La presentazione del libro “Giustizia e Libertà e Partito d’Azione. A Venezia e dintorni”, a cura di Renzo Biondo e Marco Borghi, editrice Nuova Dimensione, svoltasi questa mattina nella Sala consiliare di Ca’ Loredan, organizzata dal Comune, da Fiap-Gl, dall’Istituto veneziano per la storia della Resistenza, ha concluso le iniziative per il 60. anniversario della Liberazione, promosse dal Comune in collaborazione con le associazioni partigiane Anpi, Anppia, Fiap-Gl, Avl, il Coordinamento Associazioni combattentistiche e d’Arma, la Comunità Ebraica, l’Istituto veneziano per la Storia della Resistenza.
Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha preso lo spunto da un volantino d’epoca di Giustizia e Libertà, nel quale si indicavano quattro linee guida per la nuova Italia: una visione autonomistica e federalista della Repubblica, la giustizia sociale con la proprietà come obbligo, da usare e investire per il bene di tutti, l’unità sindacale, l’uguaglianza, come eguali possibilità per tutti di farsi strada, secondo i propri meriti. Idee che sono sì alla base della carta costituzionale ma che non si sono realizzate come “sistema complesso unitario”, perché – ha detto il sindaco – non hanno preso dimora in alcuna forza politica organizzata di massa, e oggi non si fa politica senza organizzazione di massa. Di qui, i termini drammatici, quasi tragici della fine dell’esperienza di Giustizia e Libertà e del Partito d’Azione: non è stato un fallimento, perché queste idee sono entrate nel patrimonio politico comune, ma l’espressione di una drammatica questione che investe ancora oggi l’intera prassi dell’agire politico nel mondo contemporaneo. Una politica ricca di contenuti etici, una politica della convinzione – ha annotato Cacciari – non è riuscita a tradursi in organizzazione politica: forse, una politica della convinzione non è data al mondo contemporaneo. Giustizia e Libertà – ha concluso il sindaco – ci lascia perciò un problema da risolvere: come fare politica senza perdere la forza delle idee, la forza della convinzione.
Nel saluto introduttivo, l’assessore comunale Mara Rumiz ha ricordato la viva convinta partecipazione del Comune alle iniziative per il 60. anniversario della Liberazione: iniziative – ha detto – che non sono soltanto commemorazione o mera celebrazione, non soltanto doveroso e grato tributo di riconoscenza a quanti con il loro sacrificio hanno dato libertà e democrazia all’Italia e a Venezia, perché la memoria deve essere attiva, deve servire soprattutto a renderci sensibili a ogni segnale di rischio per la libertà e la democrazia. Mara Rumiz ha assicurato che il Comune darà continuità e nuovo impulso a tutte le iniziative che, nella memoria, possono costruire un nuovo terreno di libertà, di democrazia, di accoglienza dei più deboli, soprattutto nelle scuole e tra i più giovani, anche rendendo permanente, accanto al Cordianamento per il Giorno della Memoria, il Coordinamento con le associazioni partigiane e l’Istituto veneziano per la storia della Resistenza. Mara Rumiz ha concluso con un sentito ricordo di Giannantonio “Nane” Paladini e Girolamo “Momi” Federici, due “bandiere” della memoria attiva della Resistenza.
All’incontro sono intervenuti, con i due curatori, Aldo Aniasi, presidente nazionale della Fiap, Dino Fiorot, presidente dell’Istituto veneto per la storia della Resistenza, Alberto Preti, presidente dell’Istituto Parri per la storia della Resistenza Emilia-Romagna, Mario Isnenghi, presidente dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza.
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