CD: TSK: A NCT: NCTR: 05 NCTN: 00266661 ESC: S71 ECP: S71 LC: PVC: PVCP: VE PVCC: Venezia PVCF: Lido CST: CSTN: 02 CSTD: Lido CSTA: frazione SET: SETT: SU SETN: 057 SETP: 001 OG: OGT: OGTT: villa OGTQ: privata OGTD: Villa Romanelli OGA: OGAG: storica (1913) OGAD: Villa Romanelli RV: RVE: RVEL: bene individuo CR: CRD: CRDR: Gauss-Boaga CRDX: 12°22'00 CRDY: 45°25'00 UB: CTS: CTSF: 028 CTSD: 1971 CTSP: 023 UBV: UBVA: principale UBVD: Via Enrico Dandolo UBVN: 20(P) UBV: UBVA: secondario UBVD: Via Vettor Pisani UBVN: 12 AU: AUT: AUTR: progetto AUTN: Domenico Rupolo architetto AUTM: bibliografica RE: REN: RENR: intero bene RENS: costruzione RENN: Villa Romanelli fu costruita nel 1906; essa inoltre risulta già documentat a sia dal Catasto Austro-Italiano, datato tra il 1867 e il 1913, che dalla planimetria redatta dall'ing.E.Corti, nel 1919. RENF: n.d.c./Lido 908.5 REL: RELS: XX RELF: inizio RELI: 00/00/1906 REV: REVS: XX REVF: inizio REVI: 00/00/1906 SI: SII: SIIR: intero bene SIIO: livelli continui SIIN: +5 SIIP: p.seminterrato//p.t.//p.1//p.2//p.sottotetto IS: ISP: edificio di forma irregolare, in muratura continua, faccia a vista e strut tura portantein c.a., solai in legno e copertura a tetto semplice a padigl ione. PN: PNR: intero bene PNT: PNTQ: p.t. PNTS: corpo triplo PNTF: irregolare FN: FNA: strato sabbioso con buone caratteristiche meccaniche FNS: FNSU: intero bene FNST: continua FNSM: beton di cemento SV: SVC: SVCU: intero bene SVCT: parete SVCC: in muratura SVCQ: continua SVCM: laterizio SVC: SVCU: intero bene SVCT: pilastri SVCM: cemento armato SO: SOU: intero bene SOF: SOFG: solaio SOE: SOER: intero solaio SOES: con orditura semplice, lignea CP: CPU: intero bene CPF: CPFG: a tetto CPFF: a padiglione CPFQ: a pianta rettangolare CPC: CPCR: intera struttura CPCT: capriate CPM: CPMR: intera copertura CPMT: tegole CPMQ: coppi CPMM: laterizio SC: SCL: SCLU: esterna SCLG: scala d'accesso SCLO: principale SCLN: 1 SCLL: angolare SCLF: rettilinea SCS: SCSR: intera struttura SCSM: pietra d'Istria SC: SCL: SCLU: esterna SCLG: scala d'accesso SCLO: di servizio SCLN: 1 SCLL: angolare SCLF: rettilinea SCS: SCSR: intera struttura SCSM: pietra d'Istria SC: SCL: SCLU: interna SCLG: scalone SCLO: principale SCLN: 1 SCLL: angolare SCLF: a due rampe SCS: SCSR: intera struttura SCSM: graniglia di cemento (p.1//p.2), legno (p.sottotetto) PV: PVM: PVMU: intero bene PVMG: alla veneziana, le parti perimetrali PVMS: a motivi geometrici DE: DEC: DECU: prospetto Nord DECL: esterna DECT: patera DECQ: a motivi zoomorfi DECM: pietra DEC: DECU: prospetto Nord/Est DECL: esterna DECT: parapetto balconi DECQ: classico, a semplici colonne DECM: pietra d'Istria DEC: DECU: tutti i prospetti DECL: esterna DECT: sporto del tetto DECQ: alla "toscana" DECM: legno dipinto DEC: DECU: prospetto Nord DECL: esterna DECT: edicola DECQ: "leone marciano" DECM: pietra d'Istria DEC: DECU: prospetto Nord DECL: esterna DECT: formella DECQ: a motivi zoomorfi DECM: pietra DEC: DECU: tutti i prospetti DECL: esterna DECT: archi finestre DECQ: inflessi, a sesto acuto DECM: pietra di Vicenza DEC: DECU: tutti i prospetti DECL: esterna DECT: affresco DECQ: a motivi geometrico/vegetali DEC: DECU: prospetto Nord/Est DECL: esterna DECT: cancello DECQ: a motivi floreali DECM: ferro battuto DEC: DECU: prospetto Nord/Est DECL: esterna DECT: capitelli delle colonne del cancello di recinzione DECQ: a motivi floreali DECM: ceramica policroma CO: STC: STCR: intero bene STCC: buono STCO: distacco degli elementi in ceramica, posti a coronamento dei capitelli del le colonne della ringhiera di ricinzione. RS: