CD: TSK: A NCT: NCTR: 02 NCTN: 00243459 ESC: S71 ECP: S71 LC: PVC: PVCP: VE PVCC: Venezia PVCF: Lido CST: CSTN: 02 CSTD: Lido CSTA: frazione SET: SETT: SU SETN: 027 SETP: 002 OG: OGT: OGTT: villa OGTQ: privata OGTD: Villa "Lisa" OGA: OGAG: storica (1921) OGAD: Villa Pasqualin RV: RVE: RVEL: bene individuo CR: CRD: CRDR: Gauss-Boaga CRDX: 12°22'00 CRDY: 45°25'00 UB: CTS: CTSF: 025 CTSD: 1971 CTSP: 127 UBV: UBVA: principale UBVD: Via Negroponte UBVN: 11(P) AU: AUT: AUTR: decorazione AUTN: Giovanni Sardi architetto AUTM: bibliografica AUT: AUTR: costruzione AUTN: Carnielli AUTM: Lido 921.1 RE: REN: RENR: intero bene RENS: costruzione RENN: Originariamente , Villa "Lisa" era unifamiliare, su quattro piani.Nella fo to scattata dal dirigibile nel 1911, appare in costruzione, ma quasi compl etata.Si vede, inoltre, parte della facciata a SW nella fotografia del Vil lino Fanna pubblicata dal Sicher e in una foto aerea panoramica di Via Neg roponte:in tutte e tre manca l'ala aggiunta a NW con la terrazza e la sopr aelevazione del 4° piano eseguita tra il 1927 ed il 1929, che causò un con tenzioso con i vicini conclusosi solo nel 1943. RENF: n.d.c. REL: RELS: XX RELF: inizio RELI: 00/00/1911 REV: REVS: XX SI: SII: SIIR: intero bene SIIO: livelli continui SIIN: +3 SIIP: p.seminterato//p.t.//p.n//p.sottoteto IS: ISP: edificio di forma rettangolare, con appendice, in muratura continua, parte faccia a vista (p.n./p.sottotetto), parte lavorata al grezzo, con riquadr i (p.seminterrato), parte intonacata (p.terra), solai in c.a. e copertura a tetto semplice, a padiglione. PN: PNR: intero bene PNT: PNTQ: p.t. PNTS: tripartito PNTF: rettangolare FN: FNA: strato sabbioso con buone caratteristiche meccaniche FNS: FNSU: intero bene FNSC: non accertabile SV: SVC: SVCU: intero bene SVCT: parete SVCC: in muratura SVCQ: continua SVCM: laterizio SO: SOU: intero bene SOF: SOFG: solaio SOE: SOER: intero solaio SOES: con orditura semplice, in c.a. CP: CPU: corpo principale CPF: CPFG: a tetto CPFF: a padiglione CPFQ: a pianta rettangolare CPM: CPMR: intera copertura CPMT: tegole CPMQ: coppi CPMM: laterizio SC: SCL: SCLU: esterna SCLG: scala SCLO: d'accesso SCLN: 1 SCLL: assiale SCLF: rettilinea SCS: SCSR: intera struttura SCST: a sbalzo SCSM: cemento armato SC: SCL: SCLU: esterna SCLG: scala SCLO: secondaria SCLN: 1 SCLL: trasversale SCLF: rettilinea SCS: SCSR: intera struttura SCST: con gradini appoggiati SCSM: cemento armato SC: SCL: SCLU: interna SCLG: scalone SCLO: principale SCLN: 1 PV: PVM: PVMU: p.t. PVMG: alla veneziana PVMS: a motivi geometrico//floreali PVM: PVMU: p.t. PVMG: a parquet DE: DEC: DECU: prospetto principale DECL: esterna DECT: balconi DECM: ferrro battuto DEC: DECU: prospetto principale DECL: esterna DECT: trabeazione DECM: pietra DEC: DECU: prospetto principale DECL: esterna DECT: ghiera DECQ: lobata DECM: cemento DEC: DECU: prospetto principale DECL: esterna DECT: lunetta del portale d'ingresso DECM: ferro battuto DEC: DECU: prospetto principale DECL: esterna DECT: battenti del portone centrale d'accesso DECQ: a motivi figurati (teste di leoni) DECM: bronzo DEC: DECU: prospetto Nord-Est DECL: esterna DECT: chiave di volta DECQ: mascherone DECM: pietra DEC: DECU: prospetto Nord-Est DECL: esterna DECT: bassorilevo DECQ: "Madonna col Bambino" DECM: marmo DEC: DECU: salone principale DECL: interna DECT: stucchi DECQ: a motivi vegetali DECM: gesso DEC: DECU: salone principale DECL: interna DECT: porte vetrate DECQ: a motivi vegetali//floreali LS: LSI: LSIU: prospetto principale LSIG: stemma LSIM: pietra LSI: LSIU: prospetto principale LSIG: iscrizione LSII: MCMXII ARCH GIO SARDI LSIM: pietra LSIC: scolpita CO: STC: STCR: intero bene STCC: buono RS: RST: RSTI: 1927/00/00 RSTF: 1929/00/00 RSTT: ampliamento e sopraelevazione RST: RSTI: 1940/00/00 RSTF: 1941/00/00 RSTT: divisione e realizzazione n.2 appartamenti RST: RSTI: 1977/00/00 RSTF: 1977/00/000 RSTT: divisione e realizzazione n.3 appartamenti US: USA: USAR: intero bene USAD: villa privata USO: USOR: intero bene USOD: villa privata TU: CDG: CDGG: proprietà privata CDGS: Rossani R.//Rossani M.