Duilio Torres, nasce a Venezia il 14 agosto 1882. Fratello minore di Giuseppe Torres , frequenta come quest’ultimo l’Accademia di Belle Artidove si diploma nel 1903 ottenendo il titolo di Professore di Disegno Architettonico.
Nei primi anni della sua carriera risente notevolmente della tradizione familiare e cede, ispirandosi all’opera delfratello, a tentazioni eclettiche che avevano caratterizzato, in precedenza,la costruzione, tra il 1905 e il 1907, da parte di Giuseppe, della CasaTorres in Rio del Gaffaro a Venezia, esempio tra i più celebri di architettura neo-medioevalista veneziana d’inizio secolo che unisce lo storicismo veneto-bizantinoalla ricerca architettonica mitteleuropea del primo novecento.
Sempre Giuseppe, nel 1919, progetta, al Lido, anche il Tempio Votivo.
Duilio, sino al 1914, condivide lo studio con il fratello, dal quale poi si stacca per iniziare la propria attività professionale autonoma.
Riprende, tra il 1923 e il 1924, l’atmosfera da saga nordica nella costruzione, commissionata dal vicentino Mario Malvezzi, del Casone di Caccia aValle Zappa, nella laguna Sud di Venezia, concluso nel 1928, che, pur sorgendo in un contesto lagunare del tutto isolato, - la valle era un tempo tra le più ricche per avifauna - dimostra la conoscenza dei contemporanei esempi internazionali, che spaziavano dalla Scuola di Amsterdam alla Secessione Viennese.
La torre, inglobata in questa costruzione dal sapore singolare, spicca nel contorno dell’edificio e funzionava da osservatorio per la caccia della selvaggina; viene tutt’ora utilizzata come cisterna d’acqua. Nella facciata principale appare lo stemma del casone raffigurante tre zappe.
Duilio lentamente si discosta da questa impostazione stilistica in favore di soluzioni più tecniche, legate ad un linguaggio più moderno e razionalista con minore attenzione alla ricerca e disponibilità alla sperimentazione architettonica del fratello.
Al Lido, Torres, si cimenta con la costruzione di quella che viene considerata “la prima espressionedell’architettura moderna a Venezia”, l’ Istituto Elioterapico agli Alberoni edificatotra il 1922 e il 1923 e presentato, quale costruzione d’avanguardia, alla mostra di Stoccarda nel 1927.
Caratterizzato da grandi superfici vetrate poste in modo degradante, per sfruttare al massimo l’esposizione solare, l’edificio rispondeva alle tendenze più avanzate dell’architettura razionalista e aimoderni concetti di salubrità novecentesca.
Contemporaneamente, seguendo analoghi criteri, nel 1923progetta e realizza, sempre al Lido di Venezia, in Via L.Loredan in Lungomare Marconi, la Casa di Cura “Solarium al Mare, Colonia del Sole- 1° padiglione Romolo Rotelli” (vedi scheda).
Nel 1932 vince, all’unanimità dei voti della Commissione Giudicatrice, il Primo Premio del Concorso, Motto “Venezia”, indetto nel marzo 1932 , per la realizzazione del progetto per ilnuovo ponte sul Canal Grande all’Accademia, che avrebbe sostituito il vecchio e malandato manufatto ottocentesco in ferro opera dell’ingegner Neville.
Era affiancato nel progettodall’ingegner Ottorino Bisazzae per gli apparati decorativi da Antonio Marini.
L’idea proposta da Torres, pur presentando delle imperfezioni nel motivo centrale dell’arco, era quella di un ponte ad arcata unica in pietra d’Istria, che richiamando la sagoma portante del ponte di Rialto, appariva come una soluzione rispettosa dell’ambiente veneziano e offriva una struttura schietta e elegante simile a quella costruita dall’ingegner Eugenio Miozzi per il nuovo ponte degli Scalzi nel 1934.
Il progetto di Duilio Torres non venne mai realizzato, poiché l’arrivo della seconda guerra mondiale, rese stabile il ponte in legno provvisorio all’Accademia costruito dal Miozzi nel 1933.
Nel 1923 Torres divenne presidente della Federazione Veneta Architetti Italiani, che riuniva i diplomati dell’Accademia di Belle Arti nella quale ebbe un ruolo attivo.
Del 1925 èil restauro dell’ anticaresidenza privata trasformata a moderno albergo dell’odierno Hotel American a San Vio a Venezia; del 1926 il progetto per il completamento del palazzo delDuca Sforza sempre a Venezia e del1927 quello di un ponte a tre archi da costruirsi alla stazione, non realizzato, e un Piano di Risanamento della Frezzeria a Venezia.
Nel 1926, Duilio Torres, partecipò anche a un Concorso Nazionale per la progettazione delle Terme Littorie e nel 1937 della Casa Littoria a Roma.
Negli anni trenta lavorò molto a Padova dove progettò e edificò, a distanza di pochi metri , nel cuore della città,tre imponenti realizzazioni: laCasa a Torre, il Supercinema ora grande centro ad uso commerciale in Via Emanuele Filiberto e l’ex Albergo Regina in Piazza Garibaldi. In particolare la Casa a Torre (1933-34), posta tra Via E. Filiberto e Via Risorgimento, risulta essere tra le opere più significative di Duilio Torres per i chiari spunti novecenteschi.
