Notizie biografiche: |
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Le notizie biografiche su Alberto Amadori sono molto scarse e si ricavano quasi esclusivamente dai documenti d’archivio. Uomo d’affari e imprenditore, quasi sempre in società col bolognese Tommaso Mazzoli, Amadori risulta attivo al Lido fra il 1909 e il 1913. È suo l’Aquarium vicino al Teatro e al Ristorante da Picco in fondo al Viale e sarà quasi sempre su carta intestata dell’Aquarium che Amadori scriverà. Non si fregia di nessun titolo, ma dev’essere ugualmente tenuto in considerazione, se nella raccolta di ville pubblicata da Giovanni Sicher ben tre sono sue e solo per villa Erinna (villino Norsa, oggi villa Lucina) sarà definito "Ing.", mentre per le altre due (villino Mazzoli e villa Candia) è indicato come “progettista”. La mancanza di un titolo abilitante creerà qualche problema per le autorizzazioni, ma Amadori sarà validamente difeso dal committente di villa Lucina, l’editore Norsa, che nel 1909 sostiene di aver sottoposto il progetto a “parecchi ingegneri di grido” che l’avevano “giudicato eccellente”; qui, come poi per villa Giulia (oggi Rosalia) in via Dandolo, la Commissione all’Ornato critica Amadori per l’eccesso di decorazioni e anche su questo punto Norsa sostiene che “il Lido non è Venezia e vi occorre qualcosa di meno austero che in Città”.
Amadori, con Mazzoli, compra terreni in due zone di sviluppo sicuro, la prima vicino a Santa Maria Elisabetta e alla nuova strada che portava ai Bagni degl’Impiegati Civili, compresa fra via Dandolo, via Grimani e Via L. Mocenigo, detta scherzosamente Calle della Bissa, dove presto nascono villini e pensioni; la seconda nel Parco delle Quattro Fontane, vicino al colosso appena sorto, l’Excelsior, che farà avviare tutta una serie d’iniziative edilizie e d’intrattenimento (la spiaggia, i giardini, il luna park, l’approdo del vaporetto, pensioni e ville). A questi due blocchi c’è da aggiungere il villino Longega del 1913 in via Scutari 15 e il tiro al piccione, una costruzione in legno sul mare “in elegante stile bizantino” quasi di fronte all’Excelsior.
Nelle sue opere sul liberty a Venezia Romanelli lo cita fra quelli che tentarono di introdurre delle novità, di liberarsi dalle pesanti pastoie di manierismi storici, con risultati vari e contrastanti. L’Amadori, si esprime col linguaggio medioevale nel villino Norsa-Bullo in via Grimani 6, oggi quasi irriconoscibile, e nel villino Mazzoli (un tempo detto anche Villino Teresita, oggi Villa Candia) in via Candia 5, mentre in villa Giulia-Rosalia di via Dandolo 26 si sbizzarrisce col gotico floreale. Nelle altre costruzioni si ispira soprattutto agli stili classicheggianti nel coronamento delle finestre, ma anche nelle lesene che scandiscono le facciate principali e nelle fasce marcapiano talvolta affrescate nella ricerca di un piacevole effetto di colori. Concede abbastanza al gusto floreale della nuova arte nei decori delle finestre o nella scelta dei ferri battuti di ringhiere e cancellate, cerca la varietà e l’alternanza degli stili e vuole distinguersi dagli edifici vicini. Terrazze, logge, una trifora sormontata da un timpano all’ultimo piano, torrette medievali, altre torrette belvedere più o meno leggere, svolgono la funzione di immettere nell'ambiente circostante per godere dell’aria sana e dei panorami bellissimi fra mare e laguna per cui il Lido stava diventando famoso. Il progettista si vide criticare dalla Commissione all’Ornato, spesso diffidente e nemica di tutte le novità, proprio la parte alta della facciata di villa Lucina, quella con le Erinni che la caratterizzano, e sono significative le sue parole in difesa delle decorazioni di una villa vicina da lui progettata, in cui afferma di non voler “scimmiottare”, ma di volersi differenziare dagli edifici circostanti; così dovette semplificare villa Luisa in via Grimani 1, per cui aveva progettato una grande finestra simile a quella di villa Mazzoli; per villa Rotelli-Floris in via Candia 2 si adoperò tanto per far approvare una specie di cuspide che la Commissione all’Ornato gli fece demolire, per non parlare poi dei finti marmi di villa Rosalia in via Dandolo 26.
L’avventura costruttiva di Amadori sembra concludersi alla fine del 1912 con la contestatissima costruzione del grande edificio all’angolo fra via Candia e via Malamocco (oggi Sandro Gallo), tanto che a un certo punto si rende irreperibile, ma la sua firma ricompare nel 1913 per il progetto banale del villino Longega in via Scutari 15, oggi molto degradato. Dopo il 1913 di Amadori non c’è più traccia, neanche fra i caduti nella Grande Guerra. |
Bibliografia: |
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ROSSANI 2003
Divagazioni sulle ville Liberty di A. Rossani in "Lido di oggi Lido di allora" n.19, giugno 2003, p. 99;
ROSSANI 2004
Divagazioni sulle ville Liberty di A. Rossani in "Lido di oggi Lido di allora" n.20, giugno 2004, p. 91;
SCARPA SONINO 1989
Ville al Lido di A.Scarpa Sonino, in "Lido di oggi Lido di allora" anno 3, 1989, pp. 66-79;
SICHER 1913
Sicher G., Le
ville moderne in Italia: ville del Lido a Venezia: facciate,
particolari, sezioni, piante, raccolte dall'ingegner Giovanni Sicher C.Crudo & C. Società Italiana di Edizioni Artistiche, TORINO 1913;
TALENTI 1921
Talenti A., Come si crea una città. Il Lido di Venezia. La storia. La cronaca. La statistica, PADOVA 1921. |