessa presidente del Magistrato alle Acque, anche come portavoce di tutti i sindaci – ha riferito Cacciari – ad avanzare la proposta di ritornare al sistema precedente, indicando un ammontare di 380 milioni di euro, dei quali 129 per il Comune di Venezia; la proposta è stata approvata sia dal presidente del Consiglio, Berlusconi, sia dal sottosegretario Letta, con l’assicurazione che i fondi di legge speciale sarebbero stati reperiti nella legge finanziaria. Come noto, ha commentato il sindaco, questo impegno è stato al momento totalmente disatteso: nella Finanziaria non c’è un euro della legge 798, e nei 700 milioni del Cipe per il Mose non è dato vedere un solo euro per la manutenzione della città. Mi auguro – ha concluso Cacciari – che l’impegno assunto sia mantenuto nel maxiemendamento del Governo per il quale ci stiamo impegnando a tutti i livelli; e mi auguro che tutte le forze politiche e il Consiglio comunale si impegnino per ottenere questo risultato.
Il sindaco ha poi riferito sugli “undici punti” votati dal Consiglio comunale come condizione per l’avvio del sistema Mose. Abbiano preso atto della relazione del Magistrato alle Acque, e abbiamo fatto mettere a verbale – ha riferito Cacciari – le nostre numerose serie perplessità sullo stato di avanzamento degli interventi richiesti con gli undici punti, chiedendo l’indicazione di una sede tecnica in cui esprimere le nostre perplessità e giungere a una chiarificazione. Il sottosegretario Letta ha proposto la sede dell’Ufficio di Piano, da noi condivisa, nella quale è già cominciato il lavoro di verifica.
Quanto ai confronti tecnici pubblici sull’impatto del Mose sulla economia e sulla portualità veneziana, e sul confronto tra il progetto Mose e le idee alternative, mai effettuati in città, il sindaco ha detto che non c’è la disponibilità del Ministero delle Infrastrutture per una iniziativa congiunta; il Comune procederà egualmente da solo in questi confronti, che saranno organizzati al termine delle audizioni in Commissione consiliare, in modo che entro novembre si possa giungere al dibattito in Consiglio comunale e al conclusivo voto di un ordine del giorno.
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