Il sindaco di Venezia, Paolo Costa, ha inviato questa lettera al patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, per esprimergli il cordoglio della Città di Venezia per la scomparsa di Papa Wojtyla e l’intenso ricordo dell’opera del Pontefice per l’umanità intera. Domani, alle ore 11, il sindaco si incontrerà formalmente in Palazzo patriarcale con il card. Scola.
Eminenza Reverendissima, in questo giorno di lutto, porgo e Lei e alla comunità cristiana di Venezia e del mondo i sensi del cordoglio di Venezia.
La città che oggi, insieme a me, Le porge le più vive condoglianze guarda al Santo Padre come a un amico fidato che ha saputo amarla, comprenderla e spronarla a riconoscere il proprio ruolo e la propria missione, al servizio delle città del mondo e degli uomini che le abitano.
Sappiamo bene che Giovanni Paolo II ha saputo leggere i segni della storia, e alla luce di questa sua grande capacità di intuire i percorsi dell'uomo e del mondo, è stato in grado di costruire e diffondere in modo nuovo e potente il messaggio dell’evangelizzazione e della pace. Pur portando con sé la grande umanità di un uomo profondamente legato alla propria terra, il Santo Padre ha saputo intuire l’accelerarsi dei processi di globalizzazione, e per questo ha voluto, con coraggio e intelligenza, “globalizzare” anche l’annuncio del messaggio cristiano, che ha voluto rendere netto e vigoroso - anche quando suonava duro e scomodo - e che ha saputo portare ovunque nel mondo.
Da Venezia abbiamo guardato partecipi a quest’opera di rievangelizzazione, certi che la nostra città ha un ruolo e un compito particolare ed essenziale. Lo stesso Giovanni Paolo II, nel 1985, in visita nella nostra città, ne aveva sottolineata la missione di luogo del dialogo, del confronto, della costruzione della pace. Oggi noi siamo certi che questo ruolo non viene meno, anzi si amplifica e acquista respiro in un mondo che sempre più, anche grazie al magistero di Giovanni Paolo II, avvicina le culture e abbatte i confini. E Venezia è pronta a continuare ad assolvere alla propria missione di terra del dialogo. Serve così al mandato, che è stato del Santo Padre, di avvicinare le civiltà, le fedi, i cuori degli uomini - tutti gli uomini, anche quelli delle terre dell’Est a cui Giovanni Paolo II ha guardato a lungo, in Russia e Cina, senza poterli raggiungere - nella costruzione di un mondo in cui tutti potremo essere davvero più liberi e più vicini l’uno all’altro.
Siamo convinti che il Santo Padre ha atteso con fiducia da Venezia questo impegno fervido riconoscendo, tra le qualità eccellenti della nostra città, non solo il suo fascino e il suo ruolo di ponte tra le civiltà, ma anche il suo essere luogo della complessità. In visita a Venezia, Giovanni Paolo II ha voluto essere presente, nell’incontro con le persone e le comunità, sia in terraferma sia nel centro storico: ha così sottolineato e riconosciuto – non abbiamo dimenticato le parole forti pronunciate a Mestre e a Porto Marghera – i due volti “uniti e interdipendenti” della nostra città, che è città storica e città moderna, luogo dell’incontro e luogo del lavoro, comunità di persone e insieme fabbrica di nuove idee e luogo della fatica e della produzione.
Giovanni Paolo II ha visto in Venezia la città simbolo di tutte le città degli uomini, tese tra storia e speranza, tra passato e futuro, tra conservazione delle radici e desiderio di sviluppo. Così, ancora una volta, Venezia, città vecchia e nuova, d'acqua e di terra, si è sentita compresa dal Santo Padre: Egli ha voluto mostrarci come il tessuto complesso del nostro nucleo urbano - con le chiese e la fabbriche, la laguna Porto Marghera, le isole e le infrastrutture, l’Arsenale e l’Università - altro non è che il segno della complessità della vita di ogni comunità, complessità che è ricchezza, che va trasformata in opportunità perché diventi la via per la costruzione di vero benessere al servizio dell'uomo.
Certa di essere stata sempre compresa e sempre amata dal Santo Padre, Venezia ha ricevuto da Lui un forte impulso alla propria crescita e alla propria missione. E’ per questo che di fronte alla salma del Santo Padre, Venezia sa che Giovanni Paolo II continua a guardare con benevolenza a questa piccola comunità, molecola e cuore della comunità globale. E a lui promettere di continuare il proprio sforzo nella duplice direzione indicata con forza dal Santo Padre: essere luogo di incontro, essere luogo di progresso.
Non posso non ricordare, e non riportare alla città, la sicura benevolenza con cui Giovanni Paolo II ha guardato verso questa nostra comunità, confermata nelle ripetute occasioni in cui ho avuto modo di incontrarLo personalmente. Ne ho ricevuto ogni volta una chiara indicazione a proseguire con fiducia il cammino intrapreso: anche ai Veneziani, come a tutti gli uomini del mondo, Giovanni Paolo II ha ripetuto sorridendo più volte il suo: “Non abbiate paura!”.
Ma anche a Lei, Eminenza reverendissima, e al Patriarcato tutto, guardo con sicuro affidamento: so che saprete essere compagni di viaggio per gli uomini e le donne di questa nostra città, oggi orfana del Santo Padre che le voleva bene, ma sorretta dai Suoi e dai Vostri insegnamenti, perché sappia essere città aperta al mondo e fiduciosa nei giorni che le si aprono davanti.
Paolo Costa, sindaco di Venezia
|