Si apre oggi, lunedì 10 gennaio, alle ore 16, a Palazzo Fortuny, “Shoah, l’infanzia rubata”, la mostra che costituisce il primo importante appuntamento delle iniziative promosse per il 5o Giorno della Memoria.
Interverranno la presidente del Consiglio comunale, Mara Rumiz, il presidente della Comunità ebraica, Dario Calimani, Marina Scarpa Campos per l’Associazione Figli della Shoah.
La mostra è stata realizzata su iniziativa del Consiglio comunale, con l’attività dell’Ufficio del Consiglio, in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah, gli Itinerari educativi, i Musei civici veneziani, la Comunità ebraica di Venezia. Resterà aperta fino al 27 gennaio, in orario 9.30–18, con ingresso libero e visite guidate per le scuole.
La presenza degli operatori dell’informazione sarà molto gradita.
All’interno della tragedia della Shoah, la mostra focalizza l’attenzione sui bambini e sugli adolescenti che ne furono vittime (un milione e mezzo di uccisi nei campi di sterminio) ed è organizzata più emotivamente che storicamente; è dedicata in particolare alle scuole, perché attraverso emozioni vere i ragazzi siano sensibilizzati alla tragedia che ha travolto l’Europa in anni non lontani e quindi alla necessità di una coscienza civile e umanitaria sempre vigile. Ai cinquanta pannelli della mostra itinerante, sono stati aggiunti undici pannelli che ricordano i bambini ebrei veneziani dall’inizio della discriminazione alla persecuzione fino alla rinascita della Comunità nel 1945. Gli organizzatori hanno anche predisposto, oltre alle visite guidate, strumenti didattici per gli insegnanti, in modo da promuovere un approccio corretto dei bambini a una tematica tanto tragica. Parte della mostra è dedicata a Janusz Korczack, un pediatra e pedagogo polacco che fu in prima linea per salvaguardare i diritti dei bambini ebrei nel Ghetto di Varsavia e che fu ucciso con 192 di essi nel campo di Treblinka. Da ciò dovrà derivare per i ragazzi un messaggio propositivo: così come allora ci fu chi cercò di fare qualcosa per opporsi allo sterminio e proteggere le vittime, ciascuno di noi può fare qualcosa per impedire il ripetersi di ogni discriminazione e violenza.
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