Novembre 1966: comincia una nuova era per la meteorologia
Immediatamente dopo il 4 novembre del 1966 il Comune di Venezia istituì il primo servizio di osservazione delle alte maree. In questa data, infatti, si verificò un evento meteorologico di tale intensità, che viene ancora oggi ricordato come "L'alluvione del '66". Tale evento provocò danni irreparabili al tessuto urbanistico, storico e culturale non solo a Venezia ma in molte altre città e paesi del Nord e del Centro Italia tra i quali Firenze che subì danni incalcolabili al patrimonio culturale. Per Venezia questo evento, le cui dimensioni sono tali da renderlo unico in una città che pur da sempre conviveva con la periodica invasione dell'acqua nelle proprie calli e campielli, segna l'inizio di una nuova epoca storica contraddistinta da una serie di interventi infrastrutturali in laguna e lungo la gronda finalizzati a difendere la città da nuovi eventi di marea e contemporaneamente a renderla dinamica e al passo con i tempi, ma segnata anche dal loro non sempre felice impatto sull'ambiente naturale, da molti, in seguito, contestato. Le cronache dell'epoca non mancarono di toni ridondanti e drammatici. Uno su tutti, l'Obici, nel suo Venezia fino a quando? del 1967 così si esprime "Non c'è immagine fotografica che riesca a farci intuire la vera natura e la vera portata del disastro sofferto da Venezia il 4 novembre 1966…non soltanto Venezia ha subito, quel giorno, l'offesa delle acque, ma l'intera laguna, l'intero sistema lagunare di cui Venezia è il cuore e senza il quale non esisterebbe. Il disastro ha proporzioni immani…poiché investe la sicurezza di Venezia, le sue probabilità di esistenza" e ancora "il 4 novembre è una giornata di acqua alta, la più inquietante e disastrosa che si conosca…Si è intuito subito, prima ancora che si sapesse cosa era accaduto ai bordi della laguna, che Venezia era in preda al mare e che il mare avrebbe potuto inghiottirla". Oggi, probabilmente, useremmo un diverso linguaggio per comunicare eventi di tale portata, ma la realtà di allora fu veramente drammatica ed il centro storico di Venezia si salvò dalla forza del Mare Adriatico, che già aveva superato le difese di Malamocco, probabilmente solo per la somma casuale di fattori ambientali.
Informare i cittadini: una conquista recente
Perché, ci chiederemmo oggi, la popolazione veneziana e del litorale non fu avvertita di quanto stava per accadere? Oggi siamo abituati a seguire quotidianamente le avventure meteorologiche e ad essere di conseguenza informati sul tempo che farà, ma a quel tempo le rilevazioni e quindi le previsioni non erano accurate come oggi e soprattutto non esisteva un servizio preventivo di protezione civile per comunicare i rischi connessi ad eventi meteorologici. Le osservazioni regolari sulla marea a Venezia datano dal 1867. Dal 1872 con maggior frequenza arrivano i dati dal mareografo del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. Soltanto, però, dal 1908 vengono registrate dall'Istituto Idrografico del Magistrato alle Acque di Venezia tutte le escursioni di marea attraverso una prima sofisticata rete di rilevamento posta sulla laguna e sul Mare Adriatico. Si avverte, dunque, la necessità di tenere sotto controllo l'andamento delle maree, ma ancora non quella di avvertire la popolazione in caso di marea Sostenuta. Tanto meno quella di istituire un servizio di protezione civile. L'alluvione del 1966 mette a nudo questa esigenza assieme ad altre di non minor importanza che vanno sotto il generico temine di "salvaguardia di Venezia". Il problema più critico riguarda le residenze ai piani terra e le attività commerciali. Ai milioni di danni per le attività commerciali si sommarono, infatti, i drammi di molte famiglie che, residenti ai piani terra, avevano avuto gli appartamenti invasi e distrutti dall'acqua.
Nasce il Centro di Osservazione, previsione e Segnalazione Alte Maree
Con provvedimento consiliare n. 185 del 19 febbraio 1968, nasce il "Centro di Osservazione, previsione e Segnalazione Alte Maree" del Comune di Venezia nella prestigiosa sede del Museo di Storia Naturale. Competenza del Centro è quella di formulare previsioni di marea e diffonderle alla cittadinanza. L'elemento di novità, con l'avviso alla cittadinanza in caso di maree particolarmente sostenute, è quello di avvisare tutti i sistemi di trasporto pubblico (anche in caso di marea particolarmente bassa tale da impedire il normale transito dei mezzi sotto i ponti o lungo i canali cittadini). Il Centro, inizialmente, si avvaleva dei dati provenienti dalle tre stazioni di rilevamento dell'Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque. L'avviso alla cittadinanza veniva dato attraverso il suono, allora, di un'unica sirena posizionata a San Marco e la collaborazione di qualche parrocchia che, come anticamente avvertivano la popolazione di un pericolo imminente, suonavano le campane per avvertire di un probabile innalzamento della marea. Nel 1980, con delibera di Giunta n. 4528 del 3 settembre, il Comune di Venezia dà forma pressocché definitiva al Centro che da questo momento si chiamerà CPSM-Centro Previsioni e Segnalazioni Maree. Gli uffici, ancora presso il Fondaco dei Turchi, sede del Museo di Storia Naturale, ben presto migreranno per trovare collocazione definitiva a Palazzo Cavalli. In questi venticinque anni il Centro Maree ha progressivamente aumentato le proprie capacità di previsione, migliorato i sistemi di informazione e di allertamento, aumentato il proprio organico. Attualmente il Centro dispone di quattordici stazioni di telerilevamento, più la centrale, poste nella laguna di Venezia che inviano costanti informazioni su diversi parametri meteomarini (livello di marea, direzione e velocità del vento, pressione atmosferica ecc.) alla sala operativa del Centro dove i tecnici provvedono alla loro elaborazione e trasformazione in previsioni sulle altezze di marea.