RST: RSTR: copertura RSTI: 00/00/1989 RSTF: 00/00/1989 RSTT: restauro della copertura consistente nel rifacimento del sottotegola che p resentava un avanzato stato di degrado e della piccola orditura lignea con seguente alla esecuzione, in epoca remota (negli anni '70) di un intervent o di impermeabilizzazione eseguito senza le dovute protezioni di barriere a vapore e coibentazione termica. RST: RSTR: strutture sotterranee RSTI: 00/00/1989 RSTF: 00/00/1989 RSTT: protezione dei locali del piano interrato dall'invasione delle acque alte e di filtrazioni dal sottosuolo mediante la posa in opera di contropareti tipo Volclay - una tecnologia basata sulle proprietà della Bentonite Sodic a che consente di preservare l'impermeabilità delle strutture anche in pre senza di fessurazioni - e di sottofondi in c.a. impermeabilizzati a formaz ione di vasca di contenimento. RST: RSTR: balaustre terrazze e colonne fienestre RSTI: 00/00/'89 RSTF: 00/00/'89 RSTT: risanamento conservativo e/o sostituzione delle colonnine delle balaustre delle terrazze e di quelle che delimitano la scala d'accesso principale e quella di servizio, cosituite da pietra di Nanto, un calcare marmoso prove niente dalle cave della provincia di Vicenza, non più recuperabili sia per chè non in grado di garantire la funzione statica a loro demandata (è il c aso di alcune colonne centrali delle bifore), sia perchè già sostituite da interventi precedenti. RST: RSTR: intero bene RSTI: 00/00/1989 RSTF: 00/00/1989 RSTT: realizzazione di una nuova rete di scarico distinta per acque bianche e ne re, da collegare successivamente al collettore principale comunale, e crea zione di una fossa biologica a tre vasche. US: USA: USAR: intero bene USAD: villa privata USO: USOR: intero bene USOC: destinazione originaria USOD: villa privata TU: CDG: CDGG: proprietà privata CDGS: Luzzati M. CDGI: Via Enrico Dandolo 20 VIN: VINL: L. 1089/1939 VINA: art. 4 VIND: 1989/02/27 STU: STUT: Variante P.R.G.1997//P.A.L.A.V. adottato il 23/12/'86 AL: SFC: 1 ALG: ALGN: 2 ALGT: stralcio quadro d'unione SU, scala 1:2000 ALG: ALGN: 3 ALGT: la villa in una foto del 1913 ALG: ALGN: 4 ALGT: planimetrtia redatta dall'ing.G.Sicher nel 1913 ALG: ALGN: 5 ALGT: planimetria catastale p.1° (1982) FTA: FTAN: 6 (SBAA 71, 87730) FTAP: fotografia B/N FTAT: veduta d'insieme (1997) FTA: FTAN: 7 (SBAA 71, 87731 FTAP: fotografia B/N FTAT: prospetto verso Via V.Pisani (1997) DVA: DVAN: 8 DVAT: relazione storico artistica (1997) DO: IGM: IGMN: F° 51 II S. E. IGMD: Malamocco BIB: BIBH: Lido 908.1 BIBA: Formenti C./Magnani F. BIBD: 1908 BIB: BIBH: Lido 913.1 BIBA: Sicher G. BIBD: 1913 BIB: BIBH: Lido 921.1 BIBA: Talenti A. BIBD: 1921 BIB: BIBH: Lido 972.2 BIBA: Romanelli G.D. BIBD: 1972 BIB: BIBH: Lido 985.6 BIBA: Guida M. BIBD: 1985 BIB: BIBH: Lido 987.4 BIBA: Bossaglia R. BIBD: 1987 BIB: BIBH: Lido 987.1 BIBA: Scarpa Sonino A. BIBD: 1987 FNT: FNTH: A3 FNTT: Catasto Austro-Italiano (1867-1913) FTE: FTEH: F1 FTET: negativo FTEN: SBAA 71, 66422 SK: RSE: RSER: Parchi e Giardini (scheda P/G) RSEC: SBAA 71, 00243073 RSED: 1991 RSEN: Zanon S. RSE: RSER: Edificio (scheda I/V) RSEC: SBAA 71, 00196037 RSED: 1995 RSEN: Pellegriti R. RSE: RSER: Settore Urbano (scheda SU) RSEC: SBAA 71, 00243468 RSED: 1996 RSEN: Pellegriti R. CM: CMP: CMPR: compilazione della scheda CMPN: Sbavaglia R. CMPD: 1997 FUR: De Min M. RVM: RVMD: 1997 LIR: P AN: OSS: Villa Romanelli venne progettata nel 1906 dall'architetto Domenico Rupolo, uno dei più affermati costruttori veneziani degli anni a cavallo tra '800 e '900, su commissione di Vittorio ed Eugenia Romanelli.La