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22/02/2005

Categoria: Pubblica istruzione

Dieci studenti veneziani in Israele e nei territori palestinesi


Il Comune di Venezia continua a portare avanti i suoi programmi tesi a dare un piccolo contributo all’affermazione di una cultura di pace tra Israele e Palestina, proprio nei giorni in cui il ritiro dalla striscia di Gaza e la modifica del tracciato del muro in Cisgiordania decisi dal Governo israeliano sono segnali importanti che fanno rinascere una speranza per la pace.


E’ ritornata ieri infatti da Gerusalemme la delegazione di dieci studenti veneziani (nove del Giordano Bruno, uno del Marco Polo) che ha trascorso tre giorni negli incontri con dieci studenti di Nablus, nei territori palestinesi, e dieci di Rishon Le Zion, in Israele. Si è trattato di un’ulteriore tappa del progetto “Tu, noi. Dialoghi tra culture” promosso dal Centro Pace e sostenuto dall’Organizzazione mondiale della Sanità. E’ da quasi un anno che i ragazzi, tutti sui 17-18 anni, comunicano tra di loro: lo scorso settembre, come si ricorderà, hanno trascorso una settimana insieme a Sant’Erasmo. Nella loro esperienza sono seguiti dagli operatori del Centro Pace e dalla responsabile del servizio, Alberta Basaglia, oltre che dai responsabili del Comune di Nablus e di Rishon; gli studenti sono stati accompagnati dalla presidente del Consiglio comunale.


I ragazzi israeliani e palestinesi si sono dimostrati capaci di abbattere i muri di odio e di prevenzione reciproca, senza peraltro rinunciare a esplicitare chiaramente le loro ragioni e a denunciare le situazioni difficilissime in cui vivono: gli uni con la paura costante di attentati terroristici, gli altri vittime della segregazione e dell’occupazione. Utilissimo è stato il ruolo dei giovani veneziani: hanno saputo, davvero, farsi mediatori discreti e sensibili, facilitando i rapporti e offrendo spunti di riflessione e di collaborazione comune. Sono state tre giornate intensissime, vissute insieme presso l’YMCA di Gerusalemme, con laboratori centrati su tre parole chiave: identità, spazio, muro. Il prossimo appuntamento è per luglio, di nuovo a Venezia.


“Costruire occasioni di dialogo tra i due popoli è estremamente positivo. Farlo mettendo in relazione i giovani è necessario. Sono, infatti, i giovani di entrambe le parti a pagare le conseguenze del conflitto. Il terrorismo suicida si basa sulla disperazione delle giovani generazioni palestinesi e, molto spesso, le vittime sono giovani israeliani. E sono giovani i militari israeliani che presidiano i check-point nei territori palestinesi. Offrire altre occasioni di incontro consente di aprire prospettive inedite di rispetto reciproco e di convivenza” è stato il commento degli studenti al ritorno a Venezia.