Nel 1930 partecipò al Concorso per la cattedrale di La Spezia e nel 1938 al progetto per il monumento della Vittoria a Milano.
Contribuì alla stesura dei documenti per la proposta di un Piano Regolatore di Venezia, tra il 1930 e il 1931, successivo all’inaugurazione del ponte translagunare, che conteneva proposteper la sistemazione di Piazzale Roma. Lavora, nell’occasione, assieme a un gruppo di urbanisti. Oltre a lui e il fratello Giuseppe vi facevano parte: Brenno Del Giudice, Napoleone Martinuzzi, Gastone Iscra, Guido Valconi, Guido Pellizzari; collaboravano Carlo Keller, Guido Spellanzon, Marcello Piovan e i componenti del gruppo URBA: Angelo Scattolin, Antonio Spandri, Virgilio Vallot, Aldo Folin, Alberto Magrini, Prospero Battestin.
Nel 1932 interviene, anche, nella facciata del padiglione Italia della Biennale d’Arte ai Giardini rivisitata, poi,nel 1968, da Carlo Scarpa.
Nel 1934 diventa docente di Urbanistica alla Scuola Superiore di Architettura di Venezia (ora IUAV) dove, nel 1948, verrà sostituito da Luigi Piccinato.
Risale al 1935 il progetto per il completamento della facciata della chiesa di San Petronio a Bologna.
Nel 1936, riprendendo il progetto napoleonico riproposto dal Piano Regolatore del 1886, realizzava la continuazione della Riva dei Giardini a Castello, detta allora Riva dell’Impero, dal ponte della Veneta Marina verso i Giardini della Biennale lungo il canale di S. Marco; costruiva, nello stesso anno, il ponte dell’Arsenale o di San Biagio, in pietra d’Istria, sostituendo quello ottocentesco in ferro girevole e nel 1937 quello dei Giardini, sempre in pietra d’Istria, con sculture di Napoleone Martinuzzi.
La consulenza artistica e progettuale di Torres per la passeggiata scenografica, compresa tra San Marco e i Giardini, di una larghezza calpestabile compresatra i 24 e 37 metri, prevedeva anche la suasupervisione nell’arredo urbano , quali i posizionamenti di panchine e punti luce.
L’opera architettonica di Torres comprende un ambito di vasto interesse, in quanto realizzò opere di vario tipo, sia per una committenza alto-borghese che per l’ente pubblico, spaziando anche nella progettazione di costruzioni a carattere industriale.
In particolare negli anni quaranta lavorò per la SADE , Società Adriatica di Elettricità per la quale realizzava, nel 1949, a Agordo una centrale elettrica in caverna.
Torres si occupò, inoltre, attivamente dei criteri di composizione degli edifici e di urbanistica partecipando alla stesura di vari piani regolatori di città italiane, a convegni e a concorsi di carattere nazionale.
Tra il 1954 e il 1956 partecipò al “Progetto di aggiornamento della sistemazione generale delle vie di acqua e di terra della zona di influenza del Piazzale Roma a Venezia al limite del Canal Grande a SE, del canale di Scomenzera a NE, del canale della Giudecca a O, e della località dei Tolentini, S.Pantalon, Ca’ Foscari, S.Tomà,.. oltre a quelli aggiornati di razionalizzazione del transito Venezia-Mestre e di altri transiti minori interni” .
Muore a Venezia nel giugno 1969.
Attualmente non si hanno notizie certe dell’archivio di Duilio Torres, che sembra sia andato perduto. Vi sono alcune testimonianze della sua attività all’Archivio Progetti dello IUAV a Venezia.
"Duilio Torres nasce a Venezia il 14 agosto 1882. Fratello pù
giovane dell'architetto Giuseppe, anch'egli frequenta l'Accademia di
Belle Arti di Venezia, ottenendo nel 1903 la licenza di professore di
disegno architettonico. Gli influssi dovuti alla tradizione famigliare,
ricca di gusto e fantasia, sono in lui riscontrabili in modo più
evidente nei primi anni della sua professione, in cui cede alle
tentazioni mitteleuropee e medievaliste, caratteristiche più
spiccate del fratello Giuseppe. Nelle sue opere viene invece via via
accentuandosi la sua attitudine ingegneresca, la sua volontà di
uscire dall'ambiente condizionante di Venezia, pur mantenendo la
capacità di confrontarsi con esso in numerose occasioni. Le sue
realizzazioni e i suoi progetti che rispecchiano un campo d'interesse
piuttosto vasto, comprendono oltre che i singoli edifici, destinati ad
una committenza altolocata quando non ad enti pubblici, opere di
carattere industriale e molte proposte di pianificazione urbana e
territoriale. Muore a Venezia nel giugno 1969.
Architetto
molto attivo abbandona presto i modi secessionisti caratterizzanti la
sua produzione (villa per il Lido di Venezia 1914) per approdare ad
espressioni maggiormente influenzate dal razionalismo. Opere come
l'istituto Elioterapico, al Lido del 1922 - 23 avranno una certa
risonanza, rivelandosi interessanti nell'originalità
volumetrica. il campo di studi privilegiato resta comunque quello
urbanistico, riferito alla forma della città nel suo insieme. In
questo senso, otlre alle proposte per la sistemazione di aree relative
all'ambiente veneziano numerose sono quelle per i piani regolatori di
altre città con le quali partecipa ai più importanti
concorsidi carattere nazionale".
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