villa fu edifi cata su tre piani, comprensiva di seminterrato e torretta secondo i concet ti architettonici più significativi dell'architettura del Lido, ovvero que lli relativi alle case signorili di villeggiatura costruite tra il 1905 e il 1915.La villa presenta alcuni richiami all'architettura gotico-bizantin a, cara al progettista (suo l'edificio della Pescheria di Rialto, rifatto nelle forme più tipiche dell'architettuera gotica veneziana del'400, come le coeve e vicine Villa Tonello e Vila Terapia a Lido di Venezia), partico larmente nella forma ogivata delle finestre, nelle trifore, nelle file di colonnine in pietra arenaria di Vicenza.In questi richiami all'architettur a gotica si inseriscono, inoltre, le suggestioni tipicamente liberty espre sse, in particolare, nella decorazione sottotetto, a motivi geometrico/veg etali o nel disegno floreale dei bellissimi cancelli in ferro battutto. NCTN 00266661 allegato n.8 Villa Romanelli, Via Enrico Dandolo 24 RELAZIONE STORICO - ARTISTICA NOTIZIE STORICHE IL settore urbano in cui si colloca il villino rientra nel piano di risanamento del Lido attuato tra il 1876 e il 1892.La bonifica interessa 80 ettari di terreno (compresi tra il Forte di S.Nicolò e quello delle Quattro Fontane) dove il ristagno dell'acqua, a causa della posizione orografica dei suoli, provoca l'insorgenza di febbri malariche fra i militari stanziati sull'isola.Il progetto di risanamento redatto dall'ing.Emilio Pellesina, approvato il 17/12/1876 prevede la colmata delle aree depresse mediante il trasporto del materiale fangoso proveniente dallo scavo dei rii di Venezia.L'esecuzione dei lavori è affidata a G.Busetto detto Fisola. Successivamente, nella seduta del Consiglio Comunale del 23 marzo 1889, su proposta dell'assessore Ettore Sorger, viene approvato l'acquisto definitivo di una serie di "strade militari" che, per la loro superficie complessiva di 77.321 mq ed il loro tracciato, risultano necessarie al fine di costituire un razionale sistema viario.In seguito all'acquisizione, il Comune avvia la costruzione del primo tratto della via Malamocco (attuale via Sandro Gallo) i cui lavori si collocano tra il 1899 e il 1903.La nuova arteria stradale, progettata dall'ing.Settimo Setti inglobando parti di una preesistente via militare, collega il centro di S.Maria Elisabetta con la località delle Quattro Fontane dotando le aree che si attestano sull'attuale Via Lepanto di un doppio affaccio stradale. L'isolato costituisce uno dei pochi esempi in cui si sono mantenuti i caratteri originari dell'urbanizzazione novecentesca con qualche episodico intervento di epoca successiva. L'urbanizzazione dell'area risale ai primi anni del Novecento con la costruzione della Villa Romanelli (1906);poco dopo l'attività edilizia nell'area si intensifica, grazie anche alla sua vicinanza al Gran Viale che rende l'area appetibile agli investitori.Nel 1922 il settore urbano risulta completamente edificato. Villa Romanelli, in particolare, venne progettata nel 1906 dall'arch.Domenico Rupolo - uno dei più affermati costruttori veneziani degli anni a cavallo tra '800 e '900 - su commissione di Vittorio ed Eugenia Romanelli; fu edificata su tre piani, con seminterrato più la torretta secondo i concetti architettonici più significativi dell'architettura del Lido, ovvero quelli relativi alle case signorili, di villeggiatura costruite tra il 1905 e il 1915. La villa fu costruita contemporaneamente al suo grande giardino, tipicamente all'italiana, arredato con fontane e pozzi, e originariamente più ampio di come è oggi e quindi più proporzionato rispetto