Collocata in una zona ancora poco edificata ma in rapporto diretto con l'orizzonte veneziano, essa ripropone i motivi caratteristici del gotico fiorito tardo quattrocentesco come le trifore, le quadrifore, o i motivi a ruota nei parapetti dei poggioli, adottando però sistemi strutturali e costruttivi nuovi, basati sull'impiego del cemento. Risultano evidenti i richiami alle forme dell'architettura veneziana, come Palazzo Contarini Fasan, sul Canal Grande, o Ca' Dario. L'edificio acquista fascino grazie all'inserimento nella struttura muraria e nella recinzione di frammenti marmorei (patere) di recupero o falsi antichi in pietra artificiale.
(DAGA-MATTEINI 2003, appendice, scheda 5)
[...] (Villa Bianca, villa Igea e villa Boiti) sono accomunate da linee architettoniche di richiamo a quelle veneziane, forse perché in una posizione di tale evidenza non potevano che riallacciarsi agli stili antichi senza concessioni ai nuovi ornati. Sicher ci presenta solo la prima con il nome di villa Quarti, alle tavole 47 e 48, mentre sarà detta villa Curletti in Talenti e altri documenti del '19; villa Bianca (è scritto a mosaico sul pilastro del cancello d'angolo al numero 7) [...] fu costruita nel 1909-10 da Rubens Corrado, il più attivo dei progettisti del Lido in quegli anni, (l'unico di cui Sicher presenta quattro ville), che si esprimeva con linee tradizionali di revival, [...]. In villa Bianca il gotico impera, nelle varie forme di finestre, balconi, archi dei portoni, patere, formelle, capitelli e camini. Questa scelta stilistica non era da tutti apprezzata, e nel dibattito di inizio Novecento mi piace citare le parole del cronista de 'L'onda del Lido', un settimanale estivo pubblicato nel 1911, che così suonano: 'Si comincia infatti col vedere una casa di stile che vorrebbe accostarsi al veneziano, carica di fronzoli, di bifore e di trifore, di archi e di scalee, di patere e di rosoni, il tutto trattato proprio senza economia: figuriamoci che la maggior parte degli archi sono molto più grandi delle porte e delle finestre, una cosa fatta veramente da gran signori, con la quale si potrebbe scommettere che qualche architetto, adoperando tutto quel materiale a disposizione, sarebbe stato capace di costruire almeno due ville. [...] La signorilità dell'aspetto, la maestosità del portamento e tutto il parentado di costruzioni che la circondano ci fanno ritenere che questa villa - da noi personificata in una bella dama - abbia i quattro ... quarti di nobiltà!'.
[...] Anche il muro di cinta era unico nel suo genere in quanto alternava parti chiuse da una griglia di ferro (ora murate) ed altre a mattoni in cui erano inclusi sia frammenti marmorei antichi, provenienti pare dall'antico monastero di san Nicolò sia altri moderni in pietra cementizia [...].
(ROSSANI 2006-2, p. 117-118)