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03/12/2005
Donne del mondo in Festa in un' isola accogliente.
3 dicembre 2005 Centro Culturale CZ95, Giudecca -Zitelle
 

La Consulta delle Cittadine organizza:

 

donne del mondo in festa

in un'isola accogliente

native e migranti per il dialogo interculturale

Un momento di incontro, dialogo e festa, proposto dalle donne italiane e migranti

di Venezia, aperto a tutti, donne, uomini e bambine/i

Giudecca, al Cz95 _ centro zitelle culturale e multimediale.

Venezia centro storico alla Giudecca_fermata vaporetto actv Zitelle

sabato 3 dicembre dalle ore 17.00

 

17.00-19.30 incontro-dibattito

 "Le voci delle donne per la rappresentanza politica e i diritti di cittadinanza: superare i pregiudizi reciproci per operare insieme tra donne migranti e italiane."

 

Saluti e introduzione Franca Bimbi (Assessora Cittadinanza delle donne e Cultura delle Differenze

Comune di Venezia). Coordinano Maria Sangiuliano (Vice presidente della Consulta delle Cittadine) e Anna Ponti (Auser)  Intervengono  Chato Basa (Filipino Women Council, Roma), Oumaima Daoud (Ass. Renouveau dei Tunisini di Venezia e Padova), Luana Finotello (Circolo Arci Luigi Nono, Giudecca),  Franca Marcomin (Presidente Consulta delle Cittadine),Marie Louise Niwembukobwa (Ass. Donne Immigrate Solidaire), Tiziana Plebani (Rete delle donne per la pace), Tamara Podznyakova (Ass. Ucrainapiù), Cristina Silva (Ass.CIODS),  Enza Vio (Assessora Pari Opportunità Provincia di Venezia), Bridget Yorgure (Nigerian Women Cultural Promotion), Rita Zanutel (Assessora alle Politiche di Integrazione e Sicurezza Sociale della Provincia di Venezia).

 

19.30-21.00 degustazione di piatti tipici dal mondo:

Ucraina, Nigeria, Senegal, Tunisia, Bangladesh, Venexia

per le bambine e i bambini per la durata dell'iniziativa sarà allestito uno spazio di gioco interculturale con prestigiatori, maghi, clown e favole da tutto il mondo

 

20.30- 24.00concerti e festa:

musica ucraina con  Ganas Anna (fisarmonica e voci), musica africana con Africas Sisters & Brothers (djembe, mbira, ballafon, voce), Bhangra music & images a cura di Indya ettnica, musica salentina con  Anna Cinzia Villani in "Pizzica, Pizzica",  Anna Cinzia Villani (voce, tambureddu,organetto dodici bassi, armonica a bocca, danza), accompagnata da: Mauro Durante (tambureddu, tamburi a cornice, violino), Antonio Esperti (zampogna, surdulina, clarinetto), Giandomenico Caramia (organetto diatonico), Valentino Santagati (lira calabrese, fischietti, chitarra battente)

 

[ingresso con invito]

ritiro inviti da lunedì 28 novembre fino ad esaurimento:

Centro Donna a Mestre [tel 0412690650], Ufficio Immigrati del Comune a Venezia [tel 0412747408], Mediaculture alla Giudecca [tel 0415289833]. Dopo le ore 22.00 accesso libero fino al raggiungimento del limite di capienza degli spazi.

 

Prezzo speciale biglietto ACTV da p.zz.le Roma, Zattere San Zaccaria e Lido (linee 41,42 e 82) esibendo l'invito alle biglietterie.biglietti del vaporetto a 1 euro per chi arriva dalla terraferma e lido.

 

ADERISCONO LE ASSOCIAZIONI: Renouveau dei Tunisini di Venezia-Padova; Ucrainapiù; Comunità Filippina di Venezia; Nigerian Women; Donne Immigrate Solidaire; Cultural Promotion; Bangladesh Welfare Association; Sunugal; Circolo Anziani Zitelle; Ciods Venezia; Tecnopolis Lidra; Circolo Arci Luigi Nono.