alle dimensioni monumentali della villa.Il giardino, come si può vedere dalle fotografie della villa (vedi G.Sicher "Le ville del Lido di Venezia......", tav.n.9) aveva un fondo di ghiaia sul quale erano disegnate aiuole dalla forma e dalla disposizione geometrica, bordate da ciuffi di convallaria e ornate da fioriture.Lo spazio relativo al mappale 483, dove negli anni '60 è stato costruito un condominio, era un tempo occupato da un frutteto-vigneto che isolava la villa da ogni elemento architettonico circostante. Nel lato esterno del giardino erano concentrati, come ancor oggi, gli elementi di arredo, tra i quali la bellissima fontana settecentesca a forma di conchiglia nella parte superiore, con mascherone ed aquila sull'apice.Questa fontana proveniva, forse, dal giardino della Villa Nazionale di Stra. I cambiamenti nella struttura del giardino - oggi organizzato come un grande prato - sono stati effettuati nel 1991, in concomitanza con alcuni lavori di restauro sulla villa, effettuati in particolare sulle parti costruite con la pietra di Vicenza, relativamente tenera e quindi in più parti danneggiata. I cambiamenti non hanno toccato sostanzialmente la vegetazione, a parte l'eliminazione di alcuni alberi nella zona a boschetto, morti per mancanza di spazio data la piantagione troppo fitta che siera eseguita.le magnolie e i cedri del libano erano infatti tre per tipo e sono oggi ridotti ad uno; i lavori sono consistiti essenzialmente nell'eliminazione totale della ghiaia, delle bordure di convallaria e delle fioriture con l'eccezione di alcune rose lungo il lato prospiciente Via V.Pisani che sono state conservate; nell'impianto del prato sulla intera estensione e nella realizzazione della pavimentazione. DESCRIZIONE ESTERNA Villa Romanelli presenta alcuni richiami all'architettura gotico-bizantina, cara al progettista - suo l'edificio della Pescheria di Rialto, rifatto nelle forme più tipiche dell'architettura gotica veneziana del '400, come le coeve e vicine Ville Otello (1905) e Terapia (1907) a Lido di Venezia, rispetto alle quali Villa Romanelli è forse una delle espressioni più corrette e contenute, chiara dimostrazione della solida preparazione e delle preferenze stilistiche di uno dei più vivaci progettisti dell'epoca, il quale dimostra, in quest'opera, non solo di interpretare in maniera misurata e personale il gusto del tempo, senza scadere nei facili "pastiches" stilistici, ma anche di agiornare il proprio bagaglio linguistico in senso modernista accettando "intrusioni" di tipo liberty. Le trifore ad arco acuto inflesso cuspidato, di tipologia neo veneto bizantina, si alternano alle trifore, nelle facciate provviste di eleganti poggioli e balaustri, a loro volta affiancate da monofore, mentre una scala esterna, coperta da una tettoia e sorreta da un capitello (vedi prospetto a Nord/Ovest), conduce al primo piano. Da un punto di vista distributivo la villa si articola in un seminterrato, due piani e un sottotetto, caratterizzato dalla loggia (vedi G.Sicher "Le ville del Lido di Venezia....", tav.n.9), conclusa, come era in uso in quel periodo, nelle città a carattere balneare, da finestre lavorate con vetri a piombo, di tipo policromo, e si riallaccia in particolare, nei due piani di cui si compone, alla consueta e tradizionale tipologia del palazzo veneziano di cui ripete la distribuzione nel salone passante che disbriga le aperture laterali. Esternamente l'edificio risulta pienamente rispondente al gusto per il pittoricismo con l'inserimento nelle facciate, di patere e formelle di stile neo veneto bizantino, a carattere