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07/03/2005

Categoria: Cultura

Il saluto del sindaco alla consegna del Premio per la proprietà intellettuale


Il sindaco di Venezia, intervenuto oggi pomeriggio a Palazzo Ducale alla cerimonia di consegna del “Premio Venezia per la Proprietà Intellettuale”, istituito dal Comune di Venezia e dal Comitato Promotore Venezia Internazionale, ha pronunciato il seguente discorso:


Benvenuti signore e signori, eccellenze, autorità. Benvenuti a tutti gli ospiti qui presenti e in particolare a quelli venuti da più lontano. So che in sala ci sono rappresentanti di numerosi Paesi di ogni continente e sono felice di vedere che la mia città sa sempre essere un’ospite gentile per i suoi visitatori.


Per il secondo anno ci ritroviamo in occasione di un appuntamento, il conferimento del Premio Venezia, che mi auguro si consolidi nel futuro legando sempre più strettamente il nome di Venezia alla cultura della proprietà intellettuale e all’economia della conoscenza. Per questo abbiamo lavorato in questi anni, costruendo a Venezia un retroterra produttivo che si sta sempre più specializzando nell’economia della conoscenza, settore determinante per il rilancio di numerose città europee e del mondo, che stanno mettendo a punto strategie di sviluppo economico e di miglioramento della qualità della vita in un quadro di sostenibilità ambientale. Questo settore è particolarmente adatto per prosperare a Venezia, città dall’ecosistema delicato e dalle ampie prospettive di sviluppo che desidera richiamare forze nuove e giovani dall’esterno per arricchire il proprio tessuto sociale. La nostra città è oggi matura per riappropriarsi, anche dal punto di vista istituzionale, di questo patrimonio culturale legato all’economia della conoscenza e alla proprietà intellettuale.


Con il premio celebriamo Venezia e la lungimiranza della Serenissima, che proprio nel marzo del 1474 istituì la prima legge al mondo sui brevetti, la cosiddetta “Parte veneziana”. Lo spirito che anima questa legge anticipa quella che è tutt’ora una caratteristica fondamentale del sistema dei brevetti e della proprietà intellettuale: la loro funzione di utilità nel diffondere la conoscenza. Nella Venezia del 1474 era l’adozione di dispositivi e di procedimenti sconosciuti a livello locale a meritare una ricompensa, tanto quanto le invenzioni nuove e originali. Anche oggi la diffusione della cultura della proprietà intellettuale garantisce trasparenza nel mercato e accessibilità delle informazioni.


Tra l’appuntamento dello scorso anno e quello di oggi Venezia è cresciuta ulteriormente in tema di innovazione. Solo due esempi, tra molte iniziative: ha ospitato a ottobre la conferenza “Il trasferimento tecnologico, l’esperienza Usa, la realtà italiana e le prospettive future” tassello nella diffusione della cultura della proprietà intellettuale tra le piccole e medie imprese che costituiscono gran parte del tessuto produttivo del Nordest d’Italia e ha assegnato a nuove imprese a elevato sviluppo tecnologico, con particolare riguardo per quelle che operano nel campo della proprietà intellettuale e dei brevetti di prodotto e di processo, il primo dei due edifici destinati a incubatori recuperati nel centro antico con contributo europeo. Altri progetti di grande scala sono stati avviati. Far sì che le imprese si inseriscano in modo sistematico nella catena ricerca – innovazione – tecnologia – produzione è fondamentale, perché oggi la ricchezza delle nazioni risiede, più che in ogni altra cosa, nel sapere. Questo è, per sua natura, un fenomeno collettivo che procede per accumulazione, fondato sullo scambio. La sfida della globalizzazione rende oggi necessario che a tutti i paesi sia possibile – e questo è tanto più vero nel caso dell’Unione europea e della costruzione del mercato unico – accedere alle informazioni attraverso adeguate politiche.


Siamo felici di potere offrire al presidente dell’European Patent Office, Alain Pompidou, il premio di quest’anno, per il modo in cui ha saputo cogliere con sensibilità, nel corso di una lunga e insigne attività professionale dedicata a vari aspetti del tema della proprietà intellettuale, il delicato equilibrio tra la necessità di tutelare la ricerca intellettuale e gli investimenti in innovazione e le nuove frontiere dell’etica che pongono sfide relative all’accessibilità della conoscenza. Con la propria attività in Europa e nel mondo il presidente Pompidou, come spiegherà più dettagliatamente l’ingegner Paolo Baratta, presidente del Comitato Promotore Venezia Internazionale e ideatore del Cepiv - Centro di Venezia per la proprietà intellettuale, ha per così dire anticipato e simboleggia tra l’altro l’obiettivo dell’Unione europea di diventare l’economia della conoscenza più competitiva del mondo.


Culla di civiltà da sempre aperta agli scambi con l’esterno l’Europa – e Venezia in particolare – può, in questo contesto, essere luogo privilegiato per la fertilizzazione crociata tra due istanze che paiono antitetiche: la protezione dei frutti della ricerca attraverso la proprietà intellettuale e l’utilità sociale dell’innovazione, legata alle possibilità di accesso a questa.


Desidero infine ringraziare quanti, con il proprio lavoro, hanno reso possibile questo premio: e in particolar modo l’ingegner Baratta, e tutti quelli che hanno sostenuto il costituendo Centro di Venezia per la Proprietà Intellettuale: oltre allo stesso Comune, la Provincia di Venezia, la Regione Veneto, la Camera di Commercio, Unioncamere del Veneto, l’Unione Industriali di Venezia e Confindustria Veneto.