E’ una vera e propria dichiarazione di guerra, e insieme un accorato appello a cittadini e istituzioni, quello lanciato oggi dall’assessore comunale alla Tutela del decoro della Città, Augusto Salvadori, contro coloro che deturpano con scritte e immagini i muri e gli edifici di Venezia e di Mestre. “Occorre – ha spiegato Salvadori nella conferenza stampa di presentazione – un’opera di collaborazione e di sensibilizzazione per combattere un fenomeno ormai dilagante, che è insieme un danno economico, sia per i privati sia per la cosa pubblica, e uno sfregio al decoro e all’immagine della città. Per questo ho inviato un messaggio alle varie Comunità religiose del territorio del Comune, a cominciare dalla Chiesa cattolica, e al Csa (ex Provveditorato agli Studi) per avere da esse un aiuto concreto in questa nostra campagna di sensibilità civica. Vorremmo che in parrocchia e a scuola i ragazzi fossero informati e capissero quanto costano ogni anno alla comunità i graffiti sui muri, che non risparmiano nemmeno le scuole, i palazzi storici, i negozi e i mezzi pubblici: a questo proposito ho chiesto all’Actv di vegliare maggiormente, con il proprio personale, per evitare che i vaporetti siano imbrattati da scritte e disegni.”
Salvadori ha ricordato che i danni dei writers sono molto ingenti, soprattutto se compiuti su monumenti ed edifici architettonici, per la cui pulizia sono necessarie sofisticate tecniche specialistiche. Ha poi chiesto la collaborazione anche dei turisti, che spesso lasciano, sulle cose e nei luoghi più disparati di Venezia, immagini e messaggi per testimoniare del loro passaggio in città.
“Sensibilizzazione – ha continuato – vuol dire però anche collaborazione: chiedo perciò a coloro che vedano qualcuno che sta imbrattando un muro di telefonare tempestivamente al Pronto Intervento della Polizia municipale (0412747070) per poter così cogliere sul fatto il vandalo. Sto preparando un atto d’indirizzo della Giunta perché il Comune si costituisca parte civile per ogni danneggiamento o per ogni imbrattamento compiuti su un immobile di sua proprietà. Le sanzioni previste dal Codice penale sono severe: per il danneggiamento (è questa l’ipotesi più grave in quanto fa riferimento a chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui) l’art. 635 prevede sino a un anno di carcere o la multa sino a 309 euro. Tale ipotesi di reato è perseguibile a querela della persona offesa. La pena va invece da 6 mesi a 3 anni di reclusione e si procede d’ufficio, quando il danneggiamento è compiuto su edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all’esercizio di un culto o su cose di interesse storico o artistico o su immobili compresi nel perimetro dei centri storici; l’art. 639 per il deturpamento e l’imbrattamento (che rappresenta l’ipotesi più lieve rispetto a quella prevista dall’art. 635 del Codice penale) prevede una multa sino a 103 euro e tale ipotesi di reato è punibile a querela della persona offesa, ma se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico o su immobili compresi nel perimetro dei centri storici la pena prevista è quella della reclusione fino a un anno e della multa fino a 1032 euro e si procede d’ufficio.”

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