zoomorfo, inserimento che vuole inoltre rendere più completa e verosimile la riproposta duecentesca. Moderna nella struttura che deve rispondere alle nuove esigenze della vita, la villa, dunque, è decorata con elementi tradizionali dell'arte veneziana, affinchè non sia troppo violento il distacco dalla vicinissima Venezia; l'architetto si è mantenuto fedele ad una forma dell'arte di sicuro effetto e nella quale, per studi e per esperienze, era particolarmente versato. Tuttavia, il Rupolo vuole dimostrare con quest'opera di poter ugualmente aggiornare il suo linguaggio e di essere disponibile a confrontarsi anche con le nuove esperienze moderniste.Infatti, tra i particolari di tipo Liberty oltre agli eleganti motivi vegetali e floreali del sottotetto, e dei capitelli delle colonne che interrompono la ringhiera di recinzione della villa, meritano una particolare attenzione i due cancelli in ferro battuto per la raffinatissima elaborazione ed esecuzione. Il florealismo nel Liberty, oltre ad essere parte integrante dell'architettura e dell'arredo, investe tutti i settori della decorazione.Ma è di speciale interesse la sua applicazione al ferro battuto. Anche altri villini del Lido sono corredati di ferri forgiati a carattere fitomorfico e zoomorfo, di strordinaria dinamicità espressiva - vedi la ringhiera che arreda la scala d'ingresso di Villa Terapia, che riproduce forme d'insetti ingigantiti ed inserti in riquadri con volute a nastro, oppure la possente cancellata di Villa Tonello, costituita da maglie catenarie mobili e formata da un reticolo geometrico ornato da motivi decorativi compositi con quadrilobi ed asterischi - i quali contribuiscono a definire plasticamente e vitalisticamente tali edifici. Ciò è reso possibile dall'alto livello qualitativo e dall'unità degli intenti esèpressi dalle equipes di artigiani e decoratori che collaborano con gli architetti;nel caso di Villa Romanelli, probabile è infatti l'esecuzione dei bellissimi cancelli da parte di Umberto Bellotto, il "Mago" del ferro battuto. Il cancello principale presenta nella parte centrale un intreccio di nastri che si svolgono e si sviluppano secondo una linea flessuosa, ormai patrimonio esclusivo del decorativismo Liberty.Al centro tre rose, naturalisticamente trattate, sono applicate al supporto e tutto è inquadrato in uno schema geometrico arricchito da borchie fiorite. Il cancello secondario riprende con qualche piccola variante lo schema di quello principale. Il cancello, quindi, esibisce uno stile liberty floreale che non contrasta con l'indirizzo medioevaleggiante dell'edificio, poichè integrato ed armonizzato da altri dettagli liberty come le maioliche colorate dei capitelli delle colonne che interrompono la ringhiera di recinzione, dipinti su uno sfondo giallo ocra, con piccoli fiori bianchi, blu e turchesi e la decorazione del sottotettoche, pur presentando qualche piccola variante nelle diverse facciate dell'edificio, si divide in tre fascie successive, lunghe e strette: - nella prima zona, su un sottofondo giallo, linee rosse e blu compongono dei motivi a triangolo con vertice verso l'alto; - nella fascia mediana, invece, sono disegnate verdi foglie d'edera; - nell'ultima fascia ritroviamo ancora piccoli triangoli rossi su sfondo giallo. Interessanti, inoltre, gli affreschi che arricchiscono le pareti della sala da pranzo del 1°piano, raffiguranti allegorie delle quattro stagioni, opera di Vittorio Bressanin (Musile di Piave dicembre 1860 - Venezia agosto 1941) interprete moderno sensibile ed originale, tal volta satirico e pungente della vita veneziana del Settecento. Un