 

Il senso politico dell’iniziativa

 

Sono passati  più 4 anni da quando come Consulta delle Cittadine abbiamo promosso il dibattito “Una città per tutte” come iniziativa per aprire un dialogo tra donne italiane e immigrate.

Allora avevamo lavorato ad una ricerca, per comprendere ed avvicinarci alla realtà delle donne migranti, e gli interventi delle non italiane di Venezia erano in quell’occasione, interventi di singole che raccontavano il proprio percorso, le proprie sofferenze individuali o familiari. Avevamo soprattutto voglia, come italiane, di ascoltare e di capire come poterci porre in una relazione di “aiuto”, come “fare qualcosa per”.

In soli quattro anni in città sono fiorite iniziative istituzionali e/o di associazioni a promozione dell’interculturalità con un punto di vista di genere, caratterizzate dal protagonismo femminile e, soprattutto, sono nate le prime esperienze di organizzazione di associazioni di donne immigrate e le donne all’interno di associazioni e comunità di immigrati hanno cominciato a prendere la parola uscendo dall’invisibilità.

 

Noi, come donne italiane, abbiamo iniziato un percorso di riflessione che ci ha portate a mettere in questione il nostro desiderio di agire esclusivamente “in soccorso di”, dell’altra in difficoltà, abbiamo iniziato a capire come questo atteggiamento se diventa l’unico tratto della relazione, possa tradursi in maternalismo, e confinare l’altra in una posizione di vittima. 

Quello che, mutato il contesto, abbiamo oggi la possibilità e la voglia di costruire è la relazione, il dialogo, l’esplorazione di possibilità di azioni comuni. Per la progettazione e l’organizzazione dell’evento del 3 dicembre, a partire dal dibattito, abbiamo coinvolto da subito le associazioni di donne immigrate, confrontandoci sui temi e sui modi: anche se i tempi un po’ stretti hanno comunque limitato questi scambi, abbiamo voluto, come dire, promuovere una prassi che possa configurarsi come punto di non ritorno, per fare intercultura in modo realmente partecipato.

 

Riprendiamo con questa occasione le fila di un percorso invitando innanzitutto le associazioni di donne immigrate ad aderire alla Consulta delle Cittadine, di cui è imminente la ricostituzione: con questo vogliamo lanciare un segnale forte rispetto al senso che diamo alla partecipazione attiva alla vita pubblica di questa città. Come organismo di partecipazione e “luogo di contatto” tra Consiglio Comunale e società civile delle donne, è giusto che rispecchiamo il dato di fatto che cittadine di Venezia non sono più solo le donne italiane.

Oggi vogliamo riprendere un confronto sui contenuti, e andare oltre le presentazioni reciproche tra associazioni: sono già stati organizzati infatti negli ultimi mesi diversi incontri in città in cui le associazioni hanno avuto modo di raccontarsi attraverso i rispettivi progetti e le varie attività, per cui ci sembra che possiamo scommettere sulle nostre capacità di confrontarci anche su temi più ampi, ed ecco i punti che proponiamo di mettere in discussione a tutte le donne che abbiamo coinvolto nel dibattito, a partire da Charito Basa, del Filipino Women’s Association, che aprirà gli interventi.

 

I temi del dibattito

 

Voci delle donne per la rappresentanza politica, la partecipazione ed i diritti di cittadinanza

