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25/01/2005

Categoria: Lavori Pubblici

Lavori sul ponte degli Scalzi, lo stato delle attività


Il responsabile del procedimento, arch. Roberto Benvenuti, ha reso nota oggi pomeriggio la seguente relazione sui lavori in corso al ponte degli Scalzi.


“Premessa. In seguito alla caduta di una colonnina dalla balaustra del Ponte degli Scalzi, è stato effettuato un immediato monitoraggio al fine di verificare più complessivamente lo stato delle strutture. E’ così emersa una situazione abbastanza diffusa di fessurazioni sulla maggior parte delle colonnine, in particolare dove tali elementi raggiungono la sezione trasversale minima: risultavano infatti integre solo le colonnine delle rampe laterali che non sono direttamente interessate dall’arco. In seguito alla verifica, è stato immediatamente predisposto sulle balaustre in pietra un intervento di somma urgenza a tutela della pubblica incolumità mediante installazione di morali in legno.


Altre fessurazioni sono state riscontrate sulla pavimentazione di alcuni pianerottoli sia verso la Fondamenta S. Lucia che verso la Fondamenta di S. Simeon Piccolo: va ricordato che tutta la pavimentazione del ponte è stata oggetto di straordinaria manutenzione negli anni 1999/2000 da parte della Società Insula per conto dell’Amministrazione comunale con la sostituzione, fra l’altro, dell’originaria pavimentazione in asfalto con lastre di trachite. E’ interessante rilevare che i due ripiani dove sono comparsi fenomeni di fessurazione sono quelli che possiedono il minor spessore di sottofondo presente tra la struttura principale dei conci in pietra costituenti l’arco e la pavimentazione del piano di calpestio: in tale tratto, infatti, le lastre di pedata e le orlature delle alzate poggiano praticamente direttamente sulla struttura principale dell’arco. 


Analisi e verifiche. Al fine di verificare le cause che inducono gli effetti deformativi riscontrati e conseguentemente proporre alla Soprintendenza Beni architettonici di Venezia un intervento risolutivo, la Direzione Centrale Progettazione ed esecuzione lavori - Servizio Viabilità Venezia, insieme con l’ing. Gianfranco Baldan e la ditta Giusto Giovanni, specializzata nel restauro e conservazione della pietra e del marmo, ha pianificato un programma di verifiche sugli elementi del ponte, ivi incluso un calcolo statico di controllo.


Per quanto riguarda innanzitutto le colonnine e la balaustra, si tenga conto che all’interno del corrimano in pietra (parte superiore della balaustra) corre un tubo metallico in acciaio di sezione rettangolare dove è alloggiato gas in pressione dell’Italgas. Le colonnine sono vincolate “rigidamente” alla base tramite un incalmo in pietra a sezione quadrata cementato alla struttura portante e, superiormente, con un perno in ferro anch’esso cementato nell’elemento inferiore del corrimano in pietra. Pertanto, le colonnine risultano strettamente vincolate sia alla base che in sommità: si sono quindi considerate le condizioni elementari di carico (peso proprio delle strutture, sovraccarichi, variazione della temperatura, allungamento del tubo di acciaio).


La verifica di calcolo effettuata ha portato ad alcune considerazioni. Le fessurazioni sulla pavimentazione corrispondono alla zona in cui la deformazione dell’arco ha andamento convesso ed è quindi sottoposta a forti sollecitazioni che l’originario materiale del piano di calpestio del ponte (asfalto, peraltro non più attuabile a Venezia) permetteva di assorbire (in questi punti, l’attuale pavimentazione poggia praticamente sulla struttura principale dell’arco).


Le sollecitazioni che interessano le colonnine sono in parte dovute all’eccessiva rigidezza (vincoli) della struttura e in parte all’attrito per l’allungamento del tubo metallico nei diversi cicli stagionali di temperatura: tali sollecitazioni vanno ovviamente combinate con lo stato di conservazione della pietra, continuamente sottoposta agli agenti atmosferici, con l’azione del vento e le possibili spinte e/o movimenti manuali.


Conclusioni. Al fine di procedere con l’intervento complessivo di consolidamento, si è concordato con la Soprintendenza di effettuare su una colonnina della balaustra un primo intervento sperimentale di recupero in modo da verificarne la fattibilità economica e operativa. Tale intervento consisterà in: 1. consolidamento dell’elemento fratturato anche mediante l’inserimento di aghi in acciaio inox AISI 316 (di lunghezza e diametro compatibili con il manufatto) con resina epossidica o caricata con inerte a pasta; 2. taglio del perno metallico che collega la colonnina alla struttura soprastante; 3. realizzazione di una superficie di collegamento con piombo fuso tra la testa della colonnina e l’elemento in pietra del corrimano al fine di ridurre la rigidezza della struttura complessiva, causa probabile delle lesioni diffuse. L’intervento sarà accuratamente fotografato (prima, durante, dopo) e monitorato al fine di poter procedere successivamente con il progetto d’intervento sull’intera struttura.


Si tenga conto che occorre verificare sul posto se tali operazioni (in particolare, l’inserimento di aghi metallici e la realizzazione di una superficie di collegamento in piombo fuso) siano “effettivamente” fattibili in cantiere, cioè senza smontare le colonnine dalla balaustra: tale eventualità infatti comporterebbe costi molto superiori e una tempistica di intervento più lunga per la necessità di smontare tutte le parti in pietra e la tubazione in acciaio con la contemporanea creazione di un bypass per garantire la fornitura del gas.


Per quanto riguarda l’intervento sulla pavimentazione dei pianerottoli, tenuto conto che non è più possibile utilizzare l’asfalto per le pavimentazioni, è in corso una verifica sulle tecniche più idonee per eliminare l’inconveniente riscontrato (giunti elastici sulla pavimentazione in lastre di trachite e/o sostituzione con asfalto sintetico mediante resine caricate con inerti del medesimo colore della trachite): l’intervento, che dovrà ottenere l’assenso della Soprintendenza, sarà realizzato contemporaneamente ai lavori di consolidamento sulle balaustre.