Il Comune di Venezia ha individuato sei aree da destinare a mostra mercato di prodotti etnici e di pelletteria, per tentare di affrontare il problema del commercio ambulante, innestato dall’ “atteggiamento irresponsabile” di Comuni che hanno concesso un altissimo numero di licenze (si calcolano sulle 5-600) e aggravato da una “sciagurata” legge regionale, che ne proibisce l’esercizio nei centri storici di Comuni superiori a 50 mila abitanti. La delibera, approvata ieri dalla Giunta, è stata illustrata oggi dal vice sindaco di Venezia, Michele Vianello, che ha parlato anche a nome dell’assessore al Commercio, Giuseppe Bortolussi.
Il vice sindaco ha ricordato in premessa che il riversarsi di molti venditori in poche zone centrali di una città fragilissima ha portato a una situazione di non governabilità: il possesso di una licenza e del permesso di soggiorno ha suscitato aspettative nei venditori ambulanti, mentre una politica regionale eccessivamente restrittiva ha aumentato il caos, colpendo non soltanto i cosiddetti vu cumprà, ma anche moltissimi cittadini italiani. L’Amministrazione comunale ha scelto una linea articolata: definire un limite di compatibilità di presenze per assicurare la vivibilità della città, regolarizzare una parte degli ambulanti, reprimere infine quanti rimarranno al di fuori delle regole. La Giunta ha già varato una delibera, di competenza del Consiglio, per chiedere alla Regione la modifica della legge, dando ai Comuni il potere sul commercio.
In attesa dell’esito di questa iniziativa, la Giunta avvia, dal 15 agosto al 31 gennaio 2006, la “mostra”, in sei luoghi non conflittuali con case e negozi (tre a Venezia: San Simon piccolo, Pescheria di pomeriggio, Campo della Bragora; due al Lido sui Lungomare, uno a Mestre in Via Fapanni) con 46 posti vendita a fasce orarie, che daranno in tutto lavoro giornaliero a 120 persone, le quali restituiranno la licenza da ambulante in cambio di quella di commercio fisso. I posti saranno assegnati con bando: la graduatoria sarà basata sulla anzianità della licenza e della iscrizione al Rea, per privilegiare – ha detto Vianello – quanti sono più avanzati nel processo di integrazione con la città, obiettivo del Comune; la licenza indicherà luogo, orari, tabella merceologica; ovviamente i venditori pagheranno la tassa di occupazione suolo pubblico e tutte le imposte dovute. Contestualmente, la Giunta sta studiando con le categorie l’offerta di posti fissi regolari in alberghi e ristoranti; mentre è prossimo il lancio, in accordo con gli albergatori, di una campagna di informazione ai turisti perché non acquistino merce contraffatta: la sanzione a qualche turista potrebbe fare notizia e contribuire al rispetto delle regole.
Il vice sindaco ha concluso ricordando che non c’entra assolutamente alcun discorso di razzismo, e che d’altra parte la repressione da sola non può reggere; l’auspicio è quello che tutti collaborino alla riuscita dell’esperimento, che potrebbe costituire un esempio per tutte le altre città con lo stesso problema.
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