largo sesnso decorativo traspare da questi affreschi nei quali con intenti moderni sembra rivivere appunto questo spirito che il Bressanin derivava forse dal Favretto. Pittore e scultore di successo, notevole ritrattista, il Bressanin fu anche insegnante di figura alla scuola d'arte, ma soprattutto ebbe fortuna in composizioni sacre e opere di carattere monumentale come gli affreschi del salone da ballo del Palazzo Pisani di Santo Stefano, ora Conservatorio Musicale Benedetto Marcello. Anche sul soffitto della sala del piano superiore esisteva un secondo affresco, perduto, purtroppo, per lo scoperchiamento del tetto durante un fortunale. Elegante, inoltre, la scala interna primonovecentesca, in sintonia con lo stile dell'epoca, che riprende negli elementi decorativi quella di Palazzo Franchetti sul Canal Grande (Cà D'Oro).Si tratta di una riedizione in chiave moderna delle tipiche scale interne di palazzi veneziani tardobizantini. La balaustra della scala, in legno dipinto di nero, è tutta intarsiata da motivi quadrilobi e la parte sottostante i pianerottoli riprende i riquadri blu cobalto che accompagnano il sottotetto della villa.Una simile balaustra in scala ridotta si ritrova nella "casetta del giardiniere e/o del custode", originariamente realizzata a completamento della villa ed attualmente separata da questa tramite una rete che delimita il lato nord del giardino. RESTAURI Nel 1989 la vlla è stata oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria, condotto dallo "Studio Tecnico Ingegneri Geron Gobbetto ed Associati" di Venezia, mirato principalmente al: - risanamento conservativo e/o sostituzione delle colonnine esterne delle balaustre delle terrazze e di quelle che delimitano la scala d'accesso principale e quella di servizio, costituite da pietra di Nanto, un calcare marmoso proveniente da cave della provincia di Vicenza, non più recuperabili sia perchè non in grado di garantire la funzione statica a loro demandata (è il caso di alcune delle colonne centrali delle bifore), sia perchè già sostituite da interventi precedenti (ed è il caso delle colonnine delle balaustre in buona parte sostituite da elementi in pietra artificiale che a loro volta erano già completamente degradati).Tali elementi non più recuperabili sono stati sostituiti con nuovi anch'essi in pietra di Nanto, il cui colore risulta molto simile a quello della pietra preesistente, e sono stati protetti con la stessa metodologia e gli stessi materiali usati per proteggere gli elementi originali.Solo per le colonnine che si presentavano con sezioni esili è stata adottata la pietra d'Istria più idonea alle funzioni statiche dell'elemento portante; - restauro della copertura consistente nel rifacimento del sottotegola che presentava un avanzato stato di degrado e della piccola orditura lignea conseguente alla esecuzione in epoca remota (negli anni '70) di un intervento di impermeabilizzazione eseguito senza le dovute protezioni di barriere a vapore e coibentazione termica; - protezione dei locali del piano interrato dall'invasione delle acque alte e di filtrazioni dal sottosuolo mediante la posa in opera di contropareti tipo Volclay - una tecnologia basata sulle proprietà della Bentonite Sodica che consente di preservare l'impermeabilità delle strutture anche in presenza di fessurazioni - e di sottofondi in c.a. impermeabilizzati a formazione di vasca di contenimento; - realizzazione di una nuova rete di scarico distinta per acque bianche e nere, da collegare successivamente al collettore principale comunale, e creazione di una fossa biologica a tre vasche.