//Rossani A. CDGI: Via Negroponte, 11//Via Jacopo Cavalli, 5 STU: STUT: Variante P.R.G.1990//P.A.L.A.V.1994 AL: SFC: 1 ALG: ALGN: 2 ALGT: rilievo catastale del 1987 ALG: ALGN: 3 ALGT: Catasto Austro Italiano (1867-1913) FTA: FTAN: 4 (SBAA 71, FTAP: fotografia B/N FTAT: prospetto principale (1996) DVA: DVAN: 5 DVAT: relazione storico-artistica (1996) DO: IGM: IGMN: F° 51 II S.E. IGMD: Malamocco BIB: BIBH: Lido 913.1 BIBA: Sicher G. BIBD: 1913 BIB: BIBH: Lido 921.1 BIBA: Talenti A. BIBD: 1921 BIB: BIBH: Lido 989.4 BIBA: Guida M. BIBD: 1989 FTE: FTEH: F1 FTET: negativo FTE: FTEH: F2 FTET: negativo FTE: FTEH: F3 FTET: negativo FTE: FTEH: F5 FTET: negativo CM: CMP: CMPR: compilazione della scheda CMPN: Sbavaglia R. CMPD: 1996 FUR: De Min M. RVM: RVMD: 1996 LIR: P AN: OSS: Villa "Lisa" (il nome è scolpito sui capitelli dei pilastri del cancello), sita nella trasversale del Gran Viale S.M.Elisabetta, in Via Negroponte a l n.11, rientra in un piano edilizio di quegli anni che vedeva la zona a N ord-Est del Gran Viale (zona ad orti appartenuta in precedenza agli Armeni e rilevata dalla Società Bagni ) inserita in un programma di sviluppo edi lizio curato dalla S.A.L.U.T.E. (Società Anonima per l'Utilizzo dei Terre ni Edificabili) presieduta dall'ing.Piamonte che subentrò dopo il fallimen to dell Società Bagni.Il progetto fu eseguito dall'arch.Giovanni sardi nel 1912 (lo dimostra l'incisione ripetuta sulla chiave di volta del portone principale:MCMXII ARCH GIO SARDI).La composizione del prospetto principale è di tipo tripartito-motivo questo, caratteristico dell'architettura vene ziana fin dal periodo gotico- in quanto corrisponde alla configurazione pl animerica della casa disimpegnata dal salone centrale, che si affaccia al piano nobile con una trifora, dai due ambienti laterali costituiti da due monofore, di cui una è accostata allo spigolo dell'edificio e l'altra alla trifora.In tutta la villa sono presenti, inoltre, molte opere in ferro ba ttuto (il Sardi si avvalse della collaborazione di valenti artigiani del f erro battuto, tra cui probabilmente il Bellotto). VILLA LISA - RELAZIONE STORICO-ARTISTICA NCTN 00243459 Villa Lisa (il nome è scolpito sui capitelli dei pilastri del cancello), sita nella trasversale del Gran Viale S. Maria Elisabetta, in via Negroponte al n° 11, rientra in un piano edilizio di quegli anni che vedeva la zona a NE del Gran Viale (zona ad orti appartenuta in precedenza agli Armeni e rilevata dalla Società Bagni) inserita in un programma di sviluppo edilizio curato dalla SALUTE (Società Anonima per l'Utilizzo dei Terreni Edificabili) presieduta dall'ing.Piamonte, che subentrò dopo il fallimento della Società Bagni. Il progetto fu eseguito dall'architetto Giovanni Sardi nel 1912 lo dimostra l'incisione riportata sulla chiave di volta del portone principale: MCMXII ARCH GIO SARDI): L'autore occupa un posto di rilievo nella vicenda architettonica veneziana a cavallo fra Ottocento e Novecento (non costruisce solo al Lido o nel centro storico di Venezia, ma anche a Treviso, Asolo e Mirano). Medievalista convinto, il Sardi mostra una certa attitudine all'eclettismo; nelle ville del Lido (villa e villino Fanna, villa Regina, in Gran Viale, oltre a gran parte della progettazione dell'Hotel Excelsior che da molti gli viene attribuito interamente) non disdegna, infatti, di accostarsi ad altri stili e di mescolarli tra loro. Villa Lisa, originariamente, era unifamiliare su quattro piani circondata da un vasto giardino con alberi ai lati e grandi aiuole davanti. Essa appare in fotografie precedenti al 1927: nella foto scattata dal dirigibile nel 1911 essa appare in costruzione, ma quasi completata: Costruttore fu il Carnielli proprietario del vicino villino Carnielli-Corinaldi citato nel documento. Si vede parte della facciata SW nella fotografia del villino Fanna pubblicata dal Sicher e in una foto aerea panoramica di via Negroponte: in tutte e tre manca l'ala aggiunta a NW con la terrazza e la sopraelevazione del quarto piano eseguita tra il 1927 ed il 1929, che causò un contenzioso con i vicini conclusosi solo nel 1943. Un curioso vincolo è legato all'edificio: il divieto di adibirlo a stabilimento idroterapico e affini. Forse si voleva evitare la concorrenza con quello attivo al piano terra dell'Excelsior fino alla Seconda Guerra Mondiale. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1927, villa Lisa viene acquistata dal "possidente" avv. Giuseppe Luzzato, che la farà ampliare e sopraelevare in parte, costruendo un'ampia stanza ad Ovest (cucina al seminterrato, stanza da pranzo al p.rialzato, studio al primo piano, terrazza e tre stanze più bagno al quarto piano) per cui si richiede nullaosta già nel dicembre 1927. Fino al 1940 la costruzione resterà unifamiliare; col passaggio di proprietà alla nonna degli scriventi, Luisa Nitti Preziosi, in omaggio alla quale il nome cambierà da villino Elle a villa Lisa, sarà attuato un radicale restauro nel 1940-1941, per cui si otterranno due appartamenti più locali al seminterrato e secondo piano. Nel 1977 ulteriori restauri e modifiche porteranno alla situazione attuale con tre appartamenti, di cui uno ottenuto con il restauro del secondo piano. DESCRIZIONE ESTERNA La composizione del prospetto principale di villa Lisa è di tipo tripartito-motivo, questo, caratteristico dell'architettura veneziana fin dal periodo gotico-in quanto corrisponde alla configurazione planimetrica della casa disimpegnata dal salone centrale, che si affaccia al primo piano con una trifora con archivolti lobati agli intradossi (simili a quelli di Palazzo Vendramin a S.Fosca, Venezia, civ. n° 2400), sorretti da colonna con capitelli corinzi e piedritti a questa laterali e sormontata da una architrave con chiave di volta al centro. I due ambienti laterali vi si affacciano rispettivamente con due monofore, l'una accostata allo spigolo dell'edificio e l'altra impostata su piedritti conchiusi da capitelli modanati e completata da un'architrave; ornano lo spazio fra di esse due stemmi in pietra. La trifora e le monofore si aprono, inoltre, su balcone sporgente, sorretto da semplici mensole, con balaustra classicheggiante, costituita da strozzature alle estremità ed espansioni al centro (questa forma doppia simmetrica, molto slanciata è caratteristica del balaustro lombardesco di alcuni edifici veneziani). Tale balaustra è uguale a quella della terrazza del piano rialzato, posta a sinistra, rispetto al prospetto principale. Da questa, poi, si accede lateralmente per due scalini ad un portoncino a vetri con sbarre, sovrastato da arco lobato all'intradosso, come quello del prospetto principale, ornato da architrave con mascherone. Le facciata SW, NW, NE sono molto semplici, se si eccettua un riquadro in pietra con un bassorilievo rappresentante un "Madonna con Bambino" in stile pseudorinascimentale. Nella parete laterale a sinistra di quella centrale si apre un altro balcone con bifora. Una lanternina in ferro orna l'angolo NE. Il tetto sporge è contrassegnato da mensole in pietra; al centro si vede un abbaino con due finestrini. ELEMENTI DECORATIVI In tutta la villa, sono presenti molte opere in ferro battuto (il Sardi si avvalse della collaborazione di valenti artigiani del ferro battuto, tra cui probabilmente il Bellotto) sia all'interno - vedi le ringhiere del salone d'ingresso con motivi di racemi e di quelle dello scalone principale a semplici volute - che all'esterno - vedi il lunotto soprastante il portone centrale del piano rialzato e le inferriate delle finestrine ad esso affiancate, che richiamano i motivi dei vetri piombati, così come i relativi balconcini, a petto d'oca, semplici ma con alcuni elementi floreali e la lanterna con stelo e base lavorati che orna l'angolo NE della terrazza. Ben conservati risultano gli interni: il pavimento del salone d'ingresso del piano rialzato è a terrazzo veneziano, così come quello delle stanze laterali, arricchito da disegni floreali; questi ultimi locali, inoltre, presentano stucchi e riquadri alle pareti (unica traccia di antiche tappezzerie). Le porte sono a riquadri a semplice dipintura. Infissi in legno verniciato con maniglie di ottone (lavorate quelle dell'ala aggiunta, dove anche il pavimento presenta disegni particolari). Una scala con ringhiera in ferro battuto, precedentemente citata, a semplici volute porta al primo piano, dove i pavimenti sono prevalentemente a parquet e i locali non presentano particolarità se non qualche riquadro alle pareti, residuo di antiche tappezzerie. Due stanze hanno un arco affiancato da armadi a muro.