Consapevoli della nostra relazione un po’ “ambigua” con il tema della rappresentanza politica proponiamo anche alle donne immigrate una riflessione sugli intrecci, i parallelismi, i distinguo, tra assenza/esclusione delle donne dalla politica istituzionale (basti guardare al nostro Consiglio Comunale) e la sostanziale assenza/esclusione dei migranti in generale e delle donne immigrate da ogni forma di rappresentanza. Vorremmo interrogarci su quanto riteniamo di spenderci, al di là di un riconoscimento in astratto dell’importanza del tema,  per una battaglia sulla rappresentanza politica femminile e sul diritto di voto ai migranti e quanto pensiamo che queste due priorità possano avere argomentazioni e strategie in comune. Proponiamo di riflettere e di avanzare proposte sugli ostacoli che, come donne, incontriamo quando cerchiamo di partecipare attivamente alla vita pubblica, nell’associazionismo, nei sindacati, nei movimenti o nei partiti, ma anche di mettere a fuoco quali resistenze o sfiducie ci portiamo dentro al riguardo, e quanto pensiamo che organizzarci tra donne possa avere un senso.

Come definiamo, a seconda delle nostre rispettive appartenenze, i diritti di cittadinanza? Se è impossibile parlare di diritti di cittadinanza senza chiamare in causa anche le politiche sociali ed i servizi per la cura delle persone, possiamo ricordare che Italia non si è mai sviluppato un  vero e proprio sistema di welfare pubblico, proprio perché lo Stato ha sempre ritenuto le donne come principali erogatrici del lavoro di cura non pagato. Oggi la dequalificazione e la svalorizzazione del lavoro di cura colpiscono in primo luogo le donne migranti e le più deboli e svantaggiate tra le native, mentre chi tra le italiane riesce a vivere il “privilegio” di un lavoro a tempo pieno e contemporanenamente abbia responsabilità familiari e di cura riesce a conciliare con difficoltà solo grazie al lavoro “nero” e sottopagato delle migranti. In questo scenario, se ne condividiamo almeno in parte la definizione, che tipo di proposte e azioni comuni possiamo portare avanti?

 

Verso il superamento dei pregiudizi reciproci per promuovere azioni comuni tra donne italiane e immigrate.

Infine, è sicuro che uno degli ostacoli principali verso un dialogo interculturale tra donne e non solo è rappresentato dai pregiudizi, che sono spesso reciproci. Come affrontiamo nelle nostre comunità e tra di noi i fenomeni e gli atteggiamenti razzisti? Siamo in grado di sospendere il giudizio e di non affrettare la generalizzazione di impressioni sulle “altre” da noi? Come italiane siamo consapevoli degli impliciti contenuti razzisti dei messaggi dei nostri media e a volte anche delle stesse leggi che intendono “regolare i flussi migratori”?

Ultimamente sono stati promossi degli studi sugli stereotipi delle donne italiane verso le migranti e viceversa, da cui pare che noi italiane tendiamo ad identificare le immigrate o come vittime tout court (di società più oppressive della nostra, di una situazione di svantaggio sociale in quanto “straniere”) o in chiave esotica come portatrici di un’alterità assoluta rispetto alla modernità, di una maggiore  vicinanza alla natura o ad una serie di valori che noi avremmo perduto. Sempre da alcune ricerche pare che sia emerso come le donne immigrate, specialmente quelle che lavorano nelle famiglie come assistenti familiari, vedano le italiane come troppo concentrate sul lavoro, in difficoltà nell’esercitare autorità sui figli e nel riconoscere il valore della gratuità della cura nelle relazioni….Che considerazioni possiamo fare al riguardo per non rischiare di trasformarci le une nei confronti delle altre nello specchio del negativo, delle nostre paure o dei nostri desideri? 

E’ importante che cominciamo a trovare occasioni e temi per iniziative comuni, anche per minimizzare il rischio di arrivare a trovarci in contesti di terribili spaccature come è accaduto in altri paesi, dall’Olanda alla Svezia alla Francia, a considerare incompatibili diritti delle donne e multiculturalismo, come molte hanno purtroppo finito col fare, nella difficoltà di pensare nuove mediazioni quando ormai i conflitti siano esplosi violenti.

 

 

Al termine del dibattito la Consulta delle Cittadine presenterà alcune proposte concrete per proseguire un lavoro di rete tra donne migranti e italiane.

 



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a cura della segreteria della Consulta
ultimo aggiornamento: 5/5/2007 - 19:08