Il Presidente GASPARINI alle ore 10.20 dichiara aperta la seduta, informando i presenti che non sarà presente l’Assessore Campaner.
CATAROSSI illustra il Piano Industriale come richiesto dai Commissari nella precedente seduta. Dice che il progetto stadio sembra più una volontà del Comune di Venezia e che il suo costo stimato in circa 17 milioni di euro sarà coperto dal costo delle opere di urbanizzazione per la nuova casa da gioco. Le aree oggetto degli interventi (costruzioni) devono essere acquistate. Ribadisce che l’attuale sede di Ca’ Noghera è sottodimensionata, e nonostante questo ha dato un rilevante utile netto alle casse comunali. I terreni di proprietà della società Marco Polo dove si costruirà la nuova Casa da Gioco, sono in una posizione strategica, vicini alla tangenziale e all’aeroporto. Si dovrebbe, con la nuova sede, realizzare una sorta di centro del benessere e del divertimento. I costi dell’operazione della nuova Casa da Gioco sono solo stimati perché non c’è attualmente una variante regionale che interessi la nuova sede. Nel caso dello stadio i costi sono stati calcolati prudenzialmente e sovrastimandoli. Catarossi ricorda che lo scopo ultimo della Casinò SpA è fare utile e queste operazioni non compromettono gli equilibri interni della società.
FAVARETTO ricorda la necessità di attrezzarsi subito per la possibile costruzione di nuove case da gioco nelle regioni vicine al Veneto. In quest’ottica Ca’ Vendramin è scomoda e Ca’ Noghera inadeguata; il C.d.A. della Casinò S.p.A. si è preoccupato per il futuro della società e la nuova convenzione riflette queste strategie. Dice che la modifica della convenzione non serve per realizzare lo stadio. Spiega che la società Marco Polo ha bisogno di anticipazioni finanziarie per avviare i lavori, con la conseguente cessione delle aree e l’approvazione della variante di Tessera. Tutto il resto conta poco, Palazzo Grassi non c’entra con la convenzione.
ZUIN dice che l’unica operazione che trova corretto fare è realizzare la nuova sede. Ha necessità di capire meglio cosa fare di Vendramin Calergi perché pensa che non deve sparire da Venezia. La sede unica in terraferma è a suo avviso un investimento proprio della società Casinò SpA, ed è condivisibile. Zuin trova che nel Piano Industriale c’è indeterminatezza dei dati, cosa che crea problemi di giudizio al Consiglio Comunale. Nella nuova sede è previsto un centro polifunzionale che non si spiega a cosa serva. Zuin sottolinea che è prevista un’ingente uscita di denaro pari a 180 milioni di euro senza adeguate spiegazioni; dice che questo non è un Piano Industriale e che le cose presentate in Commissione Consiliare stanno in piedi per modo di dire. Chiede come si paga Palazzo Grassi, magari comprimendo i costi? Zuin ribadisce una serie di incongruità legate al Piano Industriale, con azioni finanziarie che non sono proprio di una società (Casinò) che deve occuparsi del gioco come fonte di introiti per il Comune di Venezia.
MECONI dice che Zuin ha detto il vero quando solleva molti dubbi sulle operazioni che coinvolgono Casinò SpA. Non c’è accanimento con la Casa da Gioco, ma non capisce come si possa preventivare 10 milioni di euro di imprevisti. Meconi dice che questa convenzione deve essere bocciata. Anticipa che farà un’interrogazione per sapere come mai in Casinò SpA ci siano tanti impiegati e chiederà il parere anche alle Organizzazioni Sindacali. Farà un’opposizione forte alla convenzione, nonostante sia a favore della tutela dei lavoratori del Casinò che particolarmente a Ca’ Noghera operano in condizioni si sovraffollamento.
GASPARINI chiede si entri nel merito della convezione, la si presenti più dettagliatamente ai Commissari. Le dichiarazioni di voto è opportuno farle in Consiglio Comunale.
DARSIE dice che la nuova sede della Casa da Gioco va fatta e subito. Va approvata anche la variante in Regione. A differenza di Meconi dice che la sede di Venezia deve rimanere. Non entra nel merito di Palazzo Grassi. Anticipa che presenterà due emendamenti alla convenzione.
BARATELLO si dichiara preoccupato per l’indebitamento che può esserci della Casinò S.p.A. Ha dei dubbi su alcuni passaggi della convenzione. Dice che le scelte affrettate sono pessime consigliere e c’è una grossa responsabilità per il futuro della società e del Comune di Venezia. Vuole sapere se a oggi Casinò SpA ha 24 milioni di euro di debiti. Vuole capire i rientri finanziari delle operazioni in cui è coinvolta Casinò SpA e cosa comportano per il Comune.
