Il Consiglio comunale, nell’ultima seduta, ha adottato a voto unanime la variante generale al Piano regolatore generale per l’Isola di Pellestrina in adeguamento al Palav. La variante sarà ora pubblicata per raccogliere le osservazioni dei cittadini, che saranno esaminate dal Consiglio comunale prima del voto per l’approvazione.
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VARIANTE DI PELLESTRINA
Con la variante generale al Prg per l’isola di Pellestrina, si completa il mosaico dei piani del Comune di Venezia in adeguamento al Palav. Pertanto, con la sua approvazione non saranno più necessari i pareri della Commissione di Salvaguardia in merito ai Piani stessi.
Pellestrina è una lingua di terra lunga 11 km e larga da 15 a 200 metri, che separa la Laguna dal mare. Vi abitano quasi 4500 persone le cui classi di età sono meno squilibrate che in altre parti del Comune. L’indice di invecchiamento, che misura il rapporto tra numero di persone di età superiore a 65 anni e inferiore ai 15, è infatti abbastanza diverso da quello del resto del Comune: 173 contro 225. C’è tuttavia da parte dei giovani una accentuata tendenza ad andarsene, a causa della scarsa offerta di lavoro qualificato e di opportunità di vita. In particolare, chi ha un diploma o una laurea, più degli altri sente il bisogno di abbandonare l’isola. Quanti l’hanno fatto, si sentono comunque ancora fortemente legati a essa, e basta essere nell’isola per la festa del patrono o per qualche altra ricorrenza locale, per rendersene conto. Non si tratta solamente del richiamo degli affetti, ma anche del richiamo di una cultura locale ancora fortemente radicata alla tradizione e basata su quei contatti umani e su quei ritmi di vita, che altrove difficilmente si trovano.
L’aspettativa di vita a Pellestrina è la più lunga dell’intera Provincia di Venezia, merito, si ipotizza, dei ritmi di vita, della salubrità dell’aria, di una dieta in cui prevale il pesce. La pesca continua a essere la componente economica fondamentale dell’isola, unitamente alla cantieristica. Entrambi i settori tuttavia, risentono della mancanza di adeguati supporti e contesti organizzativi. La pesca infatti dovrebbe essere sostenuta da una filiera di lavorazione e commercializzazione del pescato che è ancora estremamente debole; la cantieristica soffre dei vincoli imposti dall’isolamento e dall’ambiente, con i cui valori storici e naturalistici inevitabilmente deve fare i conti, pena la distruzione di un patrimonio di inestimabile valore.
E proprio alla valorizzazione di tale patrimonio possono essere affidate le prospettive di un turismo che sin qui non è decollato e che, per essere sviluppato, dovrà avere caratteri ben diversi da quello che affligge Venezia o Burano o le spiagge adriatiche. Un turismo dunque attento alle peculiarità culturali, urbanistiche, edilizie e ambientali locali, piuttosto che al tipo omologato di offerta che contraddistingue il mercato del turismo di massa, e capace, almeno in parte, di sostenere un’attività orticola che, se dal punto di vista economico è ormai marginale, si distingue ancora per la qualità del prodotto e del paesaggio che contribuisce a formare.
La variante si propone di definire le condizioni perché tutto ciò possa trovare un equilibrio non facile da istituire, ma necessario per utilizzare al meglio, e cioè nel segno della compatibilità e del reciproco sostegno, le potenzialità presenti. La variante è stata sviluppata con modalità accentuatamente partecipative. Un gruppo di ricercatori infatti ha lavorato a diretto contatto con i cittadini per più di un anno evidenziando tematiche, aspettative e prospettive di riorganizzazione dell’Isola, assunte poi a fondamento della variante.
Pellestrina dispone di servizi e di attrezzature di interesse comune solo di scala locale. Ha infatti: scuola materna, scuola elementare e media, palazzetto dello sport, biblioteca, poliambulatorio ecc. I suoi abitanti devono perciò reperire altrove servizi di scala maggiore, sobbarcandosi lunghi tragitti non sempre agevoli, anche a causa delle necessità di ricorrere sia ai mezzi pubblici di acqua sia a quelli di terra. Ed è forse questa forzata dipendenza ad accentuare la crescente diffusione del mezzo privato. A Pellestrina circolano più di 1000 automobili che sconvolgono l’intero sistema degli spazi pubblici. Così, carrizzade e fondamente, nate per i pedoni, diventano strade di traffico e parcheggi.
Le scelte di piano, riassunte a grandi linee, riguardano:
- un incremento di popolazione pari a 460 abitanti che, accogliendo le richieste del Consiglio di Quartiere, come la variante propone, diventerebbero 572;
- il rafforzamento della struttura economica con la previsione di attività ricettive a piccola scala che comprendono il villaggio turistico, le case per l’affitto e alcune strutture alberghiere;
- la razionalizzazione degli interventi nelle aree produttive;
- la tutela della tradizione costruttiva (materiali, tetti a falde con pendenza compresa tra il 30 – 35%) e delle modalità insediative fondate su un tessuto ordito dalle carrizzade disposte tra i murazzi e la laguna;
- il riconoscimento che le condizioni abitative offerte dall’edilizia storico-testimoniale vanno adattate alle esigenze del vivere contemporaneo. Di qui ad esempio la possibilità, nel rispetto di precise regole, di innalzare il pavimento del pianoterra in rapporto al fenomeno delle acque alte e ai lavori di Insula e di innalzare i solai e usare il sottotetto, in rapporto al regolamento edilizio e alle norme igieniche. O, ancora, la possibilità di occupare, laddove possibile, piccole porzioni di spazio pubblico per la realizzazione di bussole d’ingresso, a difesa dei venti e la possibilità di render intercomunicanti unità immobiliari troppo piccole.
- il recupero di strutture dismesse quali ad esempio l’ex Ospedale e l’ex Cantiere Schiavon;
- la razionalizzazione del traffico, mediante un sistema di circolazione a “stanze”, che consente di evitare che le fondamente lagunari diventino un’autostrada e un immenso parcheggio;
- la tutela e la valorizzazione, oltre che del patrimonio storico testimoniale costituito dai centri storici e dai forti, di un patrimonio ambientale ingente che comprende, oltre che i siti di interesse comunitario e alcune aree contermini, anche il sistema degli orti.
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