La Rete Tuttidirittiumanipertutti presenta
MARTEDÌ 2 GIUGNO 2009
“PER UN 2 GIUGNO DI PACE E DIRITTI”
La festa della Repubblica che vorremmo
Per dire no a tutte le guerre e alla militarizzazione dei nostri territori
Per difendere chi fugge in cerca d'asilo
Per ricordare chi è morto cercando protezione in questo paese
La Rete ha organizzato un battello con il seguente percorso:
ore 9.00 partenza dal Tronchetto
ore 10.00 sosta a Rialto
ore 11.00 alzabandiera della pace in bacino San Marco
ore 12.30 conclusione alla Stazione Marittima
Info: centropace@comune.venezia.it; 041.2747645
Il 2 giugno, la festa della Repubblica italiana, rappresenta in realtà, fin dalla sua istituzione, una giornata di celebrazione della natura militarista dello Stato, in cui le parate di carri armati e le divise si sostituiscono a qualsiasi aspirazione di pace e di giustizia sociale. La Repubblica celebrata diventa così quella che fa la guerra nei territori di altri popoli, quella che fa la pace imposta con le armi e con i bombardamenti, con milioni di morti innocenti, come in Iraq o in Afghanistan.
L’immaginario costruito in queste vuote sfilate di eserciti contribuisce alla creazione di quella visione della realtà per cui è la guerra, e non la pace, ad essere l’unico fondamento possibile della nostra società. La stessa guerra che poche settimane fa ha prodotto in Afghanistan l’uccisione da parte di militari italiani di una ragazza di tredici anni, che era in auto con i genitori.
È una guerra che si manifesta anche all’interno dei nostri confini, attraverso l’elaborazione di leggi che, in nome di una sicurezza strumentalmente invocata, e di una insicurezza delocalizzata su capri espiatori che nulla hanno a che fare con le vere cause della crisi generalizzata, vogliono cancellare diritti sanciti come fondamentali e universali anche dalla Costituzione italiana e sui quali, pertanto, dovrebbe fondarsi invece questa Repubblica.
Le prime vittime di queste guerre sono i migranti, in fuga da paesi martoriati o sempre più costretti alla clandestinità: a loro si vorrebbe impedire anche l’esercizio dei diritti più elementari, come quelli alla sanità o all’istruzione. Ma, dopo di loro, la militarizzazione delle città, i sistemi di controllo sempre più capillari e diffusi, stanno lentamente uccidendo la libertà anche di tutti gli altri.
Noi vogliamo un mondo diverso, un paese, una città diversi. E lo rivendichiamo proprio nel giorno della festa della Repubblica italiana, opponendoci a ciò che questa cerimonia è diventata per trovare un nuovo significato a parole come democrazia, uguaglianza, giustizia.
Per questo abbiamo scelto il porto di Venezia, luogo-frontiera in cui ogni giorno arrivano profughi in fuga da guerre che anche l’Italia ha contribuito ad alimentare.
Al porto di Venezia vige un sistema di trattamento dei profughi talmente poco limpido che un procedimento è stato aperto dalla Corte europea per i diritti umani, dopo il ricorso contro lo Stato italiano di alcune delle persone respinte. Persone in cerca di protezione e rifugio, per sfuggire ai respingimenti della polizia di frontiera e riuscire a chiedere asilo come sarebbe loro diritto, spesso muoiono soffocati dentro i container. Bambini come Zaher Rezai, per cercare di vivere in Italia, muoiono sotto le ruote di un tir, ancora con i giocattoli in tasca.
Il nostro 2 giugno vuole ricordare ciascuna di queste persone, vuole portare al di là del mare un messaggio di pace, vuole trasformare un luogo di frontiera sottratto alla città in un posto di condivisione.
Agesci Lido 1, Amici della Colonia Venezia di Peruibe, Armeni senza frontiere, Cannaregio 6000, Caritas Diocesana, Circolo Rosa Luxembourg, Comunità Italo-Araba, Comunità Afgana di Venezia, Comunità Kurda in Italia, Coop Aquaaltra, Coop Sumo, Emergency, Gruppo iniziativa di Forte Carpenedo, Il Lato Azzurro, Il Villaggio, Luoghi Comuni, Mani Tese, MuraNO, Pax Christi Venezia Mestre, Razzismo Stop, Rete Antirazzista, ass. Vegetariana, Vtm Magis. |