L’Amministrazione comunale di Venezia ha accolto con stupore e preoccupazione le dichiarazioni sulle antenne del direttore generale dell’Azienda Ulss 12, Antonio Padoan, e del direttore del Dipartimento di prevenzione, Sergio Lafisca, così come pubblicate in data odierna sul Gazzettino, in particolare per quanto asserito sul “mancato rispetto dei livelli di sicurezza” e sulla evocazione di situazioni di rischio vissute con timore dalla popolazione di terraferma.
Sul delicato problema delle antenne, l’Amministrazione comunale di Venezia ha sempre ricercato l’applicazione dei principi di massima cautela e di minimizzazione delle esposizioni: e può vantare a questo proposito di essere stata all’avanguardia in Italia fin dal 1999, quando ha imposto il parere preventivo obbligatorio, allora non previsto da normativa alcuna. La scelta di Ulss e di Ispesl – qualificato istituto del Ministero della Sanità – per l’espressione di detti pareri, condivisa dai Consigli di Quartiere e dai Comitati di cittadini, testimonia l’approccio sanitario, prima ancora che ambientale, voluto dall’Amministrazione comunale proprio nella prospettiva della massima cautela. E’ opportuno annotare che tale scelta è stata espressamente condivisa dalla Regione del Veneto (in seguito alla “legge quadro” in materia), con nota del dirigente del Dipartimento per la Prevenzione. E’ altresì opportuno ricordare che rispetto a detti pareri permane la competenza istituzionale di successivo controllo da parte di Arpav.
La sottoscrizione del protocollo con i gestori è stata una nuova tappa di un percorso sempre ispirato al principio della massima cautela: a fronte del rischio concreto di “antenna selvaggia”, si è potuto infatti ragionare su una visione preventiva di massima di tutti i siti. In tale protocollo, è stato ribadito peraltro l’obbligo del parere di Ispesl e di Ulss: e soltanto a fronte di possibili casi di decorrenza dei termini per l’emissione del parere, è stata prevista la presentazione di una dichiarazione giurata e asseverata del progettista dell’opera, (comunemente ma riduttivamente nota come “autocertificazione”) la cui portata peraltro non va affatto sminuita, visti i riflessi penali di una dichiarazione mendace. Tale dichiarazione non esimeva comunque Ispesl dal portare a termine le procedure e formulare il parere, né Arpav dal successivo controllo sulle emissioni.
Il protocollo è oggi soggetto a revisione, con l’inserimento di ulteriori elementi di tutela.
Quanto al dato particolare delle antenne vicine all’ex ospedale G.B. Giustinian, l’Amministrazione comunale non può non ricordare che tutte le antenne finora installate hanno ottenuto il parere preventivo di Ispesl e di Ulss, nonché l’approvazione della Commissione di salvaguardia, della quale fa parte anche l’Ulss.
Alla luce di tutti questi elementi, l’Amministrazione comunale, al fine di tutelare il proprio operato e onorabilità e, soprattutto, fortemente preoccupata per il possibile impatto nella cittadinanza delle ricordate affermazioni, allarmistiche e secondo l’Amministrazione comunale non rispondenti al vero, ha dato mandato all’Avvocatura civica di valutare se nelle stesse possa sussistere ipotesi di reato, con conseguente azione giudiziaria.
|