Il presidente Saverio Centenaro, di concerto con la presidente Maria Paola Miatello, constatata la presenza del numero legale dichiara aperta la seduta ricordando ai commissari il parere contrario del quartiere di Mestre Centro alla proposta di deliberazione riguardante l’area di via Wolf Ferrari.
Dà la parola all’architetto Barison per l’esposizione della situazione che si andrà a realizzare con l’accordo extragiudiziario.
BARISON comunica che a seguito delle verifiche effettuate su richiesta di alcuni consiglieri l’indice di fabbricabilità sull’area risulta di 1 mq/mc, simile a quelli delle aree contigue.
MORINO afferma che il parere del Consiglio di Quartiere è importante ma si deve sapere che una scelta diversa da quella proposta deve essere accompagnata da un piano finanziario poiché comunque i soldi dell’indennizzo devono essere pagati alla proprietà e, dopo la sentenza n.179 della Corte Costituzionale, bisogna considerare il periodo di tempo trascorso dal 1968 ad oggi.
ZORDAN spiega che l’area in questione non può essere ricondotta ad un sistema urbanistico di interesse comunale. Riafferma la congruità dell’accordo che permette all’Amministrazione Comunale di risparmiare molti soldi.
PETTENO’ N. considerando che questa situazione è la conseguenza di scelte del passato, ritiene doveroso che il Consiglio Comunale sia portato a conoscenza di altre situazioni simili che potrebbero provocare dei danni finanziari al Comune. Se per soddisfare le esigenze dell’Amministrazione si concede ai privati di costruire nuove abitazioni senza programmazione, allora bisogna non sottovalutare il parere del Consiglio di Quartiere.
ZORDAN ricorda che quest’area esula dal sistema di coerenze disegnato dall’Amministrazione, esistono molte aree verdi anche in proprietà che non saranno sistemate per mancanza di fondi. Gli standards urbanistici sono a livello europeo. Si deve studiare un sistema di collegamenti tra queste aree e quindi procedere con le priorità.
MORINO interviene ricordando che con la normativa vigente ogni decisione di trasformazione urbanistica deve essere accompagnata da una copertura finanziaria. Con questa operazione il Comune non solo risparmia molti soldi ma, addirittura ne riceve.
CAPOGROSSO concorda con l’esposizione fatta dall’assessore Zordan ma chiede di avere dagli uffici competenti una dichiarazione che attesti la reale situazione delle aree soggette a vincoli espropriativi non ancora acquisite ma con le caratteristiche previste dalla legge.
MIATELLO si associa alla richiesta di Capogrosso.
BARISON afferma che le nuove aree soggette a vincolo rispondono sicuramente alla normativa vigente.
ZORDAN dichiara l’impossibilità di effettuare la ricognizione chiesta da Capogrosso sia per mancanza di tempo che di personale.
DAL CORSO ritiene che l’area in questione rivesta un’importanza strategica poichè insiste sull’argine del Marzenego, fiume che l’Amministrazione si è impegnata a valorizzare avendo già speso dei soldi per la bonifica e la risistemazione degli argini. Esprime il proprio disagio nel considerare la proposta che viene sottoposta al Consiglio. Chiede di conoscere le conseguenze derivanti dall’acquisizione comunque dell’area.
MORINO spiega che i proprietari hanno chiesto un indennizzo di circa Euro 3.900.000.
BORASO ritiene doveroso chiudere il contenzioso, considera onorevole per l’Amministrazione questo accordo. Concorda con la richiesta di Capogrosso in merito alla dichiarazione sullo stato delle aree soggette a vincoli. Esprime il suo disappunto, su questo argomento, ricordando che già nel 1997 aveva chiesto di conoscere lo stato patrimoniale della viabilità della terraferma, ma ancora disattesa.
MIATELLO chiede se la richiesta di costruire in alternativa all’indennizzo, sia soggetta alla dimostrazione economica di poter costruire, intende conoscere esattamente se quest’area può divenire parte di un progetto urbanistico, di contro è d’accordo per la translazione.
MORINO afferma che per ora esiste solo la perizia di parte.
ZORDAN descrive come l’area non è e non può diventare strategica per il piano urbanistico vecchio e ancor più per quello nuovo.
PETTENO’ N. chiede di conoscere tutte le possibilità che si concretizzano procedendo con le diverse ipotesi.
MORINO enuncia l’impossibilità di conoscere la stima del CTU in quanto non ancora incaricato, ricorda che il giudice competente comunque può decidere diversamente dalle stime presentate e che comunque il calcolo dell’indennizzo parte dal 1999 con effetto dal 1968. Lei personalmente ritiene comunque che l’operazione sia conveniente e che la cifra sia congrua.
CENTENARO: propone di inviare nuovamente il punto 1) in Consiglio Comunale con discussione. La Commissione approva. Introduce il punto 2).
Ore 16.30
BORASO: sostiene che su questa deliberazione sia ancora più chiara la convenienza, visto che siamo in presenza di una condanna definitiva.
CAPOGROSSO: chiede per quale motivo quest’area non sia stata trasformata in C2RS e se esistano altri casi simili.
MORINO: fa sapere che su questo caso era stata avviata la procedura di esproprio, nel tentativo di realizzare verde pubblico e una chiesa, ma poi l’iter non è stato completato. Comunica che questo è l’ultimo caso, con causa pendente, che è rimasto.
CENTENARO: chiede come mai è stato scelto di utilizzare il comma 9° dell’art. 50 della L.R. 61/85 per la procedura di variante urbanistica.
BARISON: risponde: l’iter del comma 9° è più veloce, ed infatti è stato predisposto un emendamento in questo senso.
PETTENO’ N.: fa notare che anche per questa deliberazione il parere del Consiglio di Quartiere è contrario. Chiede se a fronte del pagamento di quanto richiesto dai proprietari avverrà poi l’acquisizione dell’area da parte del Comune di Venezia.
MORINO: risponde: si l’area diventerà nostra, ma ci costerà 719.000€.
CENTENARO: propone di inviare nuovamente il punto 2) in Consiglio Comunale con discussione. La Commissione approva.
Alle ore 16.50 i Presidenti dichiarano conclusa la riunione.