L’assessore comunale Mara Rumiz, che è stata presidente del Consiglio comunale nel precedente mandato amministrativo, ha scritto la seguente lettera al presidente del Consiglio comunale, Renato Boraso, e per conoscenza ai capigruppo consiliari, in forma di “lettera aperta”, di possibile pubblicazione:
«Caro Presidente,
non voglio intervenire sulla vicenda del contributo assegnato al Duomo di Mestre per la rivista “Piazza Maggiore”, né avrei alcun titolo per farlo. Non posso, invece, fare a meno di intervenire a proposito di quanto il Corriere del Veneto del 6 ottobre ti attribuisce, e più precisamente: “ …come anche la Presidente Rumiz aveva dato 30.000 euro ad un’altra religione (sic) ”.
Mi spiace molto che tu, consigliere anche nel passato mandato, non abbia colto l’essenza delle iniziative che anno dopo anno, a partire dal 2001, all’indomani dell’emanazione della Legge 211 con cui si è istituito il Giorno della Memoria, si sono sviluppate in città, promosse da decine di scuole, associazioni, enti, Municipalità riuniti nel Coordinamento per il Giorno della Memoria e che hanno visto partecipi migliaia di studenti (dalle elementari all’Università) e di cittadini. Tali iniziative hanno contribuito a far maturare in città una consapevolezza e una memoria collettiva su “la shoa, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” (art. 1 della L.211).
C’è, inoltre, da rilevare che nel 2005 sono stati presentati in città circa quaranta eventi, che spaziavano dalla musica, al teatro, alla danza, alle arti visive, alle testimonianze dirette. Intorno al Giorno della Memoria si è fatta vera e propria produzione culturale, come l’opera di Claudio Ambrosini, realizzata per l’occasione e presentata al Malibran in prima assoluta il 23 gennaio 2005, dimostra. Sin dall’inizio si è voluto che a promuovere e organizzare le iniziative fosse il Consiglio Comunale, per dare il segno di una volontà unanime della città, al di sopra delle parti politiche e fuori da qualsiasi strumentalizzazione.
Mi spiace proprio che tu non abbia colto lo spirito del progetto, che è stato, naturalmente, condiviso dalla Conferenza dei Capigruppo. Non si trattava di un obolo ad “un’altra religione”, ma dell’attuazione di una legge dello Stato, oltre che un impegno civile e morale. Le risorse sono state utilizzate per fare i manifesti, le locandine, gli inviti e quanto è necessario per l’organizzazione di tali eventi. Colgo l’occasione per raccomandare di non lasciar cadere un’iniziativa che, oltre ad essere molto apprezzata in città, è utile e fa bene a noi tutti. Un cordiale saluto».
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