VIGNERI ricorda che la società Casinò è al 95% del Comune di Venezia, il capogruppo è il Comune ed è lui che impartisce le direttive. Lo scopo di Casinò SpA è di occuparsi degli sviluppi futuri del gioco e rimane il problema della nuova sede della Casa da Gioco: realizzarla sembra una cosa condivisa da tutti e vitale per il Comune di Venezia. Dice che la convenzione va letta perché finalizzata proprio alla realizzazione della nuova sede unica in terraferma; se poi la durata della convenzione è di 20 o 15 anni non cambiano molto le cose, non è un contratto, visto che il Comune può disdirla. Trova opportuno ci sia una data scritta sulla convezione per fare una verifica. Sul controllo dei vari processi, dice che questo spetta al Consiglio Comunale, come spetta al Consiglio creare gli strumenti per il controllo. La società Casinò resta comunque in house al Comune di Venezia. Conclude dicendo che purtroppo in questo momento il Piano Industriale non può essere più preciso e che il punto fermo resta la nuova sede della Casa da Gioco.
FAVARETTO ricorda che sul Piano Industriale si è scelto di redigerlo anche se si è nell’incertezza. Gli elementi di incertezza sono legati alla variante di Tessera, qualora sia approvata dalla Regione. Il costo della costruzione della Casa da Gioco è di 2000 €/mq come succede nella costruzione di altri Casinò. Si pensa di ridurre delle spese non indispensabili come le sponsorizzazioni o servizi alla clientela, ove sarà possibile, per far fronte agli investimenti. Favaretto ricorda che il costo del personale all’estero è minore.
CAPOGROSSO dice che bisogna considerare la convenzione come un aiuto per garantire al Comune di Venezia delle risorse, e che c’è stato un progetto chiaro del Comune con la società Marco Polo, finalizzato a realizzare la sede. Dice che il Piano Industriale potrebbe definire meglio le cose ed auspica che venga approvata la variante in Regione. Sulla convenzione dice che pensa di aver capito che in ogni caso può essere rivista e non è preoccupato per l’eredità lasciata alle future Amministrazioni Comunali. Per la durata della convezione dice che vanno bene anche i 20 anni e la nuova sede della Casa da Gioco resta l’obiettivo primario. Sul controllo da parte del Comune riguardo alla Casinò dice che non è stato sempre facile e che bisogna dotarsi di strumenti adeguati.
BERGANTIN afferma che per lui il senso della nuova convenzione è di avere entrate certe per il Comune per un periodo prolungato; inoltre c’è la necessita della società Casino di avere elementi di garanzia per fare la nuova sede. Questo è il succo del discorso. Bergantin si riconosce nell’intervento di Darsie’ che sottoscrive. Chiude dicendo che è stata indicata l’affidabilità economico/finanziaria della convenzione e che sia approvata al più presto in Consiglio Comunale.
FREZZA parla del rischio che si faccia un Casinò a San Marino e che perciò vanno attivate le misure per mettere a riparo gli incassi del Casinò. Sul futuro va previsto che non sempre ci sia la disponibilità di risorse e giocatori, ci sono delle variabili. Sugli strumenti veri e propri di controllo dice che c’erano ma non sono stati utilizzati. Frezza ricorda che Campaner, oggi assente, ha insistito per mandare avanti in Consiglio Comunale la proposta di convenzione. Sul rientro finanziario delle operazioni in essere, ci vuole il controllo del Comune.
BARATELLO dice che la società Casinò è monitorata molto bene e va bene. Il suo dubbio è sul come recuperare l’esborso finanziario che si profila all’orizzonte.
VIGNERI ribadisce la necessità di costruire la nuova sede.
BARATELLO concorda che va bene la nuova sede della Casa da Gioco ma serve la variante della Regione.
MECONI chiede si mandi in Consiglio Comunale la proposta di deliberazione e si decida in Consiglio cosa farne.
GASPARINI riassume il dibattito dicendo che è stato fatto un buon lavoro in Commissione, relativamente alla convenzione. Si è parlato delle problematiche collegate all’acquisto di Palazzo Grassi e sono state manifestate preoccupazioni. E’ emersa la necessità di realizzare la nuova sede della Casa da Gioco in terraferma, anche se permangono dubbi legati alla variante che deve essere approvata. Gasparini si dice preoccupato per Palazzo Grassi e per la sua gestione. Sulla convenzione chiede il rispetto dell’indicizzazione dopo il 2008 (art. 26). Dice che gli emendamenti di Darsiè vanno bene. Sui tagli alle sponsorizzazioni crede che non vadano effettuati dove sono interessati elementi legati alla socialità, tutelando questi patrocini.
FAVARETTO parla degli emendamenti di Darsiè facendo alcune precisazioni.
GASPARINI propone ai presenti di inviare la proposta di deliberazione in Consiglio Comunale per la discussione. Aggiunge che si può rivedere anche l’art. 40 della convenzione.
CAPOGROSSO parla di una clausola legata all’utile data dal gioco: se questo fosse superiore al previsto, oltre 7 milioni di euro, l’80% va al Comune, il resto alla Casa da Gioco.
GASPARINI, in assenza di altri interventi, ottenuto l’assenso dei presenti invia in Consiglio Comunale per la discussione la proposta di deliberazione. Dichiara conclusa la seduta alla ore 12.20.