Municipalità, presentata la struttura organizzativa
La definizione della struttura organizzativa di primo impianto delle Municipalità, approvata ieri dalla Giunta comunale, è stata presentata oggi a Ca’ Farsetti con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il vice sindaco di Venezia, Michele Vianello, il consigliere delegato del sindaco per le Municipalità, Ivano Berto, il capo di Gabinetto del sindaco, Maurizio Calligaro.
A carattere sperimentale, e limitata nel tempo al prossimo dicembre, la delibera assegna sostanzialmente alle tre nuove Municipalità la struttura delle tre preesistenti, in modo da metterle nella possibilità di funzionare, ma comporta anche un riordino delle deleghe, con la assegnazione alle Municipalità di alcune funzioni in materia di Lavori pubblici, Politiche sociali, Politiche educative, Relazioni con il pubblico: si tratta di un “provvedimento-ponte”, che sarà sostituito nel 2006 dall’effettivo complessivo riordino dell’Ente Comune, con le forme di decentramento più spinto consentite dalla normativa nazionale. Accanto al percorso politico-amministrativo, che si concluderà con un voto del Consiglio comunale, la costruzione del nuovo decentramento avverrà con protocolli d’intesa tra la Direzione generale del Comune e le Direzioni centrali del Comune e delle Municipalità, e nel confronto con le organizzazioni sindacali sulla riforma complessiva della “macchina”.
La costruzione delle Municipalità come un “processo” – ha detto il vice sindaco – comporta tre grandi scenari: la formazione di una nuova generazione di amministratori, chiamata non più a forme di sindacalismo territoriale, ma a far parte della squadra di governo della città tutta; il ri-orientamento della cultura e della “macchina” comunale da una struttura piramidale con la testa al centro a una struttura reticolare fondata sul decentramento e sul principio di sussidiarietà; la collaborazione degli assessori perché la fase sperimentale non sia un momento di conflitto tra le resistenze del centro e le richieste del decentramento, ma la grande occasione per un cambiamento, che può costituire la “molla” dell’attività di tutto il prossimo quinquennio.