Il vice sindaco di Venezia e assessore comunale alla Polizia municipale, Michele Mognato, ha reso noto che nella serata di ieri la Sezione Ambientale della Polizia municipale ha proceduto, su disposizione del gip Roberta Marchiori, al sequestro preventivo dell’insediamento sito in via Ca’ Marcello n. 8 di proprietà della società Demont Srl che dal 1989 svolge attività di recupero e stoccaggio di rifiuti non pericolosi, e precisamente composti metallici ferrosi e non ferrosi.
Dagli accertamenti di polizia giudiziaria finora compiuti, è emerso che le operazioni di recupero e stoccaggio non rispettavano le condizioni previste dalla legge che prevede siano garantiti un elevato livello di protezione ambientale e controlli efficaci. In particolare, da analisi effettuate su campioni prelevati all’interno del sito da personale Arpav nel 2001, emergeva il superamento dei valori di concentrazione limite previsti dalle normative vigenti.
Il Comune di Venezia con propria ordinanza, ordinava quindi alla Demont Srl di adottare i necessari interventi di messa in sicurezza di emergenza, di bonifica e ripristino ambientale e di preparare idonea documentazione tecnica dalla quale dovevano risultare le caratteristiche dei suddetti interventi. Ma la società finora non ha provveduto a effettuare alcun intervento di messa in sicurezza, né ha proceduto a presentare il progetto di bonifica.
La Sezione ambientale della Polizia municipale, in successivi sopralluoghi, rilevava che gli scarichi delle acque di dilavamento del piazzale erano effettuati in assenza di autorizzazione,danneggiando in questo modo la rete fognaria comunale; riscontrava inoltre che la messa in riserva dei rifiuti effettuata su basamenti costituiti da lastre metalliche parzialmente saldate tra loro o poste l’una accanto all’altra, non rispettava le indicazioni previste da specifiche normative, creando così pericolo per una probabile contaminazione superficiale del terreno. Ancora, nel corso degli accertamenti, veniva riscontrata l’emissione di fumi e vapori molesti, provenienti dalle operazioni di taglio dei rifiuti metallici effettuati con l’utilizzo di fiamma ossidrica. Inevitabile quindi la decisione del gip di sottoporre l’area a sequestro preventivo, allo scopo di impedire che la situazione di pericolo di inquinamento della zona possa ulteriormente aggravarsi.
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