La villa bifamiliare, con pianta irregolare, è costituita da 3 piani per un'altezza complessiva di 9 m ed occupa una superficie totale di 251 mq, mentre il volume totale è di 2261 mc. L'area di pertinenza è caratterizzata da un giardino che circonda l'intero edificio. L'edificio possiede un'unica entrata in via Dardanelli. Il tetto è a padiglione con coperture in tegole di laterizio. Lo stato di conservazione è buono.
L'edificio ha un aspetto semplice e lineare ma è ricco didecorazioni in stile liberty.E' interamente coperto da un intonaco color arancione. Gli elementi decorativi delle cornici delle finestre e delle porte in pietra bianca, dei pilastri, dei ferri battuti delle ringhiere dei balconi, delle mensole e del cancello sono cerchi e motivi lineari di ascendenza europea comuni a molte altre ville dell'isola.
La pianta dell'edificio è documentata nel catasto austro-italiano (1846-1925).
Il vero nome della villa è VILLA IGEA, tutti gli altri sono nomi che derivano dagli allora proprietari. Dai disegni del prospetto principale del 1910 si può vedere come lungo il parapetto in ferro battuto del terzo piano era inserita la scritta "Villa Igea" anche se l'abitazione veniva chiamata Villa Giuliani (proprietario Dott. M. Giuliani).
L'aspetto attuale della villa differisce dall'originario: l'intonaco è giallo mentre nel 1913 c.a. la casa era coronata da una fascia colorata a motivi vegetali, dalle foto dell'epoca inoltre si può notare come in origine il giardino fosse recintato da una ringhiera in ferro battuto con decorazione uguale a quella dell'attuale cancello.
Purtroppo anche l'aspetto di inizio Novencento non corrispondeva al progetto originale di Sabbadino considerato troppo di "stile bizzarro e non architettonico". Il suo progetto fu più volte rifiutato dalla Commissine per l'ornato ed infine venne semplificatomolto e portato alla più semplice espressione di linee conforme al gusto dll'epoca. Si effettuò la soppressione de"il marcapiano, alcune bugne a semplice rilievo di malta e la sostituzione di una porta al di sotto del comune al progettato portone in ferro e cristalli studiato in armonia con lo stile della villa di circa 7 m […] L'intenzione di un così grande portone d'ingresso era quella di ingrandire il salotto in continuazione diretta con il pavimento sporgente all'esterno del terrazzo con balaustra in ferro battuto" (archivio storico municipale di Venezia 1910). Fu proprio questo portone a causare varie diatribe con la Commissone dell'Ornato: Sabbadini si offrì di nasconderlo facendo chiudere il terrazzo su cui si affaccia con una vetrata, ma la Commissione non cedette e così venne realizzato un portone rettangolare con decorazioni analoghe a quelle delle finestre.
L'attuale veranda d'ingresso è stata realizzata negli utimi anni.
Nel 1910 viene costruita l'abitazione del custode in aggiunta all' edificio esistente.
Villa Igea fu costruita quindi prima del 1910.
1922 viene effettuato l'ampliamento della casa del custode ad opera dell'architetto Penzo Attilio.